Gela, provano a bruciare clochard nell’ex Mattatoio Iudice: «Sito abbandonato, il Comune è sordo»

I casermoni dell’ex Mattatoio di Gela, di fronte alla Raffineria, sono diventati da tempo la sede dove molti senzatetto dormono. Stanotte tre giovani di nazionalità romena hanno provato a dare fuoco a un capannone dove si trovava un loro connazionale, ma la vittima li ha sorpresi mentre appiccavano le fiamme. Per tutta risposta i tre lo hanno aggredito, provando anche a bruciarlo con una bomboletta di gas usata come lanciafiamme. 

L’uomo è riuscito a fuggire e si è rivolto ai carabinieri a cui ha denunciato fatti e persone. I tre piromani sono stati identificati e denunciati per danneggiamento seguito da incendio, mentre per domare le fiamme è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco, chiamati immediatamente dallo stesso senzatetto. 

Più volte nel recente passato le amministrazioni gelesi hanno parlato di recuperare i grandi spazi dell’ex Mattatoio ma senza risultati concreti. Ultimamente due artisti, Luigi Giocolano e Giovanni Iudice, hanno coinvolto un gruppo di giovani migranti in un progetto di integrazione attraverso l’arte: laboratori di lavorazione dell’argilla. Per farlo, hanno scelto come sede proprio uno di quei casermoni. «La struttura – spiega Iudice, che è anche attivista del Movimento cinque stelle – potrebbe diventare un museo. A Roma all’ex Mattatoio hanno fatto il Macro (museo d’arte contemporanea), qui invece abbiamo trovato senzatetto tra i sorci. I casermoni andrebbero gestiti con finalità sociali, creando spazi multidisciplinari. E per farlo si potrebbero usare i milioni che vengono dalle compensazioni Eni, invece il Comune li ha abbandonati».

Ma l’artista gelese non vede con ottimismo il futuro del sito. «Abbiamo chiesto a questa amministrazione di occuparsene, ma è stata sorda – denuncia – sarebbe stato bello che gli stessi senzatetto che ormai da tempo ci vivono potessero diventare i guardiani di questo posto. Invece tutto quello di buono che era stato avviato, adesso è fermo. Adesso – conclude – arriva anche questo brutto episodio». 

Salvo Catalano

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