Che d’inverno faccia freddo è un luogo comune oltre che un fatto scontato, ma il gelo di questi giorni che sta imperversando in Sicilia non era stato previsto. Nelle ultime due notti a Palermo la colonnina di mercurio ha sfiorato i zero gradi. E se nelle case, anche in assenza di riscaldamenti, si riescono a fronteggiarono le basse temperature, chi in questi giorni trema davvero sono i senzatetto della città. La rete della solidarietà si è attivata, col Comune a coordinare le operazioni e mettendo a disposizione un numero di telefono – facente capo alla centrale operativa della Polizia municipale – che però risulta sempre occupato. Le associazioni di volontariato dal 5 gennaio hanno intensificato gli sforzi, e non riescono, nonostante gli enormi sforzi, a esaudire tutte le richieste. Intanto si moltiplicano gli appelli per aiutare chi è in difficoltà e fioccano, è proprio il caso di dirlo, le proposte.
«Con l’arrivo del freddo si ripresentano gli stessi problemi per i clochard e per i tanti che non hanno un tetto, una casa per potersi riparare – dice ad esempio Pino Apprendi, deputato all’Ars ed esponente di Antigone, l’associazione che si batte per i diritti e le garanzie del sistema penale -. Non si capisce perché non si attrezzano per tempo strutture gia’ esistenti come le caserme dismesse e ce ne sono tante che possono essere utilizzate per queste ed altre emergenze». Anche l‘arcivescovo di Palermo, don Corrado Lorefice, ha voluto esprimere la vicinanza della chiesa in questi giorni. Nella conclusione della tradizionale messa di inizio anno a Palazzo delle Aquile, alla presenza delle massime autorità civili e militari cittadine, ha lanciato un augurio che «va a tutti i cittadini, a partire dai più piccoli, da chi anche oggi soffrirà il freddo, da chi non ha un lavoro e una casa, a quanti sempre più numerosi bussano alle nostra porta. Così tanti che a volte il cuore si stringe perché si sperimenta una sorta di impotenza. Il mio augurio alla città è che a tutti siano assicurati i principali diritti della dignità della persona».
La prima vera ondata di freddo di questa stagione mette a nudo questioni strutturali irrisolte. Come denuncia ad esempio il circolo Arci Porco Rosso. «La Missione Biagio Conte accoglie più di 700 persone ogni notte – si legge in una nota dal centro socioculturale di Ballarò – però non ci sono riscaldamenti né coperte, e da ieri c’è solo un bagno funzionante con acqua calda. Il grande freddo di questi giorni rende necessaria una delle dimostrazioni di solidarietà cui la nostra città ci ha abituato. Oggi pomeriggio dalle 16:00 alle 20:00 il Porco Rosso è un punto di raccolta: si cercano soprattutto coperte, guanti, calze pesanti e cappotti. Servono inoltre volontari alla parrocchia accanto all’Ospedale dei bambini in cui si sta allestendo un campo per la notte in cui si serviranno anche pasti caldi, con appuntamento sempre al Porco Rosso». Irrisolta pure la situazione dei migranti, spesso accolti in centri d’accoglienza dove mancano servizi essenziali. È rimasta inascoltata la lettera scritta a fine ottobre dai richiedenti asilo accolti presso vari Centri Straordinari di Accoglienza. A denunciarlo è l’operatore sociale Richard Brodie, che porta un esempio concreto. «A Romitello (750 metri sul livello del mare), dove circa 60 richiedenti d’asilo sono alloggiati – dice – il riscaldamento non funziona, e solo cinque persone fortunate hanno ricevuto dei giubbotti dall’ente gestore. Che sorpresa? No. La Prefettura è stata avvisata nuovamente della situazione nei CAS della provincia due mesi fa, in una lettera scritta dai migranti stessi».
La denuncia più dura viene però da Toni Pellicane, del Comitato lotto per la casa. «Io sono un po’ accanito contro questo finto correre ai ripari dell’amministrazione – attacca -. Il Comune nel 2014 decise di utilizzare un milione di euro per un contributo alloggiativo rivolto ai senza casa. Noi invece proponevamo al Comune di prendere con quei soldi delle case in affitto dai privati, magari con un incentivo come la riduzione o la cancellazione della tassa sui rifiuti. C’era tutto il tempo possibile per non ritrovarsi nell’ennesima emergenza freddo, col risultato invece che oggi oltre 250 persone vivono in mezzo alla strada. Non è una calamità – conclude l’attivista -. Nessuno si è inventato il freddo o i senzatetto da un giorno all’altro. E i posti messi a disposizione non bastano: il secondo dormitorio sarà attivo tra sette/otto mesi, alla prossima emergenza freddo. Tutto ciò è ridicolo oltre che vergognoso».
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