«Dovevamo mangiare le arancine… invece siamo finiti noi in padella», così ha affermato una delle dodici persone arrestate lo scorso 13 dicembre, dai Carabinieri della Compagnia di Monreale, perché, in concorso tra loro, avevano alimentato abusivamente di energia elettrica due intere palazzine.
L’allaccio era stato realizzato con un cavo trifase 16×3 mm2, direttamente nella cassetta dell’Enel. I condomini non si erano assolutamente limitati nelle spese, tanto da aver collegato televisori, condizionatori, stufe e lampade, oltre ad un montacarichi elettrico, per sopperire alla mancanza dell’ascensore.
Colti di sorpresa dall’arrivo dei militari dell’Arma dei carabinieri, i mariti senza alcuna remora hanno accusato le proprie mogli, dell’allaccio abusivo nei vari appartamenti. Infatti, sette delle dodici persone arrestate sono donne. Inoltre, cinque di queste sfortunate consorti erano già state denunciate, in una precedente occasione, per abusivismo edilizio. L’operazione ha evidenziato quindi come gli uomini si siano sono letteralmente “nascosti” dietro le loro donne, impauriti dal fatto che i loro precedenti penali li avrebbero ulteriormente sfavorire a processo avviato. Dopo l’arresto i 12 sono stati liberati ed hanno atteso la convalida regolarmente giunta in settimana.
In altre due distinte operazioni i Carabinieri hanno tratto in arresto, nella giornata di martedì due uomini per lo stesso reato di furto di energia elettrica in due distinte abitazione di via Cavallacci, anch’essi sottoposti ai domiciliari in attesa della convalida arrivata ieri, e nella giornata di mercoledì, una coppia di imprenditori che aveva rilevato il locale per ricevimenti “Villa Medea” di Pioppo; questi ultimi avevano pensato di ammortizzare le spese applicando un magnete al contatore che abbattesse i consumi del 95%. In manette anche loro ed ai domiciliari, all’esito della convalida sono stati rimessi in libertà in attesa delle ulteriori fasi del processo.
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