Formazione/ Si apre il Comitato di Sorveglianza all’insegna della confusione

LA SECONDA ANNUALITA’ DELL’AVVISO 20/2011 E’ STATA GESTITA SENZA IL SUPPORTO DI UN SISTEMA DI MONITORAGGIO QUOTIDIANO DEI COSTI. SI E’ SPESO SULLA PAROLA DATA. CHI LO DIRA’ ADESSO AI FUNZIONARI DI BRUXELLES?

Ieri mattina l’assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, ha fatto un bel regalo a tutti gli enti gestori della seconda annualità dell’avviso 20/2011, quella, per capirci ,finanziata con le risorse del Piano Giovani. Di che regalo si tratta?

È stata inviata una pec agli enti gestori con la quale si richiede l’urgente compilazione di uno stralcio del Modello 9 allegato al Vademecum Unità di costo standard (Ucs).

Viene chiesta, giusto per intenderci, la trasmissione entro pochissime ore, di dati fisici e di avanzamento dell’attività relativa alla seconda annualità dell’avviso 20/2011, riguardanti l’avanzamento delle ore progettuali, la presenza dei docenti e degli allievi, ritiri allievi.

Il Vademecum Ucs, ultima versione in vigore, prevede, però, che le risorse erogate vengano monitorate e controllate quotidianamente attraverso l’ausilio di un sistema informatico.

Ma di sistema informatico non se ne parla. Anzi, l’unico in funzione, ‘Caronte’, opera a singhiozzo, creando disfunzioni alla certificazione delle spese effettuate a valere sull’avviso 19/2011, l’unico che non presenta arretrati nei pagamenti fino ad oggi.

Pare che il cattivo funzionamento non sia dovuto ad un attacco di qualche hacker ma, con ogni probabilità, alla possibile scadenza del contratto che garantiva alla società di assistenza tecnica un certo budget per la gestione della piattaforma informatica. Come dire… Senza soldi non si canta la messa.

Torniamo alla pittoresca richiesta dell’assessore Scilabra.

In tanti si chiedono: come mai tutta questa fretta? Non facciamo che l’assessore Scilabra voglia evitare di presentarsi a mani vuote alla due giorni del Comitato di Sorveglianza che inizia stamattina?

Qualche maligno borbotta, alludendo che sia tutta una manovra per far capire ai funzionari di Bruxelles e del ministero del Lavoro e dell’Economia che in Sicilia siamo così bravi che non abbiamo bisogno di una piattaforma informatica per controllare come vengono spesi i soldi.

Ma sì, in Sicilia è sufficiente la parola data e siccome siamo anche ‘fiscali’ quando si tratta di spendere i soldi degli altri, allora controlliamo la spesa facendo ogni tanto compilare un prospetto, sempre sulla parola data.

Perché in Sicilia la parola data è legge.

Peccato però che le notizie di stampa e il cataclisma che ha colpito la gestione della Formazione professionale nell’era crocettiana ha fatto il giro dell’Europa giungendo fino agli uffici comunitari oltre che romani.

Che fine faranno i 242 milioni di euro la cui rimodulazione per il loro riutilizzo dovrà essere approvata proprio dal Comitato di Sorveglianza?

Nelle prossime 48 ore ne sapremo di più.

Giuseppe Messina

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