PER L’ORGANIZZAZIONE SINDACALE, L’UNICA NOTA POSITIVA E’ IL PASSAGGIO DEL PERSONALE AL CIAPI DI PRIOLO
Servono immediate soluzioni per garantire il proseguo delle attività nel settore della Formazione professionale per garantire lerogazione del servizio agli utenti. È quanto emerge in un comunicato dello Snals Confsal che esprime preoccupazione a seguito delle vicende giudiziarie registratesi nelle scorse ore.
Il sindacato chiede al Governo, si legge nella nota, di utilizzare tutti gli strumenti contrattuali e normativi a disposizione dell’amministrazione regionale per lerogazione degli emolumenti pregressi e per la relativa salvaguardia dell’occupazione dei lavoratori.
Lo Snals Confsal, a tal riguardo, ritiene certo che tanti lavoratori appartenenti ad enti di formazione con procedura avviata di revoca dell’accreditamento e quelli appartenenti agli enti di formazione esclusi dal finanziamento del Piano formativo della formazione professionale, potrebbero trovarsi esclusi dalle attività per il 2014.
Il settore della formazione professionale siciliana, a seguito delle vicende venute fuori in questi giorni, sta vivendo una situazione di trambusto e confusione – ha dichiarato Giuseppe Milazzo, Responsabile regionale della Formazione professionale dello Snal Confsal – l’unica nota positiva è la dichiarazione da parte dell’assessore regionale al ramo, Nelli Scilabra, di salvaguardare, attraverso il passaggio al Ciapi di Priolo, i lavoratori degli enti colpiti da revoca di accreditamento.
Lo Snals Confsal, settore formazione professionale, condivide in toto la posizione dell’assessore, prosegue il comunicato, e ritiene urgente trovare delle soluzioni sulla problematica del personale a rischio, incluso nell’albo di cui allart. 14 della legge regionale n. 24 del 6 marzo 1976, che potrebbero subire ancora ulteriori ritardi dei pagamenti pregressi.
Il citato sindacato rileva, che al personale, rientrante nelle tutele prevista dalla legge regionale n.24/76, dalla legge regionale n.25 del 1 settembre 1993, dalla legge regionale n.23 del 23 dicembre 2002, dalla legge regionale n.4 del 16 aprile 2003 e dalla legge regionale n.10 del 7 giugno 2011, devono essere garantiti i livelli occupazionali e retributivi.
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