«Per Salvuccio si deve bloccare la strada. Li spariamo al centro». Mancano circa dieci minuti alle 17 di ieri pomeriggio, quando un gruppo di ragazzi posiziona una batteria di fuochi d’artificio all’incrocio tra via Galermo e via Pelagie. Alcuni motorini fanno da barriera per deviare il traffico, mentre nella vicina chiesa di Santo Stefano Protomartire centinaia di persone fanno volare in cielo dei palloncini bianchi. Un gesto accompagnato da un lungo applauso e da una canzone neomelodica intonata in sottofondo. È stato questo l’ultimo saluto che amici e parenti hanno voluto riservare a Fabio Salvatore Laudani, da tutti conosciuto come Salvuccio. Il giovane – 21 anni – è morto il 3 luglio scorso mentre si trovava ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Garibaldi Centro, a Catania. Un decesso seguito da una denuncia, presentata dai familiari, per accertare eventuali responsabilità mediche.
Venerdì scorso un giro di boa fondamentale in questa storia è stato l’autopsia, disposta dalla procura etnea. Sugli esiti non ci sono anticipazioni e per avere i risultati bisognerà aspettare tre mesi. La famiglia, difesa dall’avvocata Stefania Amato, ha scelto di nominare come consulente di parte il medico Giancarlo Guerrera, nel recente passato inserito nell’equipe di periti ai quali si affidò la moglie di un sottufficiale della marina militare morto sedici ore dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino anticovid AstraZeneca. Per l’ospedale, invece, Cristoforo Pomara, professore ordinario di Medicina legale all’Università di Catania. Al momento, secondo quanto emerso, il fascicolo è stato aperto contro ignoti.
Prima della celebrazione la bara bianca di Laudani è stata trasportata a spalla in corteo, con un momento di preghiera accompagnato da dei fumogeni. Parenti e amici – come avevano anticipato attraverso decine di post social su TikTok – hanno indossato delle magliette bianche con la scritta «Salvuccio vive per sempre», affiancata dalla stampa di due emoticon con un angelo. Su una ringhiera un grande striscione con la foto della vittima e un messaggio: «Insieme a te è volato in cielo un pezzo del nostro cuore. Continueremo a vivere con gioia, sicuri che un giorno ci ritroveremo». Un secondo striscione – lo stesso che era stato esposto davanti al Pronto soccorso dell’ospedale con la scritta «Giustizia per Salvuccio» e un cuore nero – è stato posizionato nella rotatoria di via Galermo.
Gli approfondimenti giudiziari però non riguardano soltanto quanto avvenuto dal momento del ricovero del ragazzo fino al suo decesso. Un capitolo specifico è infatti quello che riguarda quanto avvenuto dopo che si è diffusa la notizia del decesso di Laudani. Una comunicazione, quella fatta dal personale medico ai parenti, seguita da alcuni danneggiamenti e da un’aggressione nei confronti di una dottoressa, alla quale è stata diagnosticata una prognosi di 15 giorni. Momenti di tensione che le forze dell’ordine hanno fronteggiato con difficoltà, inviando sul posto sei equipaggi del reparto Volanti supportati dal decimo reparto mobile di corso Italia. Come già emerso, il 26 giugno il giovane è arrivato in ospedale trasportato da un’ambulanza, dopo essere stato colpito da una crisi epilettica mentre lavorava in un locale, in cui lavorava come banconista. Un disturbo neurologico con il quale conviveva ormai da diversi anni, dopo avere perso il padre, vittima di un incidente stradale mentre si trovava a Castelvetrano, in provincia di Trapani.
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