Salvo Pogliese da una parte, Gianfranco Miccichè dall’altra. Le vecchie glorie del partito non perdono occasione per sottolineare come in politica due parole non esistano: sempre e mai. Però aggiungono che sarà difficile immaginare, in futuro, una convivenza tra i due. Certo, non che non ci sia chi in questa profonda frattura consumata in Forza Italia stia tentando di ricucire lo strappo. Un «pontiere», tra la fronda catanese e quella palermitana del partito, che risponde al momento al nome di Alfio Papale, deputato di lungo corso che, nonostante i rumors su una possibile fuoriuscita dal partito, non perde occasione per ribadire come i suoi elettori lo abbiano votato «all’interno di un progetto politico che è quello di Forza Italia, ragione per cui farò di tutto per cercare di far restare tutti insieme».
Ma a guardare con interesse e preoccupazione a questo divorzio alla siciliana sarebbe anche Silvio Berlusconi, che nella disputa tra le due fronde, almeno nei pronostici a un mese dal voto, rischia di arrivare terzo nel collegio Isole. Un’ipotesi rispetto alla quale il Cavaliere starebbe già correndo ai ripari: non sono poche, infatti, le voci che sussurrano di un incontro che sarebbe avvenuto negli scorsi giorni proprio tra il fondatore di Forza Italia e l’ex governatore Raffaele Lombardo. L’orientamento degli autonomisti, che finora non hanno dichiarato ufficialmente chi sosterranno alle Europee, che potrebbe portare a una preferenza secca proprio in favore di Berlusconi, anche se non si esclude un secondo nome, verosimilmente femminile.
L’ufficialità potrebbe arrivare in un paio di giorni, a inizio della prossima settimana, quando gli autonomisti si riuniranno per decidere la linea, dopo il divorzio da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, che ha deciso di puntare su Raffaele Stancanelli. Sull’avvocato ex sindaco di Catania potrebbe confluire un buon numero di voti da parte dei separatisti in casa Forza Italia, probabilmente più per mandare un segnale, che per una reale condivisione d’intenti futura.
Così come un segnale potrebbe arrivare da Diventerà Bellissima, la cui massiccia presenza attorno a Matteo Salvini in visita in Sicilia non è passata inosservata. «Ci stava – osserva qualcuno dalle retrovie – che il presidente della Regione fosse presente in veste istituzionale. Certo, la presenza di Ruggero Razza o di Alessandro Aricò, non era affatto scontata». Segnali, appunto. Che potrebbero concretizzarsi in un sostegno elettorale al vicepremier, oppure no. Di certo, la resa dei conti arriverà dopo il voto per il rinnovo del parlamento di Bruxelles, il prossimo 26 maggio. Che rischierà di cambiare radicalmente anche il volto della geografia politica di Palazzo dei Normanni.
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