Futuri medici in piazza a Roma

Sono scesi in piazza i medici abilitandi neolaureati, che ieri erano a Roma per una manifestazione nazionale. Il rischio che corrono è quello di dover perdere un anno di vita, non potendosi iscrivere subito alle scuole di specialità. Un anno buttato via, che si sommerebbe a un percorso di formazione che è già, di per sé, il più lungo dell’Università: gli aspiranti medici studiano infatti sei anni per la laurea, e altri quattro o cinque per la specializzazione. Il tutto si deve a problemi burocratici e ad un intreccio di termini e scadenze che ha il sapore di una beffa.
 
Spieghiamoci meglio: un decreto ministeriale del marzo 2006 stabilisce che i laureati in medicina che intendano accedere alle scuole di specializzazione devono aver superato l’esame di abilitazione dopo aver seguito un tirocinio di tre mesi. Il calendario delle prove d’esame è predisposto dal Ministero dell’Università e della Ricerca. Anche quest’anno, come avvenuto nei precedenti, tale calendario è slittato di diversi mesi con il risultato che l’esame di abilitazione è stato fissato per il 18 luglio. Esattamente quindici giorni dopo la scadenza per l’iscrizione alle scuole di specialità (stabilita per il 3, 4 o 5 luglio, a seconda degli indirizzi).

 
Di conseguenza, tutti i laureati da novembre 2006 a marzo 2007 verranno esclusi dal concorso per la specializzazione, anche perché il governo non ha confermato la deroga – soluzione adottata negli anni scorsi – che permetteva di accedere alla specializzazione con riserva di abilitarsi in seguito, alla prima sessione utile. Il problema è stato dibattuto in Parlamento nel mese di maggio a seguito di un’interpellanza sostenuta trasversalmente dalle varie parti politiche e grazie all’impegno dei rappresentanti degli studenti. Ed è venuta fuori qualche possibile alternativa.
 
Angelo Battaglia, portavoce nazionale degli abilitandi, ci spiega: «Il ministro Mussi ha promesso un nuovo bando di concorso per l’accesso alle scuole di specialità a novembre 2007, in modo da sanare i ritardi accumulati in questi anni. Si tratterebbe di un’eccezione, visto che ogni anno è previsto un unico bando, ma ciò porterebbe di nuovo la situazione alla normalità nell’anno 2008/2009». La promessa dovrebbe essere mantenuta entro il 31 luglio e, proprio per far rispettare questa scadenza, gli abilitandi da tutta Italia sono oggi a Roma per farsi sentire. «Ci saranno rappresentanti di tutti e tre gli Atenei siciliani, di Bari, di Genova, e naturalmente delle università di Roma», aggiunge Battaglia.
 
Sono più di 1800 i neolaureati che rischiano di perdere, oltre che un anno della loro vita, anche molto dal punto di vista economico: da quest’anno infatti gli specializzandi italiani avranno uno stipendio annuale di 22.500 euro, cioè quasi il doppio degli anni precedenti, raggiungendo così i livelli dei colleghi del resto d’Europa.

Salvo Catalano

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