Fusione Intesa San Paolo-Unicredit? In Sicilia gli esuberi sarebbero migliaia

Al momento è solo un rumor. Ma talmente insistente da avere creato il panico tra i sindacati, anche in Sicilia. Parliamo dell’ipotesi di fusione tra il Gruppo Unicredit -che controlla il Banco di Sicilia- e Intesa San Paolo. Secondo indiscrezioni che arrivano da ambienti vicini ai due gruppi, l’operazione sarebbe utile, per evitare eventuali scalate ostili da parte di banche estere. Ma, forse, soprattutto, servirebbe a dare ad Intesa quella dimensione europea che al momento non ha, e, a tentare di mettere le toppe ai bilanci non proprio floridi di entrambi i gruppi.

I vertici dei due colossi bancari negano tutto o si trincerano dietro il più classico dei no comment. Ma, qualcosa in pentola c’è di certo. Intanto a divulgare per primo la notizia, è stato Massimo Mucchetti, autorevole firma del Corriere della Sera. Giornale di certo cauto quando si tratta di banche. In sostanza, sembra di capire che, quello che non è dato sapere, è se si tratti di un progetto definito o di una ipotesi sui cui sta lavorando. Fatto sta che, come detto, i sindacati del settore hanno già messo le mani avanti e hanno dedicato numerose riunioni a questo tema. Il timore, è, principalmente, legato al tema degli esuberi. Che sarebbero migliaia, solo in Sicilia.

“Sarebbe un’operazione aberrante sotto tutti i punti di vista- dice a LinkSicilia Carmelo Raffa, dirigente della Fabi- innanzitutto comporterebbe una concentrazione eccessiva e avrebbe anche ripercussioni devastanti sui lavoratori. Che sono già fortemete penalizzati dall’attuale piano industriale di Unicredit e dalle indicazioni dell’Abi che in tutta Italia prevede tagli. Devo dire che i vertici di Piazza Cordusio, che abbiamo incontrato di recente, hanno negato l’ipotesi, ma continueremo a vigilare”.

Molto preoccupato si dice anche Filippo Virzì, dirigente dell’Ugl Credito: “Saranno solo boatos, ma sono molto insistenti. In pratica significherebbe migliaia di esuberi perché si determinerebbe una sovrapposizione pesantissima in termini di sportelli, a cominciare da Palermo e Catania. L’operazione inoltre-ha aggiunto- presenterebbe le stesse caratteristiche di quella con cui Capitalia ha fagocitato il Banco di Sicilia. Si ripeterebbero gli stessi errori con la conseguente scomparsa di banche locali”.

Crolla Unicredit? Ce ne faremo una ragione

Antonella Sferrazza

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