Gela, accordo a Roma per l’area crisi complessa Estesa a 24 Comuni, sarà la più grande d’Italia

Evocata all’indomani dell’accordo che ha chiuso il ciclo di raffinazione del petrolio a Gela nel 2014, approvata a maggio 2015 con decreto ministeriale, riconosciuta e ampliata ieri a Roma: l’area di crisi industriale complessa di Gela si avvia lentamente a diventare realtà con la firma del progetto di riqualificazione e riconversione del territorio. Un provvedimento che non interessa solamente la città del golfo ma anche 24 Comuni della zona, con un’estensione di oltre 50 chilometri che la fa diventare la più grande d’Italia, comprendendo i territori di Mazzarino, Vittoria, Caltagirone, Riesi, Caltanissetta e Piazza Armerina.

Ancora una volta la partita si è giocata al ministero dello Sviluppo Economico, dove erano presenti per il Comune di Gela i due principali sponsor dell’accordo: il sindaco Domenico Messinese e il vicesindaco Simone Siciliano, che sin dal proprio insediamento hanno spinto per la realizzazione dell’accordo di programma. Attorno alla metà di febbraio verrà pubblicato un bando che darà 30 giorni di tempo per presentare proposte di insediamento (con bonifica dei territori a carico) all’interno dell’area dell’ex Raffineria, occupata in minima parte dall’avvio della Green Refinery e per il resto composta da aree dismesse e non più attive da oltre due anni. 

«Dopo aver registrato informalmente le prime 13 richieste di investimento – ha spiegato Messinese -, adesso si mette in moto anche la macchina per attrarre imprenditori pure dall’estero. A tutti saranno assicurati iter semplificati, contro quella burocrazia farraginosa che è tra le prime cause di sfiducia tra gli investitori. Abbiamo inoltre proposto l’introduzione di una Zona Economica Speciale che, prima in Italia, potrebbe favorire ulteriormente l’appetibilità imprenditoriale per le condizioni fiscali vantaggiose». 

Ma l’accordo non riguarda esclusivamente il perimetro Eni. Il progetto infatti prevede investimenti anche sulle opere più problematiche e finora bloccate: a partire dalla progettazione esecutiva dell‘autostrada Gela-Siracusa, di cui si discute sin dagli anni ’70, per arrivare alla realizzazione delle opere di infrastrutturazione del sistema portuale gelese, finora celebre per essere perennemente insabbiato. Viene poi delineato il potenziamento della linea ferroviaria Ragusa-Gela, che ha visto recentemente nuova linfa con l’introduzione dei Minuetto al posto delle vetuste littorine, e un nuovo investimento sulle aree industriali ex Asi per le quali l’assessorato regionale competente si impegna ad intervenire sul prezzo d’acquisto. 

Andrea Turco

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