Formazione professionale, una lenta agonia

È emergenza sociale nel settore della formazione professionale. Sono 1.015 i lavoratori che hanno perso il lavoro o che rischiano la mobilità ad oggi. A comunicarlo il sindacato Uil scuola. In un documento consegnato nei giorni scorsi al Governo regionale e inviato al presidente della quinta commissione legislativa “Cultura e lavoro” dell’Assemblea regionale siciliana con richiesta di audizione pubblica, l’organizzazione sindacale delinea il quadro delle emergenze.

Due le criticità: la tenuta sociale e il reperimento delle risorse finanziarie necessarie al rifinanziamento dei tre comparti: Interventi formativi, Servizi formativi e Obbligo istruzione-formazione (Oif).

Ne abbiamo parlato con Giuseppe Raimondi, responsabile regionale del comparto formazione professionale della Uil scuola.

È oramai emergenza sociale nel settore della formazione professionale, sia i lavoratori che i licenziati sono stanchi di false promesse e continui rinvii. Raimondi, come stanno le cose?

”Alcuni Enti di formazione professionale, a seguito della pubblicazione delle graduatorie definitive a valere dell’Avviso 20/2011 nel 2012, valutata l’impossibilità di garantire il reimpiego a tutti i lavoratori già collocati in Cassa integrazione, sono stati costretti ad attivare le procedure di cui agli articoli 4 e 24 della legge 223/91 comunicando centinaia di recessi. Altri Enti, per ragioni diverse, sono stati esclusi dall’Avviso 20/2011 e dall’Avviso 19/2011”.

Quanti sono i lavoratori licenziati?

”Sono 568 i lavoratori che hanno perduto il posto di lavoro e appartengono a quattro enti formativi”.

Possiamo sapere di quali Enti formativi?

”Certo, i verbali di intesa sindacale sono pubblici. Si tratta dell’Ancol Sicilia di Messina che ha chiuso il 26 luglio 2012 la procedura attivata ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge 223 del 23 luglio 1991, licenziando 56 lavoratori su un totale di 132 con un costo lavoro annuo complessivo riferito ai lavoratori licenziati di circa 1.320.000,00 euro. Vi è poi l’Aram di Messina che ha chiuso il 2 agosto 2012 la procedura attivata ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge 223 del 23 luglio 1991, licenziando 47 lavoratori su un totale di 167, con un costo lavoro annuo complessivo riferito ai lavoratori licenziati di circa 1.262.000,00 euro. L’Anfe regionale ha chiuso il 19 luglio 2012 la procedura prevista dagli articoli 4 e 24 della legge 223/91 licenziando, a far data dal 30 aprile 2013, 173 lavoratori su un totale di 772, con un costo lavoro annuo complessivo lavoratori licenziati di circa 3.053.000,00 euro. Infine, il Cefop in amministrazione straordinaria ha chiuso il 7 dicembre 2012 la procedura attivata ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge 223 del 23 luglio 1991, licenziando 347 lavoratori su un totale di 967, con un costo lavoro annuo complessivo relativo ai lavoratori licenziati di circa 13.186.000,00 euro”.

Chi rischia oggi il posto di lavoro?

”Sono 447 lavoratori di 12 Enti formativi. I motivi sono i più disparati. Intanto rischiano il licenziamento i 44 lavoratori dell’Irfap, i 20 di Geoinformativa e i 18 di Enaip, tutti Enti della provincia di Caltanissetta esclusi dall’Avviso 20/2011. Vi sono poi i 64 lavoratori della Fondazione Cas Onlus, con sede legale a Palermo, che rischiano il licenziamento a causa della revoca dell’accreditamento che ha colpito l’Ente. Vi è poi l’Ente di formazione Sigma di Palermo che, non essendo stato inserito utilmente nella graduatoria dell’Avviso 20/2011, è pronto a licenziare i 6 lavoratori. Stesso motivo per l’Ipf di Messina che starebbe per collocare in mobilità i 64 dipendenti. L’Ente di formazione Capaia, con sede legale a Palermo, non risultando tra gli Enti finanziati a valere sull’Avviso 20/2011 ha comunicato alle organizzazioni sindacali l’intento di licenziare i 9 lavoratori in carica. Per lo stesso motivo Ted Informatica di Altofonte, in provincia di Palermo, è pronta a licenziare tutto il proprio personale composto da 10 unità. Vi è inoltre il caso dell’Iripa Sicilia, che ha fatto sapere ai sindacati di avviare la procedura di mobilità, prevista dagli articoli 4 e 24 della legge 223/91, per complessivi 118 lavoratori, legando la decisione alle prospettive negative sul settore”.

Su questo punto possiamo essere più precisi?

“Nella comunicazione di avvio della mobilità l’Ente ha rilevato che al momento l’amministrazione regionale non ha fornito direttive per il finanziamento della 2° annualità dell’Avviso 20/2011 e per il finanziamento di un secondo triennio degli Sportelli multifunzionali relativi agli Avvisi 1 e 2 del 2009. E’ un gesto provocatorio, quello del legale rappresentante dell’Iripa che, tengo a precisare, per la Uil non ricevibile. Non si possono trattare processi di mobilità su fatti ipotetici. In atto, infatti, manca di un fatto concreto. A seguito della revoca dell’accreditamento l’Ente formativo In.Form.House di Palermo ha comunicato ai sindacati l’avvio del procedimento previsto dagli articoli 4 e 24 della legge 223/91 senza l’individuazione dei criteri necessari alla definizione della platea dei licenziabili. Per cui presumiamo che si tratti di cessazione di attività con licenziamento di tutti e 18 i lavoratori. E infine l’Ancol Sicilia rischia di licenziare anche i rimanenti 76 dipendenti avendo ricevuto un provvedimento amministrativo di blocco dei finanziamenti”.

Raimondi, qual è la vostra ricetta per arginare l’emergenza sociale?

”Istituzione, da subito, di un tavolo tecnico per la gestione della crisi occupazionale. Mettere in campo tutti gli strumenti normativi e finanziari utili al rientro dall’emergenza. Armonizzare la legge regionale 10 del 7 giugno 2011 con l’articolo 14 della legge regionale 24 del 6 marzo 1976 in tema di Albo degli operatori della formazione professionale. Mettere in pista il ‘Piano giovani’ per attivare un apposito fondo per gli esuberi da affiancare ad un piano di pre pensionamento volontario dei lavoratori aventi i requisiti richiesti dalla legge. Finanziare con risorse regionali il fondo di garanzia previsto dall’articolo 132 della legge regionale n.4 del 16 aprile 2003 per gestire i processi di riqualificazione del personale in esubero. C’è, però, una pre-condizione”.

Cioè?

“Prima di avviare il processi di riqualificazione, per la Uil è condizione necessaria accertare il quadro delle professionalità richieste per aree funzionali. Tutte proposte contenute nel documento consegnato alle istituzioni”.

Pensa che il Governo regionale mostri volontà nel trovare immediata alla soluzione a questa che è una vera e propria emergenza sociale?

“Al Governo regionale abbiamo già consegnato una dettagliata relazione sui rischi di tracollo del sistema formativo. La partita e troppo grande e non può riguardare solamente l’esecutivo. Riteniamo infatti che esiste una questione di tenuta finanziaria e quindi sociale che va bel oltre le competenze del Governo”.

A cosa si riferisce nello specifico?

”Il rischio di chiusura del sistema formativo è dietro l’angolo. Vanno individuate le risorse finanziarie per la copertura della seconda annualità dell’Avviso 20/2011. In merito a tale Avviso, preciso che la triennalità non esiste più essendo solo i primi due anni coperti dalle risorse del Piano operativo Fondo sociale europeo 2007/2013. Di fatto, il terzo anno dovrà essere programmato con il Piano operativo del prossimo sessennio (2014/2020). E’ utile rilevare che Mario Centorrino e Ludovico Albert sono riusciti a sovvertire le sacre regole dell’economia riuscendo ad investire nel 2012 circa 33 milioni di euro in più rispetto al 2011 e a generare 568 licenziamenti che rischiano di diventare 1.015 nell’arco di qualche settimana”.

Che fare?

“Vanno impegnate le somme necessarie a finanziare l’Avviso 19/2011 che afferisce alla formazione dei minori in obbligo scolastico. La filiera dell’Obbligo istruzione/formazione (Oif) sta vivendo,infatti, una crisi nera. Il flusso delle erogazioni non è regolare da tempo. Tale condizione è appesantita dai ritardi accumulati nella revisione dei rendiconti e dal rinnovo delle fideiussioni. Orbene, gli Enti hanno esaurito i ‘castelletti’ (linea di finanziamento) accordati dalle banche o dalle assicurazioni e non possono più farne di nuove a scapito della garanzia del finanziamento dei nuovi primi anni (2013/2014)”.

Questo cosa comporterà?

“Questa situazione sta determinando il collasso di Enti tradizionalmente affidabili e solidi come quello dei Salesiani che è debitore nei confronti dei dipendenti di 14 mensilità a fronte di un credito vantato di circa 15 milioni di euro. Gli Enti sono costretti da un lato a ricercare nuovi fideiussori, anche fuori dai confini nazionali, dall’altro a fronteggiare i decreti ingiuntivi del personale mosso dallo stato di necessità e dalla disperazione. Una situazione insostenibile per una filiera che assolve ad un rilevante compito sociale”.

E per i Servizi formativi?

“La stessa cosa può dirsi per il segmento dei Servizi formativi. Al 30 settembre prossimo si completerà il triennio di attività degli Sportelli multifunzionali e non si avvista uno stralcio di bozza progettuale per garantire il futuro del servizio e dei circa 2 mila lavoratori impegnati. Oltre al Governo regionale anche le altre istituzioni debbono essere interessate alla vicenda. Abbiamo presentato una richiesta di audizione al presidente della quinta commissione legislativa, Cultura e lavoro, dell’Assemblea regionale siciliana per sensibilizzare il Parlamento dell’Isola a farsi carico delle sorti del settore”.

 

In questa fase di profondo cambiamento e di attrito sociale sono poche le organizzazioni sindacali che chiariscono la propria posizione ed elaborano una ricetta possibile per uscire dall’emergenza. Gli operatori del settore sono curiosi di conoscere le proposte delle altre sigle sindacali rappresentative nel settore della formazione professionale in Sicilia. Il nostro giornale è ben lieto di ospitare eventuali altri contributi.

 

Giuseppe Messina

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