Gela, il Terranova sfrattato dallo stadio Presti Si dimette il mister: «Impossibile lavorare così»

«Mercoledì sera siamo stati sfrattati dallo stadio Presti dai carabinieri e dalla polizia municipale. Da quel momento non ne ho potuto più e ho detto al mio presidente che mi sarei dimesso perché non potevo accettare una cosa del genere». Natale Serafino racconta senza giri di parole ciò che è successo nei giorni scorsi al Terranova Gela, squadra di cui non è più l’allenatore dopo le dimissioni arrivate nelle ultime ore. 

Il braccio di ferro degli ultimi mesi tra la squadra che milita nel campionato di Eccellenza e l’amministrazione comunale non è arrivato a una soluzione che potesse accontentare tutti. A utilizzare lo stadio per gli allenamenti infrasettimanali, infatti, è il Gela Calcio che invece milita nel campionato di serie D. Con buona pace della squadra giallorossa. «La situazione relativa agli impianti sportivi e il Terranova è abbastanza complicata – prosegue Serafino –. I rapporti tra il sindaco e il mio presidente Christian Paradiso non sono dei migliori. Noi eravamo costretti ad allenarci sul campo di Macchitella (il Mattei, ndr), senza luce. La squadra aveva anche i suoi limiti, ma con gli allenamenti avevamo continuamente molti problemi».

Oltre a mister Serafino, a dimettersi è stato anche il team manager della squadra, Alessandro Barone, che nei confronti del sindaco aveva usato parole pesanti asserendo come Messinese «fosse il sindaco non della città di Gela, ma del Gela calcio». Frasi dalle quali però il tecnico si tiene alla larga: «Io sono catanese, a Gela sono un ospite e non posso dire se Messinese è il sindaco del Gela calcio, queste dichiarazioni le lascio ai diretti interessati. È pur vero però che fino a oggi non siamo stati messi in condizione di fare bene, al di là dei problemi che poteva avere la squadra anche a livello di preparazione e programmazione». L’ormai ex allenatore del Terranova, però, successivamente si sbilancia un po’: «Sono delle situazioni che non conosco bene, però ho capito che il sindaco tiene molto al Gela calcio e fa in modo che tutto tiri da quel lato… Ripeto, io non conosco qual è veramente la situazione, mi interessava capire se potevamo essere messi in grado di fare calcio. Se però non ci mettono in condizione…».

L’amministrazione, però, non ci sta e sottolinea come esistessero degli accordi preventivamente presi. Il Comune in una nota ricorda di aver stabilito che per le sedute infrasettimanali «tutte le società devono allenarsi al Mattei, secondo un calendario di giorni e orari stilato dalle parti, tranne il Gela e la sua Juniores che vanno al Presti», mentre per le gare ufficiali «tutte le società devono giocare le proprie gare ufficiali al Mattei, tranne il Gela e il Terranova che giocano al Presti». A novembre il Terranova aveva chiesto e ottenuto di potersi allenare al Presti per tre giorni, in seguito ad alcuni problemi all’impianto elettrico del Mattei. «Secondo alcune voci – continua la nota dell’amministrazione – se il Terranova avesse perso domenica scorsa a Mazara, i dirigenti avrebbero ritirato la squadra dal campionato approfittando della questione Mattei-Presti per addossare la colpa al Comune e al sindaco Messinese in particolare».

Mister Serafino spera che la sua scelta drastica possa servire a smuovere qualcosa: «Io spero che qualcosa possa cambiare soprattutto per il bene dei ragazzi che fanno parte della squadra. Ho dato le dimissioni anche per la profonda stima che nutro nei confronti del presidente Paradiso, il quale tra l’altro mi ha anche chiesto di tornare sui miei passi. Ma non posso tornare se è impossibile lavorare per fare bene». E a proposito di squadra, proprio nelle ultime ore si era paventata l’ipotesi che la formazione giallorossa potesse ritirarsi dal campionato: «Questo non lo so – conclude Serafino –. Indubbiamente la situazione all’interno dello spogliatoio non è delle migliori dal punto di vista mentale, perché i ragazzi hanno subìto questa situazione e anche a loro è venuta a mancare questa voglia di lottare e soprattutto la fiducia in loro stessi».

Luca Di Noto

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