Formazione: quattro lavoratori ridotti sul lastrico vanno a piedi a Roma da Papa Francesco

LA PARTENZA E’ PREVISTA PER MARTEDI’ PROSSIMO. A LORO POTREBBERO AGGIUNGERSENE ALTRI. UNA PROTESTA CLAMOROSA PER RACCONTARE AL PONTEFICE IL DRAMMA DI OLTRE 8 MILA DIPENDENTI CHE LA REGIONE NON PAGA CHI DA UN ANNO, CHI DA DUE ANNI

In viaggio a Roma da Palermo. A deciderlo un gruppo di lavoratori della Formazione professionale siciliana.

La disperazione dei lavoratori dipendenti di questo settore non si arresta. È da mesi che da più parti si registrano casi di proteste eclatanti dei lavoratori disperati perché resi poveri da un esecutivo regionale incapace, dopo quasi due anni di governo, a regolarizzare i pagamenti delle spettanze.

Dopo i casi dello sciopero della fame, della vendita di un rene, adesso il viaggio della speranza da Palermo verso Roma.

Alcuni lavoratori della Formazione professionale martedì 9 settembre partiranno a piedi da Palermo per raggiungere Città del Vaticano a Roma e chiedere udienza a Sua Santità Papa Francesco. Obiettivo: denunciare la disumane condizioni in cui versano i lavoratori del settore della formazione professionale per colpe da assegnare alla politica, al Governo ed ai sindacati.

Protagonisti dell’iniziativa Costantino Guzzo, Giuseppe Raddusa, Marco Cucuzza e Giorgio Giampiccolo, ai quali potrebbero aggiungersene altri prima della partenza per la Capitale.

Uno di questi – Giuseppe Raddusa – è già noto alle cronache: lavora in un ente formativo di catania ed è venuto a Palermo ben due volte incatenandosi ai cancelli dell’assessorato alla Formazione. Il Governo regionale aveva promesso di corrisponderli tutti gli stipendi arretrati. Ma, come al solito, promesse vane.

Costantino Guzzo racconta i motivi del gesto.

“Non posso e non voglio più continuare a denunciare per iscritto le nostre sofferenze – dichiara Guzzo – tanto non interessano a nessuno di questi ipocriti che decidono sulle nostre teste. Ad iniziare dai sindacati gialli -aggiunge – per finire a questo Presidente della Regione siciliana che, con la scusa dell`antimafia e delle sue promesse da pinocchio, ha affamato me, la mia famiglia e altre migliaia di lavoratori”.

“Basta piangersi adesso e dichiarare di vendesi un rene o altro per poter vivere – sottolinea il lavoratore – personalmente ho perso, il lavoro, la retribuzione , la serenità, la dignità e la salute”.

“E visto che ho perso tutto, non me la sento più di assistere inerme a questo scatafascio, per giunta senza fare niente – puntualizza Guzzo -. Preso atto che nessun giornale parla di noi e di come il Governo regionale ha calpestato i nostri diritti ho deciso assieme ai colleghi Giuseppe Raddusa, Marco Cucuzza e Giorgio Giampiccolo di partire martedì 9 settembre a piedi con destinazione Roma”.

“Con questa iniziativa vogliamo portare all’attenzione dell’opinione pubblica la nostra disperazione – spiega Guzzo – affinché tutti possano parlare di noi e di come abbiamo subito l’umiliazione dalle istituzioni che anziché tutelarci hanno impoverito la nostra vita e quella delle famiglie”.

“La destinazione scelta con i colleghi non è casuale e sarà Roma – conclude a il lavoratore – perché vogliamo parlare direttamente con Sua Santità Papa Francesco e con le autorità competenti del Governo nazionale, visto che in Sicilia questo non esiste”.

Giuseppe Messina

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