«Se non gli sta bene si rivolgano al Tar», aveva tuonato il sindaco di Gela Domenico Messinese. Detto fatto. Lo scorso mese il primo cittadino aveva emanato un’ordinanza con la quale vietava al gestore del servizio idrico integrato Caltaqua la distribuzione notturna dell’acqua. Il Tribunale amministrativo regionale di Palermo ha però dato ragione alla società spagnola, annullando il provvedimento. Per i magistrati non sussisteva l’urgenza di «tutelare il bene pubblico con efficacia ed immediatezza al punto da non consentire l’utilizzo dei mezzi ordinari offerti dall’ordinamento».
Inoltre la giunta, sempre secondo i giudici del Tar, in questo modo «impone al soggetto che gestisce le reti idriche una condotta non prevista dagli atti che regolano il rapporto con lo stesso, e contraddittoria con essi, senza adeguata motivazione ed istruttoria preposta». Tutto come prima, insomma. Anche se secondo alcune testimonianze dei cittadini, in realtà Caltaqua non ha mai eseguito l’ordinanza.
«Qui l’acqua ha continuato e continua ad arrivare tra l’una e le due di notte», racconta Mattia Cecconello, studente universitario di Giurisprudenza all’Università di Catania. Mattia vive in uno dei quartieri più complicati della città, a cui è rimasto il soprannome baracche perché effettivamente era costituito in passato da abitazioni di fortuna. «Non ne possiamo più di svegliarci in piena notte, o fissare la sveglia alle 5 del mattino (senza ritornare a letto) a giorni alterni. Per non parlare del rumore assordante dei motorini. Sfido i vertici di Caltaqua a dormire così».
Intanto il sindaco promette battaglia. «Non è stata data ai gelesi la possibilità di difendersi – commenta a Meridionews -. Io non ho voglia di tenere gli occhi chiusi. Caltaqua mangia la carne e ai cittadini lascia l’osso». In un primo momento la giunta aveva fatto commentare la sentenza del Tar ai propri avvocati. «Non vi è stato il tempo per una tempestiva costituzione in giudizio dell’ente – contesta Massimiliano Musso, difensore del Comune di Gela -. La notifica del ricorso di Caltaqua si è perfezionata il 12 maggio, mentre la decisione è del 24 maggio. Ci rivolgeremo al Cga».
Ma intanto un’altra estate bussa alle porte. Preannunciandosi come l’ennesima con le croniche mancanze d’acqua e crisi idriche in una città di 75mila abitanti. I gelesi sembrano rassegnati. «Qui l’acqua non manca da mesi – nota quasi con stupore Erika, che vive nella fondamentale arteria di via Venezia -, quel che manca è la dignità», conclude. Non mancano le critiche all’operato della giunta. Per Salvatore Zafarana, che vive nel quartiere residenziale di Caposoprano, «l’amministrazione sembra non conoscere i termini contrattuali dell’accordo e procede populisticamente per fare solo rumore». Anche Antonio Cuvato, residente a Manfria, rimane critico. «Non si agisce per ordinanza – sostiene Cuvato, che pure questa giunta l’ha votata -. Si devono invece concertare le modalità d’intervento con tutti gli enti, in particolare con il bene per eccellenza che è l’acqua. Si chiama amministrare».
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