Era partita come una verifica patrimoniale su alcune serre, è finita col sequestro di una mega discarica di rifiuti speciali, che si estende su tremila metri quadrati, a pochi passi da quelle serre dove si coltivano ortaggi e a qualche decina di metri dal mare. Succede a Gela, all’interno della Riserva Naturale del Biviere, ricadente all’interno del Sito di Interesse Comunitario e Zona di Protezione Speciale Biviere e Macconi di Gela. Qui la guardia di Finanza ha fatto scattare i sigilli e sollevato l’allarme, a causa «dell’estrema vicinanza dei rifiuti alle coltivazioni agricole in serra, un concreto pericolo di contaminazione del suolo e delle falde acquifere con conseguente ripercussione degli effetti nocivi sui prodotti coltivati a pochi metri da essi e, di riflesso, sulla salute della gente che tali prodotti consumano». I titolari delle serre attigue sono stati denunciati per gestione dei rifiuti non autorizzata.
La discarica non era visibile dalla strada perché circondata dalle stesse serre. In quell’area da tremila metri quadri, da lungo tempo, sono stati accatastati gli scarti del lavoro agricolo: imballaggi in plastica derivanti dallo smantellamento delle serre, imballaggi in polistirolo per i vegetali da piantumazione, cassette in plastica per il confezionamento di prodotti ortofrutticoli, ma anche pneumatici fuori uso, strutture metalliche arrugginite e in disuso e bombole di ossigeno da saldatura. Rifiuti che sono stati trovati in avanzato stato di degrado, a riprova di come fossero lì da molto tempo.
D’accordo con l’autorità giudiziaria e con l’intervento dell’Arpa (l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente), si procederà alla verifica del grado di pericolosità dei rifiuti e del livello di contaminazione del suolo, «condizione – sottolinea la Finanza – propedeutica e necessaria alla successiva bonifica dell’area, per la sua messa in sicurezza».
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