Gela: al convegno sul cancro censura per Rino Strano, il medico No Muos

INCREDIBILE MA VERO. A NEGARE LA PAROLA AL MEDICO, UN SUO COLLEGA. IL CHE E’ ANCORA PEGGIO

Libertà di parola? Libertà di pensiero? Ma dove? Di certo non a Gele, dove giovedì sera, nel corso di un convegno sulla prevenzione e sulla cura del cancro, è stato impedito di parlare ad un medico che di questi argomenti se ne intende parecchio. Parliamo di Rino Strano, che oltre ad essere responsabile regionale del Wwf, è appunto, un medico in prima fila nella lotta contro il Muos di Niscemi, che ha sempre denunciato i rischi per la salute derivanti dalle onde elettromagnetiche non solo del costruendo impianto, ma anche delle antenne già esistenti, sempre nella base Usa di contrada Ulmo (nell’area è alto il tasso di leucemie, ad esempio).

Come mai non lo hanno fatto parlare? Temevano che ribadisse che se si parla di cancro non si può non parlare di Muos? Ad occhi e croce, questa è l’unica spiegazione.

. “Già all’ingresso – ci ha raccontato Rino Strano consulente scientifico del Movimento No Muos Sicilia – il comitato di accoglienza costituito da un folto numero di rappresentanti delle forze dell’ordine aveva impedito l’ingresso a semplici cittadini, solo perché “riconosciuti” come attivisti No Muos. Ad uno che indossava la magliettina No Muos è stato imposto dai carabinieri, presenti all’ingresso, di coprire la scritta perché oltraggiosa e vergognosa e ed io stesso ho dovuto prestare la mia giacca. Solo dopo che questi hanno “promesso” al vice questore di “fare i buoni”, sono stati autorizzati ad entrare, ma già il convegno era iniziato da tempo. Uno dei temi del convegno trattava la prevenzione del cancro, giusto? “si, ed io volevo evidenziare come una delle cause di insorgenza del cancro possa essere l’esposizione a campi elettromagnetici.

Ho chiesto più volte di intervenire – racconta ancora Rino Strano (nella foto accanto imbavagliato per protesta) – come medico impegnato contro il MUOS ed ho illustrato bene al dr. Roberto Valenza direttore del reparto di oncologia dell’ospedale di Gela, nonché organizzatore della giornata, quali sarebbero stati gli argomenti che avrei trattato. Ho spiegato al collega che non avrei fatto polemiche ma avrei parlato del corretto utilizzo e della registrazione, da parte anche dei semplici cittadini di Niscemi e anche di Gela, delle centraline e della registrazione dei dati ricavati così da poterli utilizzare come arma di prevenzione contro l’insorgenza di cancri da elettromagnetismo, ma tutto ciò mi è stato CATEGORICAMENTE VIETATO. Il collega Valenza, più volte sollecitato da me prima che iniziasse il convegno, durante e anche alla fine del dibattito mi ha vietato l’intervento come medico, adducendo giudizi di non pertinenza del mio “argomento” a quanto trattato, dimenticando che una delle cause dell’insorgenza di cancri e tumori è data anche dalla scarsa informazione sul tema.

Ma c’è di più, davanti al diniego del dr. Valenza, avevo chiesto di intervenire al giornalista “moderatore”, il quale ascoltato il contenuto del mio intervento si era detto disponibile ad introdurlo, subito dopo è stato convinto a non lasciarmi parlare “assolutamente” dallo stesso Valenza. Perché? Non mi è dato capirlo. Personalmente ritengo di aver subito un grave sopruso alla mia libertà di parola, di espressione, che nessun fastidio avrebbe arrecato al contenuto del dibattito, visto che di “prevenzione” si sarebbe dovuto parlare. Subire tali soprusi ed imbavagliamenti ritengo sia pericoloso, non denunciarlo ancora di più. Ritengo che ieri il diritto all’informazione e la libertà di espressione sia stato assolutamente violato. Solo la presa di coscienza di tutto un popolo e la conseguente “rivoluzione” pacifica potrà salvarci”.

 

Daniela Giuffrida

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