Franco Piro: “Il bando sui tirocini formativi? Un metodo clientelare”

“NON CI VUOLE MOLTO A CAPIRE CHE E’ IMPOSSIBILE CHE DOMANDA E OFFERTA DI LAVORO SI INCONTRINO NEL GIRO DI QUALCHE MINUTO. ALLA FINE SI INCONTRERANNO QUELLI CHE SI SONO MESSI D’ACCORDO PRIMA”

“Il bando sui tirocini formativi? Mamma mia!”.

In effetti, per quello che sta succedendo, non è facile commentare uno dei fatti amministrativi della Regione siciliana più incredibili nell’intera storia dell’Autonomia.

Noi, dal 1985 ad oggi, di cose strane, negli uffici regionali, ne abbiamo viste tante. Ricordiamo l’area di una nuova cittadina, nella Valle del Belìce, acquistata da personaggi ‘chiacchieratissimi’. O una sanatoria edilizia – genialità tutta siciliana – che ‘sanava’ l’illecito amministrativo lasciando in piedi il fatto penalmente perseguibile.

Non dimenticheremo mai gli anni di un Comitato tecnico alberghiero – composto dagli albergatori – che distribuiva fondi pubblici agli stessi albergatori… O i fondi per dragare un Porto che, l’anno successivo, grazie all’assenza di studi sulle correnti marine, era punto e d’accapo. Soldi – era il caso di dirlo – buttati a mare (in realtà nelle tasche di chi gestiva questi lavori portuali eterni).

Insomma, ne abbiamo vista tante. Ma un Governo che prende 100 milioni di euro di fondi pubblici – per capirci: 200 miliardi di vecchie lire! – e stabilisce regole bizzarre per finanziare i tirocini formativi non l’avevamo mai visto.

Per capirci: ci sono, per ipotesi, 500 mila giovani disoccupati? E il Governo regionale stabilisce che a questo bando può partecipare solo una parte di questi disoccupati. Quali? Quelli che vanno sulla rete. E gli altri? Nulla!

Figli e figliastri, si sarebbe detto un tempo. Per vedere una cosa simile dovevamo aspettare il Governo dell’Antimafia – o della ‘Rivoluzione’, che dir si voglia – di Rosario Crocetta. Con due donne ‘geniali’ alla guida della Formazione professionale siciliana: Nelli Scilabra sulla plancia di comando dell’assessorato e Anna Rosa Corsello al vertice del dipartimento di questo settore.

A dir la verità, trattandosi di lavoro, avrebbe dovuto avere parte anche l’assessore regionale al Lavoro, il mite Giuseppe Bruno, che in questi fatti di ‘donne’ non si è immischiato.

Così quando chiediamo ‘lumi’ su questa storia a Franco Piro, esponente storico della sinistra siciliana, già parlamentare di Sala d’Ercole, già assessore regionale, già parlamentare nazionale, oggi esponente di spicco del PD siciliano, ci risponde:

“Mamma mia!”.

Noi proviamo a farci raccontare cosa ne pensa dei tirocini in salsa Scilabra-Corsello.

“A me, tutta questa storia – ci dice Franco Piro – sembra un po’ incredibile. Già l’inizio mi ha lasciato di stucco. Si era detto che questo bando dovesse essere rivolto ai giovani disoccupati siciliani da 18 a 35 anni. Mi è sembrato corretto. Poi non ho capito che cosa è successo. A un certo punto ho letto sui giornali che il bando sarebbe stato rivolto ai giovani siciliani disoccupati da 25 anni a 35 anni. Così, in un colpo solo, hanno escluso i giovani disoccupati da 18 anni a 25. E’ normale? A me non sembra affatto normale”.

 

Neanche a noi sembra normale. Chi ha deciso di escludere queste fasce di disoccupati giovanili? E com’è possibile che nessuna autorità sia ancora intervenuta?

Quindi la storia della rete: chi va su internet partecipa al bando, chi non ‘naviga’ rimane a casa. Insomma, i disoccupati muniti di pc, o comunque abituati al computer, partecipano. Chi non va sulla rete rimane fregato.

Noi ci siamo chiesti e continuiamo a chiederci: ma una cosa del genere si può fare? Un Governo regionale può stabilire che 100 milioni di euro – soldi pubblici – debbono essere distribuiti solo alle imprese e ai giovani che vanno in rete?

“Considerazione che condivido – ci dice sempre Piro -. Ma c’è dell’altro. Possibile che l’incontro tra domanda e offerta di lavoro debba avvenire al buio? Ed è possibile che in pochissimi minuti un giovane disoccupato ha la riposta da parte di un’azienda?”.

“A me tutta questa storia non mi convince affatto – ci dice sempre l’esponente politico del PD -. La verità è che questo meccanismo, presentato come ‘trasparente’, alla fine di ‘trasparente’ ha ben poco. Ci vuole molto a capire che, alla fine, ad essere favoriti, anzi, strafavoriti saranno quelli che si sono messi d’accordo prima? Si offende qualcuno se dico che questo è un metodo clientelare, ma così clientelare che più clientelare non si può?”.

Giulio Ambrosetti

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