Gela, scarichi fognari e sversamenti in mare All’Ars un’interrogazione chiede più controlli

Non c’è pace per le acque di Gela. La segnalazione del sito Ilquotidianodigela, che denunciava a fine anno un evidente strato di schiuma bianca nei pressi del fiume che scorre a ridosso della Raffineria (coi pescatori che nonostante tutto continuavano le loro attività), è giunta la scorsa settimana sui tavoli dell’Assemblea regionale siciliana. Intitolata «misure urgenti per la bonifica, la messa in sicurezza e il recupero ambientale del Sito di interesse nazionale (Sin) nei pressi del fiume Gela» e presentata dai deputati del Movimento 5 stelle, l’interrogazione parlamentare ricorda innanzitutto che «a Gela viene istituito un sito di interesse nazionale (Sin) con la legge 426 del 1998. L’area comprende circa 5.955 ettari, di cui 795 sulla terra e circa 4.560 in mare, perimetrati con il decreto ministeriale del 10 gennaio del 2000». Eppure le aree marine, le foci dei corsi d’acqua del fiume Gela e dei torrenti Gattano e Acate nonché l’area umida della riserva del lago Biviere «presentano maggiori criticità». Tra ritardi nelle bonifiche e fuoriuscite di tonnellate di greggio in mare.

Al termine di una focosa estate la situazione pareva essere migliorata. Il quartiere di Macchitella, ad esempio, aveva ottenuto l’adeguamento del depuratore biologico, che per tutta la stagione più calda dell’anno aveva inondato di insopportabili puzze le abitazioni più vicine, nonché prodotto dubbi sversamenti direttamente a mare, in una zona costiera molto frequentata. In un’analisi di Legambiente risalente a luglio 2014, nella provincia di Caltanissetta era stato analizzato un solo punto, precisamente a Gela alla foce del Gattano, proprio a ridosso del depuratore. Il tratto era risultato «fortemente inquinato». «L’acqua adesso è limpida – afferma il presidente del comitato di quartiere Domenico Messinese -. Vorrei però ricordare che ciò è avvenuto solo dopo il sequestro dell’impianto da parte della magistratura e soprattutto solo dopo un’infinita serie di interventi e sollecitazioni da parte nostra». 

I dubbi adesso si rivolgono agli scarichi fognari gestiti direttamente dall’Eni. Gli stessi deputati del M5s chiedono «se si sia provveduto ad attivare l’Arpa Sicilia affinché esegua i prelievi e le dovute analisi nelle acque del fiume Gela, e, in tal caso, di conoscere i risultati». E «se non sia il caso di prevedere un presidio dell’Arpa a Gela, con mezzi e uomini in grado di monitorare costantemente l’aria, il suolo, le acque e i vegetali ed eventualmente intervenire in modo tempestivo per individuare le cause e i responsabili dell’inquinamento».

Andrea Turco

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