Il rapporto tra Regione e Unione europea, in tema di finanziamenti, si complica ulteriormente. Dopo le polemiche sui fondi all’agricoltura, con l’annullamento del bando da parte del Tar, e quelle sulla perdita delle risorse per l’impiantistica sportiva, senza contare tutti i capitoli in cui l’amministrazione pubblica non è riuscita a spendere i soldi che sarebbero serviti per la crescita della Sicilia, da Bruxelles arriva una nuova segnalazione di presunte irregolarità.
La commissione europea, infatti, ha contestato alla Regione 367 milioni di euro legati all’Fse 2000-06. Si tratta di soldi destinati alla formazione professionale, che dopo essere stati anticipati, rischiano di non essere recapitati dall’Ue. I motivi sono spiegati in una lettera del mese scorso firmata dalla commissaria Marianne Thyssen. Secondo l’Unione europea, la Regione avrebbe fatto affidamento ai fondi europei per finanziare progetti fuori tempo massimo, ma anche opere che poco avevano a che vedere con le misure dei bandi, e poi ancora per pagare personale e consulenti esterni non in possesso delle qualifiche richieste. Tra le irregolarità della Regione, anche errori nella rendicontazione dei progetti. Tutte contestazioni che rischiano di trasformarsi nell’ennesima spada di Damocle per il bilancio regionale – in cui le risorse sono state inserite tra i residui attivi -, e nei confronti delle quali Palazzo d’Orleans ha già annunciato ricorso.
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