Galermo, un quartiere paese Ma abbandonato a se stesso

San Giovanni Galermo è un mondo a sè. Un unico grande quartiere periferico che costituisce la quinta municipalità e si sviluppa circa 6 chilometri dopo la tangenziale di Catania, a 300 metri sul livello del mare. Sulla carta conta 16mila abitanti ma di fatto, secondo Guseppe Catalano, presidente di municipalità, sarebbero circa 20mila tra residenti effettivi e abusivi. «Molte persone – precisa infatti – vivono qua perché hanno la seconda casa, ma non risultano residenti».

«Sono di Galermo ma vivo qua solo dopo le 18», racconta Lorena, studentessa di Biologia che, tra università e piscina, trascorre le sue giornate in città. Come lei anche i genitori che dalle otto del mattino fino alla sera lavorano in centro. «Faccio questa vita, sali e scendi da Galermo a Catania, dagli anni del liceo. E’ peggio che vivere in paese», lamenta l’amica, sangiovannese pure lei. «Devi spostarti verso la città o i centri commerciali della zona se vuoi trovare qualche servizio».

Due le scuole, l’elementare Padre Santo di Guardo e la media Salvatore Quasimodo. Ma nessun asilo nido né bambinopoli. Non c’è un’ospedale e manca persino la guardia medica. «In compenso – racconta Catalano – dal luglio 2010 abbiamo finalmente la postazione del 118 e, tramite convenzioni, siamo riusciti ad aprire un ambulatorio di neuropsichiatria che collabora con le scuole e i servizi sociali. Ma c’è ancora tanto da fare», sospira. «Manca un ambulatorio per le analisi e le vaccinazioni, un consultorio familiare. Non esistono centri sportivi o di aggregazione per i giovani e tanti altri servizi indispensabili per una municipalità così vasta e staccata dal resto della città».

Eppure di recente qualche passo avanti è stato fatto. «Dopo anni di attese abbiamo inaugurato la rete del metano quasi su tutto il territorio», spiega Catalano. Anche se uno dei problemi più sentiti a San Giovanni Galermo resta quello della viabilità. «Le strade sono strette e mancano i parcheggi», ci dice Lorena. «La gente è abituata a lasciare le automobili ovunque, anche sui marciapiedi e davanti all’ingresso dei negozi o delle abitazioni». Di fatto le carreggiate non consentono lo spazio per la sosta e la mancanza di vigili che regolino il traffico peggiora la situazione.

Nel quartiere, infatti, i vigili urbani che dovrebbero prestare servizio sono quelli di Catania,
il commissariato di polizia è quello di Nesima e la caserma dei carabinieri competente è quella di Gravina. Un decentramento delle forze che di certo non agevola il controllo sul territorio. La delinquenza giovanile in zona è esperta in scippi e rapine ma «basterebbe una pattuglia al giorno per mantenere l’ordine», sospira Catalano.

 

[Foto di Croakx]

Federica Motta

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