Formazione, si profilano mille licenziamenti. Cgil, Cisl e Uil al contrattacco: “Nuovo sciopero generale”

CON L’ESCLUSIONE DAL PIANO FORMATIVO DI IAL SICILIA, ARAM, ANCOL, LUMEN, AIPRIG, INFORMHOUSE E FONDAZIONE CAS SEMBRA INEVITABILE LA PERDITA DI NUOVI POSTI DI LAVORO. I SINDACATI SICILIANI, VISTO L’IMMOBILISMO DEL GOVERNO CROCETTA, SPOSTANO LA VERTENZA A ROMA 

Torna in primo piano la vertenza della Formazione professionale. Visto l’immobilismo e le chiacchiere del presidente della Regione, Rosario Crocetta, e del suo Governo, c’era da aspettarselo.

Dopo avere atteso invano un segnale concreto dal Governo in questi mesi, i sindacati confederali riaprono la vertenza. In una lettera inviata ieri ai ministeri del Lavoro e della Coesione Territoriale e ai Prefetti delle province siciliane le organizzazioni sindacali Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola chiedono l’istituzione di un tavolo nazionale di crisi per il settore della Formazione professionale siciliana.

La gravissima situazione in cui versano i lavoratori, si legge nel comunicato congiunto diramato dai sindacati citati, a quasi cinque mesi dall’accordo sottoscritto con il Governo regionale, ha indotto a proclamare lo stato di agitazione della categoria con sit-in presso le Prefetture.

“Gli accordi, come i contratti di lavoro, se si firmano devono essere attuati in tempi di ‘governo – si legge nella nota sindacale – e quello dello scorso 7 giugno è stato ampiamente disatteso, con ritardi che non sono fisiologici, ma patologici: ritardi che hanno gettato nello sconforto i lavoratori e le loro famiglie”.

“I lavoratori del settore – prosegue la nota sindacale – fanno la fame, mentre gli enti sono sull’orlo del dissesto economico. Si naviga a vista e l’assenza di un vero progetto sul futuro della formazione professionale in Sicilia ci preoccupa moltissimo. Nessun lavoratore, sia occupato, sospeso o licenziato, può sentirsi garantito dall’attuale situazione”.

Secondo i sindacati confederali, la riapertura della vertenza è resa necessaria al fine di rappresentare lo stato di devastazione nel quale il sistema regionale è stato spinto dalle scelte unilaterali e non condivise adottate dal Governo regionale. I rappresentanti dei lavoratori del settore sollecitano l’istituzione del tavolo di crisi nazionale presso il ministero del Lavoro, anche alla luce dell’esclusione dal Piano formativo degli enti revocati Ial Sicilia, Aram, Ancol, Lumen, Aiprig, Informhouse,Fondazione Cas ed altri ai quali era stato ritirato l’accreditamento, nel recente passato.

Scelta, quella del Governo regionale che, senza adeguati interventi di sostegno al reddito, provocherà prevedibili e drammatici effetti sull’occupazione di oltre mille lavoratori che andranno ad aggiungersi agli oltre 650 già espulsi durante lo scorso anno.

Per Cgil, Cisl e Uil, occorre intervenire con celerità attraverso azioni di tutela dei lavoratori a rischio licenziamento e incolpevoli, garantendo per quanto possibile i livelli occupazionali e incentivandone l’esodo dal sistema.

“La condizione di esasperazione dei lavoratori, che vivono una condizione di incertezza, precarietà e di carenze retributive da lungo tempo – prosegue la nota sindacale – induce a forti preoccupazione per la stessa tenuta dell’ordine pubblico”.

A seguito della situazione venutasi a creare, i sindacati hanno preannunziato delle più opportune iniziative di mobilitazione e di lotta, fino ad arrivare allo sciopero regionale del settore e ad iniziative nella Capitale per rendere evidente, anche in ambito nazionale, ed ai ministeri competenti, l’esistenza del problema della realizzazione di una vera riforma del settore e degli strumenti atti a favorirla, a partire dagli strumenti di tutela dei lavoratori.

 

 

Giuseppe Messina

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