Il passare dei giorni non sembra abbia fatto ritornare a splendere il sole tra i due gruppi all’Assemblea Regionale Siciliana sotto la bandiera di Forza Italia. Da una parte restano i fedeli a Gianfranco Micciché mentre dall’altra siedono i deputati filo governativi e che guardano a Destra. Posizioni difficilmente conciliabili e che sono esplose con l’esclusione dalla Giunta così come dalla presidenza dell’ARS del fedelissimo di Silvio Berlusconi e anima dei forzisti dalla prima ora. E sul futuro di Forza Italia in Sicilia è intervenuto il capogruppo, l’on. Michele Mancuso: «Le scelte spettano a una sola persona: Silvio Berlusconi e noi siamo pronti ad adeguarci, qualunque esse siano. È scontato che l‘auspicio del Presidente sia un gruppo unico all’Ars. Andare però a sindacare su chi deve reggere le fila del coordinamento regionale è ridicolo. Ricordo a Pellegrino che se nel trapanese, nelle ultime due legislature è stato candidato alle regionali con il simbolo di Forza Italia, il merito è di colui che adesso denigra, ovvero Gianfranco Micciché».
Una partita piuttosto complicata che attende una soluzione dall’alto. Le chiamate intercorse non hanno sortito nessun effetto. Piuttosto le parole dell’assessore regionale all’Economia, Marco Falcone, dal palco della festa del Tricolore organizzata da Fratelli d’Italia a Catania, hanno gettato benzina sul fuoco. «Dispiace constatare – continua Mancuso – con mano come si possano prendere certe posizioni rispetto a quelli che sono invece i tanti problemi che attanagliano la Sicilia. Tali criticità non possono dipendere dalle beghe interne di chi all’interno del Partito, a tutto lavora tranne che a rilanciarne l’azione sia politica che istituzionale. Dunque, più che di commissariamento auspico che si faccia un ragionamento serio con chi ha ruoli e funzioni all’interno di Forza Italia, affinché si evitino equivoci. Senza emettere sentenze fuori luogo e inappropriate, servirebbe più responsabilità e accortezza, consapevoli del fatto che a decidere è sempre il presidente Berlusconi. Chi non accetta tale condizione, dovrebbe chiarirlo poiché è in conflitto con quella che è la storia di Forza Italia».
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