Formazione, Snals Confsal: “Il Governo regionale non ha riformato un bel niente”

Prosegue il dibattito intorno al terremoto registratosi ieri nel governo regionale e nella formazione professionale. Un cambio al vertice del dipartimento regionale Istruzione e Formazione professionale che vede già all’opera il neo dirigente generale, Anna Rosa Corsello, nell’ufficio che per circa 2 anni ha visto strombazzare il piemontese, Ludovico Albert.

Diverse le falle aperte nella gestione fallimentare della “coppia delle meraviglie” Mario Centorrino, già assessore regionale istruzione e formazione professionale e Ludovico Albert, già dirigente generlae dipartimento di questo settore. In tanti si chiedono in queste ore quanto ci mettera’ la Corsello a rattoppare quante più buche possibili entro il 28 ottobre 2012. Tante le questioni. Avvio dell’Avviso 20/2011, abrogazione di alcuni provvedimenti dirigenziali in aperto contrasto con la normativa regionali. E anche il rapporto con l’assessore regionale alla Istruzione e Formazione professionale, Accursio Gallo, il blocco dell procedure di licenziamento, lo spolvero del Fondo di garanzia, ex art.134 della legge n.4 del 2003. Come anche l’aggiornamento dell’art. 14 legge regionale numero 24 del 1976, con contestuale abrogazione del decreto assessoriale 5074 del 22 dicembre 2011.

Diversi i temi di confronto da riavviare con le parti sociali. Sindacati che arriveranno al tavolo di concertazione questa volta spaccati. Nei giorni scorsi la Uil Scuola ha preso le distanze dall’azione politico-amminstrativa di Centorrino e Albert. Di seguito abbiamo verificato la posizione dello Snals Confsal Coordinamento regionale formazione professionale attraverso un’intervista rilasciataci dai responsabili regionali, Giuseppe Milazzo e Danilo Gelsomino. Dalla lettura delle risposte emerge una chiara posizione di contrasto alla vecchia Amministrazione Attiva e diverse proposte alternate da auspici per il nuovo dirigente generale al dipartimento istruzione e formazione professionale, Anna Rosa Corsello.

Innanzitutto gli intervistati, che rappresentano lo Snals Confsal coordinamento regionale Formazione professionale, Giuseppe Milazzo e Danilo Gelsomino, ci tengono a precisare che il loro è un sindacato autonomo. Per essere precisi, non è titolare di Enti di formazione e non ha connivenze con l’Amministrazione Regionale. Questa precisazione è doverosa, in quanto abbiamo seguito da ultimo l’attività di denuncia della testata giornalistica di questa organizzazione sindacale. Articoli, diversissimi, che hanno denunciato molti centri di potere dove si organizzano affari a danno dei lavoratori nel settore della formazione professionale. Inoltre, precisiamo che nello Snals Confsal Coordinamento Regionale Formazione Professionale è in corso, da alcune settimane, una ‘dialettica aperta’. Si tratta di un confronto schietto e fervido, anche sulle ‘piazze telematiche (per esempio, Facebook Formazione Professionale in Sicilia). Un modo democratico ed incisivo, dove i rappresentanti dello Snals Confsal si confrontano con tutti i lavoratori (e non) sulle scelte compiute e da compiere.

Che tipo di azione state mettendo in campo per rivendicare le tutele dei lavoratori della Formazione professionale siciliana?

“Proprio lo scorso 27 agosto 2012 abbiamo predisposto una missiva urgente destinata all’assessore regionale alla Formazione professionale, Accursio Gallo, ed al dirigente generale della Formazione professionale (?), in cui si segnala che i provvedimenti adottati nel settore risultano in parecchi casi non solo lesivi dei diritti dei lavoratori, ma anche in contrasto con la legge vigente, che disciplina le attività formative in Sicilia. Dalla legge regionale n. 24/76 in poi è stata costruita una impalcatura legislativa volta alla funzionalità del servizio delle attività formative in Sicilia: essa è ancora attuale ed efficace. In molti casi, le leggi regionali in materia sono state totalmente disattese, quindi lo Snals Confsal Coordinamento Regionale Formazione Professionale ha chiesto l’intervento dell’assessore al ramo, sperando in un’attività più consapevole. Siamo fermamente convinti che bisogna finanziare la legge regionale 24/76, almeno per i lavoratori che resteranno privi di incarico all’avvio delle attività formative di cui all’Avviso 20/2011. Su questa battaglia non ci fermeremo, usando qualunque strumento per convincere l’amministrazione regionale che sta sbagliando. Infine sembrerebbe che molti Enti di formazione non rispettano il Contratto nazionale di lavoro di settore, per cui siamo impegnati nel verificarne l’applicazione in ogni sua parte”.

Si parla di licenziamento del personale della formazione professionale, che ne pensate?

“Per i lavoratori iscritti all’Albo regionale della formazione professionale ex art. 14 della l.r. 24/76 – secondo noi – non si può parlare di licenziamento secondo la legge 223/91, ma si deve procedere all’applicazione della disciplina della mobilità prevista dalla C.A. del 5 ottobre 1994 n. 10. Ciò è perfettamente conforme e congruente a quanto previsto dal nuovo Contratto nazionale di lavoro del settore (2011), sottoscritto anche dai rappresentanti degli Enti di formazione e recepito anche dal dipartimento della Formazione professionale. Ribadiamo che i lavoratori della formazione professionale non possono essere licenziati”.

Ma allora l’Amministrazione regionale e gli Enti di formazione come hanno potuto applicare una legge in contrasto con le leggi regionali del settore?

“Si è proceduto ad utilizzare i fondi della Cassa integrazione guadagni in deroga solo per un programma di rientro dei debiti accumulati: questi erano gli impegni quando sono stati costituiti i tavoli istituzionali in cui gli Enti di formazione hanno consegnato i propri bilanci al dipartimento regionale della Formazione Professionale. A causa dei debiti dichiarati dagli Enti di formazione in queste occasioni, dei ritardi dell’avvio delle attività formative 2011 e 2012 e dei ritardi da parte dell’assessorato di procedere ai saldi delle attività svolte, l’assessore Centorrino e il dirigente Albert hanno dichiarato che la Regione siciliana non aveva più risorse sui capitoli destinati alla Formazione professionale. Dunque hanno chiesto agli Enti di formazione di procedere secondo quanto disposto della legge 223/91, solo per acquisire le risorse della Cassa integrazione e produrre un piano di ristrutturazione aziendale per colmare il debito complessivo del sistema della formazione professionale in Sicilia, dato che su quei fondi nazionali erano disponibili tanti soldi. In realtà, vi erano diverse criticità: gli Enti di formazione non sono aziende in senso tecnico, come specificato anche da note Ministeriali; i lavoratori iscritti nell’apposito Albo non sono licenziabili; i fondi della Cassa integrazione non erano poi così tanti e sono terminati, anche perché la programmazione sul Fondo sociale europeo delle attività formative non è ancora stata avviata. Ricordiamo all’uopo che la legge prescrive l’obbligo in capo all’assessorato regionale alla Formazione professionale di avviare le attività formative entro il 31 gennaio (l.r. 15/2004), ma ci troviamo nel mese di settembre e nulla è certo sull’avvio dei corsi di formazione. Sarebbe, dunque, dovuta solo essere un’operazione economica e finanziaria, senza alcuna modificazione dello status giuridico di alcun soggetto e senza risvolti traumatici con il placet di tutti i soggetti impegnati. Invece è diventato un epilogo disastroso, perché mal gestito”.

Come si può allora gestire la crisi del settore e le criticità emerse?

“Lo Snals Confsal coordinamento regionale Formazione professionale ha chiesto che venga data copertura al Fondo di garanzia regionale per sostenere il periodo di transizione verso l’inizio di tutti i corsi di formazione ed il pagamento degli stipendi dei lavoratori, applicando di fatto l’obbligo disposto dalla legge regionale n. 10/2011. Attenzione: questa legge che citiamo è stata prodotta dall’Amministrazione regionale di Raffaele Lombardo (e non da chissà quale giunta regionale del periodo della Prima Repubblica), ma a cui non è mai stata data copertura economica; come, ad esempio, la deliberazione di giunta regionale n. 350 del 4 ottobre 2010, che ha dato delle direttive ben precise all’assessorato competente completamente disattese, compresa la ricollocazione obbligatoria presso la pubblica istruzione, le università ed altri rami della Pubblica amministrazione dei lavoratori della formazione professionale in esubero”.

Allora questa Amministrazione regionale sta operando contro i lavoratori della Formazione professionale?

“Non è stato sempre così, in passato vi era un dialogo positivo e costruttivo, anche se i rapporti non si sono interrotti il dipartimento regionale della Formazione professionale è in ritardo nel fornire le risposte richieste. In realtà, fino alla fine del 2010, l’Amministrazione regionale sembrava tenere un atteggiamento più responsabile e conduceva un’azione amministrativa più garantista per i lavoratori: Centorrino aveva previsto gli esuberi e Lombardo si era fatto carico di programmare una ricollocazione del personale rimasto privo di incarico. Ricordiamo bene che l’Amministrazione regionale aveva previsto un programma che puntava al completo riassorbimento del personale in esubero attraverso: il Protocollo con l’Inps regionale perfezionato il 24 gennaio 2011 per il prepensionamento dei soggetti alla soglia della quiescenza; i progetti a valere sul Fondo sociale europeo pubblicati, ovvero gli Avvisi come Futuro Semplice ed altro (1/2009, 7/2009, 8/2009, 9/2009, 12/2009, 7/2010) con cui riqualificare ed ricollocare per tre anni il personale; e l’impiego di personale presso altri rami della Pubblica amministrazione: per esempio, il personale dei Servizi Formativi presso i Centri per l’Impiego ed il personale dell’Obbligo Formativo presso la Pubblica Istruzione sembravano intenzioni supportate da atti pubblicati e concreti. Il piano prevedeva il riassorbimento di circa 1500 lavoratori in esubero. Poi questa programmazione non solo non è stata applicata, ma si sono cambiati numerosi assessori e dirigenti, quindi è stata seguita la normativa sui licenziamenti del personale, forse anche per gli interventi di poteri forti e senza scrupoli, come dal vostro giornale segnalato nei precedenti articoli. Per questi motivi lo Snals Confsal coordinamento regionale Formazione professionale, nelle ultime riunioni con il dirigente regionale non ha risparmiato critiche all’azione amministrativa, dichiarando che il settore si trova allo sbando, ha bisogno di un governo e di soggetti che si assumano le responsabilità”.

Quale preferite tra la legge regionale senza copertura economica e la legge europea con i soldi pronto cassa?

“Noi siamo consapevoli della grande disponibilità del Fondo sociale europeo e sarebbe assurdo rinunciare a queste ingenti risorse, anche alla luce della grave crisi economica e finanziaria regionale. Sappiamo pure che, avendo l’Italia ceduta buona parte della propria autorità e disponibilità di cassa all’Unione Europea, il futuro economico obbliga la Regione siciliana a chiedere le risorse economiche all’Unione Europea per svolgere i propri servizi. Pertanto nessuna scelta, ma è necessaria una moderata integrazione dei due sistemi giuridici. D’altronde il Parlamento regionale può e deve fare le leggi. Esse comunque non possono essere in contrasto con quelle di una Autorità e Fonte sovraordinata. Occorre, pertanto, un’azione di coordinamento del quadro normativo regionale l.r. n. 24/76 e successive modificazioni con quello comunitario supportato dai Regolamenti comunitari n. 1081/2006 e 1083/2006, a cui il n. 1828/2006 ed il n. 396/2009 hanno dato applicazione ed aggiornamento. Il principio a cui si ispira lo Snals Confsal coordinamento regionale Formazione professionale a fondamento di questa dichiarazione è che si rende conto che i fondi regionali sono stati rimaneggiati e che risorse nuove possono derivare dall’Unione Europea, almeno fino al 2020. Infine il vademecum Fse, prodotto dal dottor Albert, ed esecutivo di tali regolamenti risulta in molti passi normativi esageratamente rigido, va rivisto in una versione più consapevole della fattibilità degli adempimenti”.

Scusate allora vorreste un’altra riforma, dopo quella di Centorrino e di Albert?

“A quale riforma si riferisce? Non ci risulta che sia stata prodotta alcuna legge nuova in materia che abbia riformato, rivisto, aggiornato o operato un intervento di qualunque genere sul quadro normativo regionale in materia di formazione professionale. L’aver cercato, da parte del duo citato, di rendere congruente il quadro normativo regionale con le disposizione dei regolamenti comunitari a via di provvedimenti ora dell’assessore, ora del dirigente generale ha prodotto solo confusione. Ci si aspettava un intervento più organico per riformare la tipologia del servizio per offrire il miglior servizio al minor costo, magari sovvenzionato dal’Fse e senza che ne facessero le spese i lavoratori: riformare significa anche semplificare senza generare traumi sociali. Bisogna gestire le criticità. Mentre in questo Avviso 20/2011 non rileviamo dal bando e dai provvedimenti consequenziali un sostanziale miglioramento del servizio; inoltre ha generato licenziamenti per i lavoratori con diverse mensilità vantate contro gli Enti di formazione, nonostante le risorse destinate alle attività formative siano aumentate a dismisura; esiste, infine, un palese conflitto normativo. E’ innegabile infine che i fondi dell’Fse siano stati mal gestiti, senza una programmazione organica e senza un’azione amministrativa tempestiva. In un momento di grave crisi per la Sicilia e di grande criticità mondiale, rinunciare ai trasferimenti dell’Unione Europea per incapacità o protervia amministrativa è a dir poco criminale”.

Che ne pensa lo snals confsal del nuovo dirigente generale Corsello?

“Lo Snals Confsal coordinamento regionale Formazione professionale esprime convinti complimenti alla dottoressa Anna Rosa Corsello per il nuovo incarico. Augura al neo dirigente generale del dipartimento regionale Istruzione e Formazione professionale buon lavoro ed auspica che riesca ad affrontare le criticità del settore della formazione professionale al fine di individuare le adeguate soluzioni”.

Giuseppe Messina

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