Fabrizio Gatti è uno dei pochi giornalisti di questo paese che abbiano ancora la voglia di fare giornalismo “vero”, di raccontare storie, di denunciare le iniquità non comodamente seduti dietro una scrivania, ma sporcandosi le mani, sudando, e riportando i fatti senza il filtro dell’austerità di una penna stilografica.
Giornalista professionista in forza al Corriere della Sera e dal 2004 a L’Espresso, Gatti dal 1991 si occupa di criminalità italiana e internazionalema il suo curriculum professionale si fregia soprattutto dei suoi reportage.
Gatti é stato inviato in Moldavia, Romania, Albania, Egitto, Marocco e Venezuela per ripercorrere i viaggi delle vittime della prostituzione, del lavoro nero e dell’immigrazione clandestina.
Molto brevemente, alcune esperienze da ricordare che lo hanno reso famoso in campo giornalistico: Nel 1998 ha vissuto per un periodo in una baraccopoli alla periferia di Milano. Nel 2000 si è fatto rinchiudere con il falso nome di Roman Ladu, nel centro di detenzione per stranieri di via Corelli, a Milano. Nel 2006 si è fatto assumere in Puglia durante la raccolta di pomodori per verificare le condizioni di vita e lavoro cui è sottoposta la manodopera di immigrati. Più recentemente ha denunciato l’abuso della professione medica da parte dei medici del nosocomio Umberto I di Roma.
E’ dunque per celebrare un valido esempio di giornalismo di cui Step1, nel suo piccolo, cerca giornalmente di farsi portavoce, vi riproponiamo di seguito una selezione dei migliori reportage di Fabrizio Gatti:
“Potevo anche finire in un carcere libico”
Io, clandestino per un giorno rinchiuso nel centro di via Corelli
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