PER DUE ANNI HANNO RETTO IL GIOCO AL GOVERNO CROCETTA E ALL’ASSESSORE NELLI SCILABRA. ORA, PERO’, IL ‘GIOCO’ SI FA PESANTE: COSI’ CGIL, CISL, UIL, (MA ANCHE UGL, COBAS) PROVANO A RECUPERARE CON I LAVORATORI UNA CREDIBILITA’ IN BUONA PARTE COMPROMESSA
Adesso che sentono che il terreno sotto i piedi gli comincia mancare, le organizzazioni sindacali che operano nella Formazione professionale siciliana corrono ai ripari. Sanno che mercoledì prossimo 1 ottobre ci sarà a Palermo e nel resto della Sicilia una manifestazione di lavoratori – decisi a scendere in piazza senza bandiere e sigle sindacali, ma solo per difendere il lavoro che gli è stato tolto – e così cercano di metterci il ‘cappello’.
Mai abbiamo visto tanto squallore da parte di tante organizzazioni sindacali che, da due anni, reggono il gioco al Governo regionale di Rosario Crocetta e dell’assessore Nelli Scilabra, firmando ripetutamente accordi inutili. Accordi che il Governo – con il consenso celato dei sindacati – non ha mani mantenuto.
Ora che sono stati ‘sgamati’ e sputtanati, corrono ai ripari. Ma sembra un po’ tardi.
Nonostante l’assenza delle organizzazioni sindacali, gruppi come quello delle ‘Vittime della rivoluzione crocettiana’ hanno tenuto testa al presidente della Regione, Rosario Crocetta, e all’assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra.
Le iniziative dei lavoratori liberi, lo ricordiamo, hanno spinto il presidente della Commissione Cultura e Lavoro all’Ars, Marcello Greco, ad anticipare i lavori al 26 agosto con una serie di audizioni sulla vertenza degli Sportelli multifunzionali e sul flop day in tema di tirocini formativi e di Piano giovani.
Audizioni interessanti per quello che è emerso circa il cosiddetto flop-day, anche se per il resto sono stati inutili, a parte i tentativi squallidi di favorire il Governo regionale con l’approvazione di una risoluzione che penalizza i lavoratori.
La verità – lo ribadiamo – è che le organizzazioni sindacali, in questi due anni, non hanno difeso i lavoratori, ma hanno retto il gioco del Governo regionale. Tant’è vero che gli stessi lavoratori, a un certo punto, hanno capito di essere stati giocati e si sono organizzati da soli.
Come non ricordare i continui sit-in, lo sciopero della fame di Adriana Vitale, ex sportellista e la marcia su Roma di un gruppo di operatori degli Interventi formativi?
Adesso i sindacati sentono l’esigenza di non perdere il contatto con i lavoratori del settore. E hanno ragione: sono più di 8 mila e, se vogliono, possono scatenare un putiferio.
Così, grazie allo sciopero di mercoledì 1 ottobre, proveranno a recuperare il rapporto con i lavoratori.
Ma noi quello che dobbiamo dire lo dobbiamo dire.
La Cisl siciliana, negli ultimi mesi, ha criticato aspramente il Governo Crocetta. Ma lo ha fatto dopo che il Governo Crocetta ha messo fuori gioco lo Ial Cisl.
Lo sappiamo: lo Ial non è più della Cisl. Ma il mondo è sempre quello. E, a nostro avviso, il Governo regionale ha esagerato con lo Ial, sacrificato sull’altare di lotte interne al PD siciliano.
La Cgil – altra organizzazione sindacale che ha firmato il contratto collettivo di lavoro nel settore insieme con Cisl e Uil – non si è mai messa contro il Governo Crocetta. Ne ha percepito i limiti, li ha denunciati, ma non ha mai fatto una ‘guerra’, anche perché avrebbe dovuto rompere con il PD.
Solo adesso che il PD siciliano è all’opposizione del Governo Crocetta la Cgil siciliana si sta svegliando. Ma è un risveglio tardivo.
Quindi lo Snals Confsal: altro sindacato tentennante. Pronto a discutere con Crocetta e l’assessore Scilabra, pur sapendo che il progetto era quello di massacrare i lavoratori.
Poi ci sono i sindacati non firmatari del Contratto nazionale di categoria: Ugl Scuola, Cobas.
Certo, meno compromessi delle prima quattro sigle. Meno compromessi, ma non estranei ai ‘giochi’ di questo Governo.
Insomma, tutte organizzazioni sindacali che, rispetto alla Formazione professionale siciliana, si sino esibite in incredibili ‘contorsioni’…
La speranza è che i lavoratori di questo settore si organizzino da soli. Creando un sindacato di base, lontano da tutte queste sigle.
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