Nella conferenza stampa fiume di stamattina, convocata per presentare ufficialmente la nuova Giunta Crocetta (potete leggere
qui l’articolo sul tema) non poteva mancare un passaggio sulla Formazione professionale, settore completamente nel caos, «buco nero dell’amministrazione regionale» così come definito dalla Corte dei Conti siciliana.
A parlarne sono stati sia il Presidente della Regione che il neo assessore al ramo, Mariella Lo Bello:
«Sulla formazione non si torna indietro, il tema è quello dell’eccessiva spesa che ha favorito gli enti professionali e non gli studenti. Solo l’1% di ragazzi iscritti ai corsi ha trovato lavoro, questo la dice lunga sul fallimento del sistema» ha esordito Crocetta.
Che ha, quindi, passato la parola al neo assessore:
«Proseguirò il lavoro iniziato da Nelli (Scilabra, ex assessore alla Formazione, ndr), che ha tracciato il percorso che serviva alla Sicilia. La nostra proposta di riforma è stata apprezzata dal Ministero e dalle altre regioni, sarebbe illogico cambiare strada. Divideremo- ha aggiunto Lo Bello- gli enti di Formazione in tre gruppi: quelli che non hanno problemi e che dovranno ricevere i fondi, quello che sono in un limbo e quelli per cui non c’è nulla da fare. Per questi ultimi dovremo allestire strumenti di tutela per i lavoratori».
Intanto il settore resta allo sbando. E i sindacati annunciano l’ennesima protesta «contro il disastro ed il massacro sociale causati dal governo» dice Giovanni Migliore Responsabile Formazione Cisl Scuola che invita tutti gli operatori in piazza Indipendenza davanti la Presidenza della Regione, giovedì 6 novembre dalle ore 10.
«Finalmente il presidente ha affidato le deleghe ai nuovi assessori, ed ora bisogna fare presto, anzi prestissimo, per recuperare il tempo perduto- aggiunge il sindacalista.
Al dramma dei lavoratori che continuano a non percepire stipendi da 10-12 mesi fino anche a 26-30 mesi, infatti «si aggiunge la tegola del mancato riconoscimento degli ammortizzatori in deroga per il settore. Il presidente Crocetta- sottolinea la Cisl- non può accettare questa interpretazione restrittiva del ministero che comporterebbe l’ennesima beffa, mettendo a serio rischio la cassa integrazione e la mobilità in deroga, nonché la possibile concessione degli incentivi all’esodo per i prepensionamenti».
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