«Non è accettabile che l’Europa non abbia assolutamente contezza di ciò che viene fatto nei territori, specialmente quelli periferici, con i fondi europei, a maggior ragione se si parla di Sanità». Il commento arriva da Ignazio Corrao. L’europarlamentare siciliano da pochi giorni ha ricevuto la risposta dalla commissaria per la Salute Stella Kyriakides a un’interrogazione riguardante i fatti accaduti a inizio anno tra Gela e Caltanissetta. Era il 20 gennaio quando, in seguito a un focolaio di Covid scoppiato all’interno del reparto di Terapia intensiva dell’ospedale Vittorio Emanuele di Gela, sette pazienti furono trasferiti al Sant’Elia di Caltanissetta per l’impossibilità di garantire le cure. Sei di loro morirono nei giorni successivi. Numeri che hanno portato i familiari delle vittime a costituire un comitato spontaneo, nel tentativo di chiedere chiarezza. Il caso così è finito anche all’attenzione dell’Europa a cui Corrao ha chiesto di dare risposte: «La tragedia ha evidenziato le condizioni disastrose del distretto sanitario di Gela – si legge nel testo dell’interrogazione parlamentare – Carenza di medici, criticità strutturali e gestionali, assenza di reparti fondamentali come l’emodinamica, la stroke unit, la gastroenterologia d’urgenza, la breast unit e molti altri reparti essenziali. I fondi Ue spesi nel territorio non sostengono il diritto alla salute».
L’europarlamentare, che dopo avere lasciato il Movimento 5 stelle oggi fa parte del Gruppo dei Verdi, ha formulato tre quesiti riguardanti l’ammontare delle risorse già stanziate e quelle di prossimo impegno nel comparto sanitario gelese ma anche una valutazione dei risultati raggiunti in relazione agli obiettivi dei programmi di spesa. La risposta della Commissione, tuttavia, è stata di carattere generale senza entrare nel merito del caso specifico: «Gli Stati membri sono responsabili della gestione dei servizi sanitari e dell’assegnazione delle risorse loro destinate. La Commissione non raccoglie pertanto dati riguardanti gli investimenti regionali o locali nell’assistenza sanitaria», si legge nella risposta della commissaria cipriota, giunta il 29 luglio, in cui si far rierimento a quanto previsto dal Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Nel documento, Kyriakides si sofferma sui maggiori investimenti nel settore sanitario che arriveranno in Italia con la programmazione 2021-2027 e con il Pnrr. «Verranno effettuati investimenti nelle infrastrutture, nella promozione della ricerca e dell’innovazione e nello sviluppo delle competenze del personale sanitario. Il Pnrr contribuirà inoltre a migliorare la rete di assistenza sanitaria territoriale, in particolare tramite la creazione di nuove strutture», afferma la commissaria assicurando un rigido monitoraggio delle spese legate al piano nazionale di ripresa e resilienza.
«La delega alle autorità nazionali sta diventando l’alibi perfetto per non occuparsi delle aree più martoriate del continente, come quella di Gela – commenta Corrao a MeridioNews – Approfondiremo con la Regione lo stato degli investimenti. Una cosa deve essere chiara: occorre monitorare la prossima ondata di fondi affinché i soldi vengano spesi per le reali esigenze». Nelle settimane scorse, un’altra interrogazione riguardante il territorio di Gela era finita sui tavoli dei commissari europei. In quel caso si parlava dei quantitativi di sostanze radioattive – uranio e torio – presenti nel mare antistante la città. «Anche in quel caso la risposta fu inadeguata», sottolinea Corrao, facendo riferimento al parere negativo, poi superato dal ministero per la Transizione ecologica, rilasciato dall’ente gestore della riserva Biviere sul progetto di realizzazione del gasdotto Malta-Sicilia.
In merito al potenziamento della rete ospedaliera, la Regione un sito web in cui vengono descritti gli interventi avviati sotto la guida di Tuccio D’Urso, l’ingegnere ed ex dirigente del dipartimento all’Energia nominato da Nello Musumeci per seguire i progetti. Su Gela sono previsti tre progetti: il primo, riguardante l’adeguamento del Pronto soccorso, risulta già ultimato, mentre gli altri riguardano la realizzazione di posti di terapia intensiva e sub-intensiva. Nel primo caso, l’obiettivo dichiarato è quello di completare le operazioni entro la fine dell’anno, mentre il secondo progetto – stando a quanto riportato sul sito – è in attesa di espletazione della gara d’appalto. «Va bene comunicare i dati sull’avanzamento dei progetti, ma servono anche studi di carattere qualitativo, che dicano gli impatti registrati sul territorio in seguito agli investimenti», conclude Corrao.
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