«Non c’è spazio per ulteriori investimenti nel gas». È uno dei passaggi salienti di una risoluzione presentata dall’eurogruppo Verdi-Alleanza libera europea (Ale) e la cui discussione è in programma questa sera a Strasburgo. Nel mirino è finito il progetto per la realizzazione del gasdotto Malta-Gela. I parlamentari chiedono che entro giugno la «commissione europea presenti una nuova lista di progetti di interesse comune». L’iniziativa arriva pochi giorni dopo la notizia, che MeridioNews ha dato in esclusiva, dei risultati delle indagini ecologiche effettuate al largo di Gela. Studi da cui è emersa, tra le altre, la presenza di uranio impoverito in mare. Una scoperta che, sommata alle tante criticità che caratterizzano da decenni la piana gelese, hanno spinto il gestore della riserva Biviere – per conto della Regione Siciliana – a formulare un parere ambientale in cui si chiede al ministero per la Transizione ecologica di individuare un altro tracciato per l‘infrastruttura da circa 300 milioni di euro pensata per favorire, in primo luogo, l’approvvigionamento energetico da parte di La Valletta.
Adesso, però, c’è chi mette in discussione la stessa opportunità di puntare sull’opera. A maggior ragione in un momento in cui la situazione geopolitica, legata al conflitto ucraino-russo, ha posto al centro dell’attenzione il tema della dipendenza energetica da paesi extraeuropei. «Alcuni stanno alimentando la narrativa secondo cui l’Unione europea avrebbe bisogno di diversificare le importazioni di gas attraverso nuovi gasdotti e terminali Gnl – si legge in uno dei documenti che accompagnano la risoluzione – Questi progetti aumentano la dipendenza dell’Ue dalle importazioni di gas invece di ridurle». Gli europarlamentari chiedono retoricamente «se sia meglio dipendere dal gas fossile dell’Azerbaigian o del Qatar oppure dall’attività di fracking degli Stati Uniti, piuttosto che dalla Russia». Nel documento si sottolinea che il finanziamento di gasdotti di fatto non apporterà sollievo alla situazione attuale «poiché servono anni per costruirli», ma anche perché una volta fatti vanno utilizzati per decenni per ammortizzarne il costo. «Bloccandoci in un futuro basato sul gas fossile», sostengono gli eurodeputati. Che ricordano anche le criticità di un altro progetto di gasdotto, quello conosciuto con il nome EastMed, che dovrebbe collegare il Mediterraneo orientale con l’Europea, interessando Israele, Cipro, Grecia e Italia.
Ma quella di carattere ambientale non è la sola riflessione a sostegno dell’invito all’europarlamento a votare per una revisione dei progetti di interesse comunitario. A trovare posto nella risoluzione è anche un riferimento alla situazione maltese e, in particolar modo, alle vicende giudiziarie legate all’omicidio di Daphne Caruana Galizia, uccisa con un’autobomba il 16 ottobre del 2017. Accusato di far parte dei mandanti dell’assassinio è, infatti, Yorgen Fenech, già amministratore delegato di Tumas Group e direttore della compagnia Electrogas. Sin dal primo momento, la matrice del delitto è parsa riconducibile alle inchieste portate avanti da Caruana Galizia in tema di corruzione a Malta. «La Commissione europea dovrebbe fornire garanzie ferree sul fatto che i fondi Ue non vadano a criminali», si legge tra le premesse della risoluzione presentata dal gruppo Verdi-Ale.
A firmare la risoluzione è stato anche l’europarlamentare siciliano Ignazio Corrao, che già nei giorni scorsi aveva preso posizione sulla questione dell’impatto ambientale dell’infrastruttura sull’area gelese. «Siamo convinti che la lista Pci (projects of common interest, ndr) della Commissione, oggi più che mai, sia assolutamente fuori dalla storia – dichiara Corrao a MeridioNews – perché contiene progetti inquinanti, non necessari, pericolosi, costosissimi, che per giunta continuano a creare dipendenza dall’estero, come le infrastrutture legate all’approvvigionamento di gas. Per questo voteremo per revisionarla proponendo una lista alternativa, che ridiscuta la logica il gasdotto Italia-Malta, attorno al quale – conclude il parlamentare europeo – girano interessi enormi, come ha dimostrato l’omicidio di Dafne Caruana».
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