Duecento studenti del terzo anno di licei e degli istituti tecnico-professionali di Gela saranno coinvolti fino a luglio nel progetto di alternanza scuola-lavoro in Eni. Previste 61 ore di lezioni, dalle 8.30 alle 17.30. Non solo teoria, ma anche visite agli impianti più discussi come la discarica di fosfogessi in procinto di bonifica o a un pozzo di estrazione e al nuovo centro oli.
Il progetto è stato presentato a inizio mese, presso il centro di formazione del cane a sei zampe, l’incontro inaugurale del progetto. A prendervi parte sono stati una rappresentanza degli studenti, i dirigenti delle cinque scuole coinvolte e l’amministrazione locale. «Ma non c’erano né sindaco né vicesindaco e soprattutto non c’era il presidente Rosario Crocetta – contesta la dirigente dell’istituto tecnico industriale, Serafina Maria Ciotta -. Mentre erano presenti dirigenti Eni venuti appositamente da Roma. Sembrava che il progetto interessasse più a loro». Alle otto giornate di lezioni seguirà poi un percorso formativo di e-learning che, come recita l’allegato della convenzione, «permette ai ragazzi di entrare in contatto con una grande realtà aziendale come quella di Eni e di approfondire tematiche legate al mondo dell’energia».
Il disegno del cane a sei zampe in città appare chiaro. Accanto al ridimensionamento degli impianti e alla conseguente fuoriuscita di gran parte delle ditte dell’indotto, si punta, anche attraverso progetti del genere, alle cosiddette eccellenze da formare in loco. Così come ribadito nel suo discorso dall’assessora all’istruzione e ai servizi sociali Licia Abela, che ha parlato di «azienda seria e consolidata». Da una parte gli operai dell’indotto, soprattutto metalmeccanici ed elettrostrumentali, cercano fortuna fuori – in questo momento, per esempio, in centinaia sono coinvolti in una fermata di lavoro a Milazzo -, dall’altra Eni punta a rinforzare il Safety Competence Center, il centro di eccellenza sulla sicurezza. Sul quale già dal protocollo d’intesa del novembre 2014 il cane a sei zampe prevede, attraverso la consociata Eni Corporate University, di destinare 180 unità della raffineria di Gela.
Si guarda altrove, insomma. E anche per gli studenti il messaggio è simile. Non a caso all’interno dell’alternanza scuola-lavoro sono previsti pure workshop di orientamento che forniscano «elementi per orientarsi nelle scelte degli studenti verso l’ingresso nel mondo del lavoro». Destino curioso per un istituto come quello industriale che nacque nel 1959 proprio per soddisfare la richiesta di periti chimici che nel territorio mancavano e alla cui assenza Eni (allora Anic, ndr) sopperiva facendo giungere tecnici specializzati dal Nord.
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