Il settore della formazione professionale vive un momento drammatico e, per certi versi, esplosivo. Ad accorgersene non solo la Uil Scuola che ha annunciato la mobilitazione generale, ma anche le associazioni degli Enti formativi Forma Sicilia e Cenfop Sicilia. Un nuovo scenario si delineerebbe nel sistema formativo? Andiamo con ordine.
A rischio il sistema di garanzie che regge il funzionamento del settore. I motivi? Diversi e non solo strutturali. Con i tanti articoli dedicati dalla nostra testata giornalistica al settore della formazione professionale negli ultimi mesi, abbiamo cercato di dimostrare come alla crisi strutturale si affiancasse un complesso di criticità congiunturali che strettamente si legano a scelte politico-istituzionali. (a sinistra, foto tratta da fisascatpalermo.it)
Un complesso di decisioni maturate nellalveo di un sistema concertativo che ha, almeno sulla carta, accontentato gli uni e gli altri. Ci riferiamo ovviamente sia ai rappresentanti delle associazioni degli Enti di formazione professionale più rappresentative nel settore, Forma Sicilia e Cenfop Sicilia, sia alle organizzazioni sindacali firmatarie del contratto collettivo nazionale di lavoro della formazione professionale (CCNL-FP). Un sistema concertativo dicevamo che ha visto impegnati per mesi e mesi tre parti; lAmministrazione Attiva, le associazioni degli Enti formativi e le organizzazioni sindacali.
Un accordo politico/isitituzionale/sindacale sancito sulla scorta di precise garanzie che ha convinto le due parti contrapposte allassessorato regionale Istruzione e Formazione professionale a sciogliere la riserva ed ufficializzare lassenso al progetto riforma epocale della formazione professionale. Uno si espresso in maniera inconfutabile con lettere e volontà espresse in verbali e/o accordi sottoscritti. Volontà condivise da tutti nel chiaro convincimento che la crisi economica e finanziaria e le storture strutturali del sistema formativo avrebbero potuto trovare soluzione con limpianto pensato ed attuato dal trio delle meraviglie Lombardo, Albert e Centorrino (LAC).
Abbiamo più volte criticato nel tempo il progetto di riforma concertato tra tutte le parti in gioco. Abbiamo più volte studiato, con i suggerimenti, documenti e denunce fatteci pervenire da tantissimi lettori, le diverse sfaccettature di un sistema che, da subito è apparso scricchiolare. Non poteva e non può, a nostro modesto avviso, reggersi in piedi. Eppure il mondo politico, il governo regionale, le associazioni degli Enti formativi, le organizzazioni sindacali firmatarie del CCNL (altri sindacati, seppur presenti, non hanno mai saputo incidere per assenza di idee) hanno garantito, con il loro assenso, lattuazione del progetto riformatore.
Un grande protagonista si è distinto nel nuovo assetto sistemico della formazione professionale in Sicilia, Ludovico Albert. Il super pagato tecnico imposto per ben due volta allautonomista (per caso e non per convincimento) Raffaele Lombardo. Ebbene sì , il presidente della Regione più autonoma sulla carta dItalia, che prende ordini da un Partito – il Pd – seppur il più grande partito italiano.
E quello che è successo tra la Lombardo e Elsa Fornero, Ministro del lavoro, nellennesimo schiacciamento subito dalla Sicilia e dal suo popolo, da un gruppo di piemontesi. Grande la responsabilità politica di Lombardo.
Ora sembra che stia cambiando qualcosa. Almeno così pare. La Uil Scuola dichiara guerra. Si è stancata di sentirsi presa in giro dal dirigente generale del ramo, Ludovico Albert, il quale si atteggia come una anguilla nel senso che sfugge quando si affrontano le questioni inerenti lerogazione delle anticipazioni dovute agli Enti per la realizzazione delle attività formative già avviate con senso civico di responsabilità professionale o da avviare a valere sullAvviso 20/2011.
Cgil e Cisl, in questo settore filo governative, stanno a guardare, forti della posizione di predominio in quanto esercitanti il ruolo padronale nel settore della formazione professionale. Qualcuno criticherà il presente articolo contestando quest’affermazione, e lo farà convinto, secondo noi, che dovrà dire una bugia, dovendo mettere da parte la proprio coscienza. Alle critiche dovrebbero sostituirsi, di solito, le soluzioni ai problemi, diversamente non si farebbe alcun passo in avanti. Noi cerchiamo di fare anche questo con l-aiuto dei lettori attenti e preparati.
Adesso anche Forma Sicilia e Cenfop Sicilia hanno scritto assumendo posizioni chiare e nette. Hanno sottoscritto una lettera nella quale si lamentano dello stallo pericoloso in cui si trova il settore formativo. Una posizione presa sulla scorta del delicatissimo momento attraversato da tutti gli Enti formativi.
Ci si avvicina al mese di ottobre e non decolla nulla, non si vedono anticipazioni, i decreti vengono registrati dalla Corte dei Conti con estrema lentezza, la campagna elettorale per le elezioni regionali imperversa, il sistema formativo si appresta ad intraprendere il precipizio. Il tutto grazie alla riforma epocale fortemente voluta dal LAC, il trio delle meraviglie.
Vi riportiamo per esteso la lettera trasmessa lo scorso 20 settembre da Forma Sicilia e Cenfop Sicilia a firma di Suor Mariella Lo Turco, presidente Forma Sicilia e Salvatore Miroddi, presidente Cenfop Siciclia, indirizzata ad Accursio Gallo, assessore regionale Istruzione e Formazione professionale. Una lettera che denuncia lo stato di imbarazzante incapacità di Albert e dell’amministrazione attiva di trovare definitive ed adeguate soluzioni indispensabili per evitare il precipizio in cui si e imbattuta la formazione professionale.
Gravissimo il danno arrecato ai ragazzi, ai lavoratori, al sistema nel suo complesso. Un sistema messo a punto, secondo diversi operatori del settore, critici ed a un passo dal fallimento, per meglio raccogliere consenso elettorale ed imporre la legge del più forte. Noi ci rifiutiamo di crederci. Vedremo.
Gentile Assessore,
in un tempo di crisi generalizzata, con rigore professionale e a garanzia del settore formazione professionale le rappresentiamo quanto, a livelli diversificati e in sedi tecnico operative di settore, abbiamo piu’ volte evidenziato.
Riteniamo urgente più che dichiarazioni di impegno, azioni concrete di risoluzione dei problemi e delle criticità presenti nel sistema della Formazione professionale. Ci vuole determinazione e responsabilità politica a garanzia del sistema e per il bene della nostra terra.
Le chiediamo un intervento immediato, concreto ed efficace che sblocchi le risorse finanziarie, in particolare, di quelle a valere sui fondi europei/Fse al fine di erogare le anticipazioni dovute agli Enti per la realizzazione delle attività formative già avviate con senso civico di responsabilità professionale.
Le ricordiamo che quasi tutte le spese della formazione sono a carico del Fondo sociale europeo.
Alleggerire il fondo regionale non può significare penalizzare ulteriormente coloro che hanno compreso la criticità del bilancio della Regione e a garanzia del sistema hanno fatto ricorso ad altri fondi.
Bloccare i fondi impegnati per la formazione professionale crea un insostenibile ed ingiustificato disagio sociale nelle persone che vi lavorano, con ricadute negative sul piano formativo/educativo, in particolare sui ragazzi, sulle ragazze e sulle loro famiglie e sui territori.
Con un sistema altalenante come si può parlare di incrocio domanda e offerta e di formazione e professionalità?
La disattenzione per la formazione, per le persone che vi operano, per i giovani è indicativo di negligenza e di superficialità sociale e professionale. Senza formazione non ci può essere sviluppo, crescita ed economia.
E’ inaccettabile far soffrire un sistema che ha risorse già destinate e vincolate.
Nessuna demagogia da parte di nessuno, nessuna distrazione sia in senso sociale, sia nel senso propriamente finanziario. Non è possibile bloccare i fondi europei per la formazione perché si tratta di lavoro, anche già realizzato da parte del personale dipendente.
Bloccare i fondi europei destinati alla formazione ha risvolti disastrosi e deleteri per tutta la Sicilia.
Il mancato utilizzo immediato delle risorse Fse determina il disimpegno automatico con gravi conseguenze e riduzione di fondi anche per la prossima programmazione 2014-2020.
Come associazioni di Enti crediamo nel sistema e denunciamo l’insostenibilità politica e i ritardi procedurali. Non possiamo più contenere la grave tensione sociale delle persone e dellintero sistema che dovrà mobilitarsi se le risposte non arrivano con immediatezza.
La situazione è davvero drammatica Signor Assessore e non più sopportabile.
Lei è a conoscenza della situazione da tempo, Le chiediamo, quindi, una rapida soluzione, dimostrando il senso di responsabilità che al momento del suo insediamento ha dichiarato.
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