Formazione: “Siamo tutti con i nostri colleghi in viaggio verso Roma”

UN’ASSOCIAZIONE DI LAVORATORI DEL SETTORE SOTTOLINEA IL DISAGIO DI CIRCA 8 MILA FAMIGLIE: “MA SE I SOLDI CI SONO PERCHE? NON CI PAGANO?”

da Alessandro Lazzano
dell’Unione lavoratori liberi della formazione professionale
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Appena insediato il Governo di Rosario Crocetta ha dato speranza di cambiamento a tutti i siciliani, tracciando un percorso voluto dalla gente e dalla comunità siciliana.

In particolare, noi lavoratori liberi del sistema della formazione professionale abbiamo creduto alle sue promesse di poter raggiungere l’obiettivo della continuità occupazionale e rispetto del pagamento delle retribuzioni, che il Governo di Raffaele Lombardo aveva reso incerto.

Crocetta si era sbilanciato persino nel ritenere giusta la battaglia di un’Agenzia pubblica del sistema della formazione professionale sul presupposto che gli enti di formazione svolgevano un’azione irregolare, che le risorse economiche del finanziamento del settore sono pubbliche, che le sedi di lavoro possono essere pubbliche con notevole risparmio, che il servizio è pubblico, che il personale è garantito dalla legge regionale n. 25/93; ed adesso anche la legge nazionale e la giurisprudenza riconoscono il diritto alla conservazione del posto di lavoro e l’obbligo alla puntuale retribuzione, da ultimo, in merito, la Circolare del Ministero del Lavoro del 1 agosto 2012 n. 37/0014200 con espresso rimando alla legge n. 31/2008 art. 7 comma 4 bis, e il D.P.R. n. 207/2010 art. 4 e 5.

Crocetta e la Scilabra ci hanno condotto invece in uno status di disagio estremo, infatti non percepiamo stipendi da dodici a ventiquattro mesi.

La continuità occupazionale, in violazione della Legge (comunitaria, nazionale e regionale), è un diritto non più certo, poiché tanti colleghi degli sportelli multifunzionali (1753) e tanti colleghi nella lista del progetto Prometeo (2020), ovvero 3773 complessivamente, i lavoratori e le rispettive famiglie siciliane giacciono in stato di precarietà e senza incarico in costanza di finanziamento disponibile ed in piena violazione della legge.

Allora se i soldi ci sono, la legge garantisce i livelli occupazionali, i bandi sono attivi, ma cosa si attende ancora? Abbiamo persino assistito alla dichiarazione della dott.ssa Anna Rosa Corsello, dirigente generale dimissionario del settore che dichiara di aver richiesto formalmente a Crocetta di pubblicizzare il settore anche per garantire il personale e per determinare un risparmio dell’esecuzione del servizio pubblico.

Oggi i lavoratori sono senza stipendio e senza sicurezza occupazionale. Alcuni colleghi si stanno recando a Roma dal Papa, che ha ammonito i governi a non toccare il lavoro ed a garantirne lo svolgimento, e poi al Ministero del Lavoro.

Questo gesto disperato è l’ennesimo tentativo, dopo suicidi consumati e tentati, denunce alla magistratura, proteste anche clamorose del settore davanti alle Prefetture siciliane e perfino lo sciopero della fame sotto Palazzo d’Orleans (sede del Governo regionale), per chiedere aiuto al mondo esterno. In Sicilia una democrazia non conclusa blinda un Governo Regionale che nega ogni minimo diritto ai lavoratori ed alla comunità siciliana.

Forza ragazzi, noi vi siamo vicini in quest’ennesimo atto disperato che possa denunciare la violazione dei diritti minimi dei lavoratori della formazione professionale da parte di un governatore che non è stato eletto con la maggioranza dei suffragi e non ha la maggioranza nel Parlamento regionale, ma che governa indipendentemente.

Il vostro sacrificio è l’ennesimo atto estremo nella battaglia per la rivendicazione degli stipendi e della continuità occupazionale, tutti i lavoratori del sistema della formazione professionale sono con voi.

 

Redazione

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