IL SINDACATO DICE BASTA AI CONTINUI IMPEGNI ASSUNTI DAL GOVERNO REGIONALE E MAI MANTENUTI. IN UNA LETTERA APERTA I MOTIVI DEL DISSENSO ALLE SCELTE DI CROCETTA.
Gli scandali che hanno tormentato il settore della Formazione professionale negli scorsi mesi sono il frutto di pochi malavitosi incuranti del bene pubblico e la medicina prescritta dal presidente Rosario Crocetta e dal suo Governo non appare convincere.
A dichiararlo in una lettera aperta indirizzata la governatore della Sicilia, Nino Spallino, Segretario regionale del sindacato Uslal settore formazione professionale. Il mancato rispetto del quadro normativo vigente potrebbe aver accelerato il caos nel settore e la desertificazione sociale, secondo il giudizio del sindacato.
Vero è che gli operatori della Formazione Professionale non hanno mai navigato in sicurezza. Non hanno avuto certezze sulla puntualità e regolarità del pagamento delle loro spettanze. Non hanno potuto contare sulla stabilità del loro posto di lavoro. Non sono stati, salvo rari casi , messi nelle condizioni di poter svolgere al meglio il loro impegno. Ma è altrettanto vero che tutto questo è accaduto ed accade anche oggi, malgrado siano in vigore leggi regionali e norme contrattuali che gli garantiscono la continuità retributiva e lavorativa.
Nella lettera aperta Spallino sottolinea il profondo stato di disagio in cui versano i circa 8 mila lavoratori della Formazione professionale.
Tra gli operatori sale la rabbia, lo sdegno e il disprezzo nei confronti delle Istituzioni, del Governo e della classe politica siciliana – prosegue Spallino – che ancora una volta si dimostra cinica, insensibile ed indifferente verso le necessità ed i bisogni degli operatori. Oggi, più che mai, gli operatori sono delusi, amareggiati ed insoddisfatti, non sanno più a chi rivolgersi e a chi credere, sono disorientati, perplessi, spaesati.
Per lUslal, nonostante il dramma sociale e lemergenza occupazionale, non è cessato il macabro gioco dello scaricabarile nellindividuazione delle responsabilità. Da un lato gli Enti scaricano puntualmente sull’Amministrazione regionale le colpe dell’attuale situazione e lassessorato punta il dito sulle responsabilità di tutti gli enti. Risultato? I lavoratori sono senza retribuzione da almeno un anno e nel prossimo futuro rischiano di vedersi precarizzato il posto di lavoro.
Esistono situazioni al limite della decenza che definirle di terzo mondo e poca cosa – dice ancora Spallino -. Spesso ci meravigliamo di quanto accade nei Paesi dell’America latina. Noi, qui in Italia, settimo Paese più industrializzato del mondo, viviamo peggio. Com’è possibile che la stragrande maggioranza degli operatori, pur avendo prestato regolarmente la loro opera, non riceve la retribuzione da svariati mesi? Per l’amministrazione regionale la colpa è degli enti. Per questi ultimi la colpa è dell’amministrazione. In tutta questa confusione di ruoli gli unici a soffrire e stare male sono gli operatori. Si proprio loro che spesso vengono additati ,dagli organi di informazione, come persone che vogliono essere pagati senza lavorare,come lavoratori scarsamente qualificati non grado assolvere a pieno alla loro missione”.
“La situazione per chi la conosce dall’interno non è questa – precisa il sindacalista -. Gli operatori della Formazione professionale non hanno mai preteso di essere pagati senza aver prestato la loro opera. Quanto alle capacità professionali, strettamente collegate con le varie figure professionali da formare, al netto delle opportunità di lavoro fornite ai giovani, ci sono esempi e fatti che parlano da soli”.
“Da chi sono stati formati – chiede e si chiede Spallino – i saldatori, i tornitori, i fresatori, gli aggiustatori meccanici, gli elettricisti negli ultimi anni in Sicilia? Chi ha fatto conoscere, a partire da quasi un ventennio, l’informatica ai giovani siciliani? Chi ha contribuito ad evitare a migliaia e migliaia giovani, rifiutati dal sistema scolastico tradizionale,di essere risucchiati dalla mafia? Chi ha prestato attenzione ai quei giovani, appartenenti a famiglie con redditi medio bassi, che per ragioni strettamente economiche non hanno potuto continuare gli studi? Chi ha preso a cuore le sorti di migliaia di giovani diversamente abili non accettati dalla scuola pubblica? Non ci sono dubbi. La Formazione Professionale in Sicilia ha assolto in maniera dignitosa alla sua missione. Qualcuno potrebbe dire che si può fare di più. Certamente. Noi siamo tra quelli che dicono che bisogna fare di più e meglio.
“Gli scandali venuti a galla in quest’ultimo periodo non appartengono al sistema in quanto tale – sottolinea Spallino -. Sono il frutto, come in qualsiasi altro settore, dell’arroganza, della prepotenza, della spavalderia di pochi individui malavitosi incuranti del bene comune.
In tutto questo marasma, secondo quanto riportato nella citata lettera, gli operatori continuano a muoversi affannosamente in un mare in tempesta alla ricerca di una qualsiasi opportunità a cui aggrapparsi.
La zattera del Ciapi lanciata dal Presidente Crocetta – spiega il leader dell’Uslal – potrà portare in salvo i naufraghi? Per quanto tempo sarà in grado di reggere? Gli operatori si iscrivono tra quelli che vogliono un sistema rispettoso della legalità – ha ribadito – rispondente alle necessità del mercato del lavoro e al servizio dei giovani per offrirgli competenze e capacità professionali per l’inserimento lavorativo.
Lanalisi porta lUslal ad avanzare una possibile soluzione e cioè per rilanciare e meglio qualificare il sistema basterebbe applicare le norme attualmente vigenti con alcuni piccoli aggiustamenti.
Al Presidente Crocetta , all’assessore alla Formazione professionale, Scilabra e all’assessore al Lavoro, Bonafede rinnoviamo il pressante invito a fare e bene e presto – sottolinea Spallino – mai più faremo, emaneremo, finanzieremo, sbloccheremo, valuteremo , garantiremo, assicureremo, basta con gli impegni continuamente assunti e non rispettati o rimandati. Gli operatori sono stanchi e chiedono tranquillità e certezze per il loro futuro”.
Nota a margine
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