“Posso leggere la Bibbia, Omero o Dylan Dog per giorni e giorni senza annoiarmi”.
Quanti di voi, leggendo per la prima volta questa frase, riescono a credere che queste parole appartengono a Umberto Eco?
L’illustre scrittore e linguista italiano è stato infatti uno dei pochi intellettuali, in Italia ma anche nel mondo, a dare a un fumetto dignità pari a quella dei libri conosciuti e studiati in tutto il mondo.
Che i fumetti potessero attirate un target molto più ampio ci aveva già pensato Hollywood, che negli ultimi dieci anni ha prodotto un’infinità di titoli ispirati, oltre che ai supereroi classici, alle ‘graphic novel’ (romanzo grafico), di artisti come Frank Miller (‘300′ e ‘Sin City’) e Alan Moore (‘V for Vendetta’ e ‘From Hell’, in Italia pubblicato come ‘La vera storia di Jack lo squartatore’).
“Il campo del fumetto è ampio e abbraccia tutti i gusti”, ci raconta Maria Augello, pittrice che da 15 anni, insieme a suo marito e suo figlio, si occupa di questo mercato qui a Catania. “Esistono tre tipi di fumetto. Il primo, quello per ragazzi, si occupa di temi comici, avventurosi o sentimentali. Il secondo, quello medio, si diversifica per un disegno migliore e da una caratterizzazione dei personaggi più approfondita. IDel terzo, quello destinato a professionisti e universitari, fanno parte opere più ambiziose con trame molto particolari e curate”.
Ovviamente, il compratore medio ha un’età di circa 15 anni, ed è attirato dalla prima tipologia di fumetti, che in genere sono trainati dai cartoni animati che appaiono in televisione, come è successo per Ken il Guerriero, Ranma, Dragonball (vero è proprio best-seller in questo campo) e ultimamente One Piece, che negli ultimi dieci anni hanno scalzato le produzioni americane dalle prime posizioni di vendita.
Ma, come accade nelle maggiori manifestazioni artistiche come letteratura, musica e cinematografia, questa è solo una fase di passaggio per arrivare a comprendere questo mondo per poi passare a prodotti man mano più impegnativi e per adulti.
Alla seconda tipologia appartengono fumetti del calibro di Vagabond, storia romanzata delle imprese di Musashi Myamoto, il più grande spadaccino del Giappone del XVIII secolo, o il già citato Dylan Dog, fenomeno generazionale italiano degli anni ’90, comunemente scambiato per un fumetto horror, mentre in realtà nelle maggior parte delle storie i veri mostri sono gli esseri umani stessi.
Nell’ultima tipologia, oltre ai già citati Frank Miller e Alan Moore ritroviamo il giapponese Jiro Taniguchi e Neil Gaiman, che grazie a Sandman è stato l’unico fumettista a vincere il World Fantasy Award, l’Oscar della fantascienza.
E in Italia come vanno le cose? “Il mercato italiano” – conclude la Augello – “a differenza degli altri paesi europei, è più interessato alle opere americane e orientali, anche se oltre alle famosissime serie di Tex Willer e Dylan Dog, continuano ad andare bene anche Nathan Never, Ratman e Corto Maltese, uno dei primi esempi di Graphic Novel tutto italiano”.
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