IL GOVENRO REGIONALE HA SCONTENTATO TUTTI I SINDACATI, CONFEDERALI E AUTONOMI. IL SETTORE RESTA NEL CAOS
La gestione del personale eccedentario del settore della Formazione professionale è l’ennesima bomba ad orologeria che rischia di scoppiare da un momento all’altro.
Il Governo regionale, guidato da Rosario Crocetta, è riuscito, in un sol colpo, a mettere insieme tutte le sigle sindacali, confederali ed autonome. Quasi un miracolo quello attuato dall’assessore al ramo, Nelli Scilabra, e dalla dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale del dipartimento della Formazione professionale in Sicilia. Infatti scontentare tutti non era facile, eppure l’esecutivo della rivoluzione c’è riuscito.
Lo Snals Confsal ha contestato il contenuto dell’accordo che precarizza il settore e viola la normativa regionale tutt’ora in vigore. I sindacati autonomi Asilfop, Gli irriducibili e Cobas-Cub lo hanno sconfessato scendendo in piazza con uno sciopero generale.
Il sindacato Sinalp ha fatto sapere che è pronto a promuovere azioni legali a tutti i livelli a difesa del sistema di tutele previste dall’articolo 2 della legge regionale n.25 del 1 settembre 1993 e dalle leggi successive che ne hanno rafforzato le garanzie dei livelli occupazionali.
Il sindacato Uslal ha denunciato la precarizzazione del settore che si scontra con gli strumenti messi in campo dallo stesso Governo regionale come l’Albo dei lavoratori assunti a tempo indeterminato al 31 dicembre 2008. Un esecutivo che con la mano sinistra regala l’aggiornamento dell’Albo e con la destra lo disapplica.
Il sindacato Ugl e l’Unione lavoratori liberi (Ull) hanno contestato l’accordo e la scelta di abrogare la circolare n.10/94 per sostituirla con una nuova direttiva di cui non si conoscono i contenuti.
“Non comprendiamo perché l’individuazione, la gestione, il reclutamento e le modalità di utilizzo del personale risultato eccedentario, siano esclusivamente demandati agli enti gestori, quasi a consentire loro uno scambio di figurine di adolescenziale memoria”, fanno sapere da Ugl e Ull.
Nel chiedere l’immediata emanazione di una circolare che migliori il contenuto della circolare n.10/94 Ugl e Ull hanno esternato le perplessità per l’operato dell’amministrazione regionale.
“Riguardo all’impegno assunto dall’Amministrazione, di provvedere alla concessione della Cigd, alla luce di quanto avvenuto con la concessione dell’anno 2012, precisano dalle segreteria di Ugl e Ull – esprimiamo grande preoccupazione, a causa delle scarse risorse disponibili; ritenendo altresì, che i lavoratori non possano più permettersi perdite consistenti di reddito, dato che la stessa Amministrazione Regionale, non è stata in grado di mantenere l’impegno assunto, di integrare all’80% dell’ultima retribuzione, l’assegno di sostegno al reddito.
Riteniamo che non si possa nemmeno accettare l’ultima soluzione proposta riguardo a possibili percorsi alternativi di riqualificazione -hanno aggiunto – in quanto questa ipotesi potrebbe essere presa in considerazione solo in presenza di certezze, in ordine ai tempi ed ai modi di attuazione”.
Contestato, quindi, da tutte le sigle sindacali operanti nel settore della Formazione professionale l’accordo sugli esuberi sottoscritto lo scorso 12 novembre tra l’amministrazione regionale e le organizzazioni sindacali Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola.
Va inoltre sottolineato che tra le organizzazioni autonome solamente qualche settimana fa si usavano toni quasi gioiosi per via dell’intesa con l’assessore Scilabra sulle cose da farsi per sistemare le criticità del settore. Appare un fallimento quello che registriamo adesso nelle posizioni di molti sindacalisti che dimenticano come la coerenza un tempo fosse valore imprescindibile.
I primi a contestare il contenuto dell’intesa sono proprio i sindacati confederali che si sono trovati in un vicolo chiuso, firmare per sbloccare la seconda annualità dell’Avviso 20/29011 oppure il nulla.
“Va rinegoziata tutta la materia del reclutamento del personale – ha dichiarato Giuseppe Raimondi, responsabile regionale Uil Scuola settore Formazione professionale – non siamo soddisfatti del contenuto dell’accordo ma lo abbiamo firmato per senso di responsabilità, per sbloccare l’avvio della seconda annualità, per la condizione generale di crisi che vive il settore e che ci ha portato a ritenere che anche un giorno di contribuzione per il lavoratore possa essere importante. Tant’è che per coloro che non dovessero trovare collocamento, nell’accordo citato – ha aggiunto – è previsto un periodo di Cassa integrazione guadagni in deroga (Cigd)”.
L’assessore Scilabra e la dottoressa Corsello con l’accordo sottoscritto sembrano avere intrapreso oramai un percorso di smantellamento del settore sia guardando agli enti formativi che ai lavoratori. I primi sono in ginocchio per via dei mancati sblocchi dei pagamenti, dei rendiconti, delle polizze fideiussorie, che non permettono di onorare le obbligazioni assunte verso i terzi. I lavoratori sono disperati, impoveriti nelle tasche e nell’anima, sfiduciati al punto tale da ritenere il precariato l’ultima spiaggia. Ed è quello che voleva con ogni probabilità il Governo regionale. Un esercito di lavoratori pronto a rispondere ai comandi di una politica sempre più esigente e calcolatrice.
“Con l’amministrazione regionale vi è stato un braccio di ferro sulla nostra richiesta, condivisa dai colleghi di Flc Cgil e Cisl Scuola – ha sottolineato Raimondi – di assegnazione a tempo indeterminato delle ore liberate da titolare, ore senza riserva di posto (maternità, aspettativa, etc.), da parte di enti disponibili alla contrattualizzazione del lavoratore. L’amministrazione regionale ha preferito, invece, – ha rimarcato – limitarsi all’utilizzo di contratto a tempo determinato come unica soluzione praticabile”.
Questo perchè la priorità del Governo Crocetta è esclusivamente quella di ricollocare gli esuberi del 10 per cento, quelli cioè causati dal taglio delle risorse assegnate per finanziare la seconda annualità dell’Avviso 20/2011. L’attività con ore e personale degli enti definanziati sarà trasferita al Ciapi attraverso apposita delibera di giunta e sempre con lo stesso rapporto di lavoro, e cioè con contratto a tempo determinato.
Una decisione che lascia basiti per via del limite posto dall’assessorato regionale per la Formazione professionale agli enti privati di assunzione a tempo indeterminato, ma anche per una ragione a tutti nota ma che la Scilabra e la Corsello non vogliono considerare.
Siamo di fronte ad uno stato consolidato dei rapporti nel sistema formativo che ha nella data del 31 dicembre 2008 una spesa certa annua per la copertura del costo del personale. Ecco perché non si capisce l’ostracismo del presidente Crocetta & C nel negare la libertà di assumere a tempo indeterminato. Forse la risposta starebbe proprio in u na scleta politica precisa ed inequivocabile, rendere precario ciò che è certo per meglio plasmarlo a seconda della necessità politica.
“Non si tratta di una nuova assunzione nel settore – ha precisato Raimondi – perchè il lavoratore da ricollocare è già titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato con un’assunzione effettuata prima del 31 dicembre 2008 ed iscritto all’Albo, e poi l’assegnazione delle ore a tempo indeterminato è coerente con il precetto normativo dell’articolo 2 della legge n.25 del 1 settembre 1993. In aggiunta va detto che l’assunzione a tempo indeterminato dell’operatore in esubero – ha spiegato Raimondi – non costituisce spesa aggiuntiva in quanto per il lavoratore, già retribuito dal sistema formativo, si tratta solamente di cambiare casacca”.
Eppure il Governo regionale ha imposto lo stop al passaggio dei lavoratori da un ente che ha dichiarato esubero di personale ad altro che, invece, sarebbe pronto ad assumerlo. Non si comprende per quale ragione non lo debba fare. La giustificazione dell’amministrazione regionale che si ricorderebbe solamente adesso che i lavoratori sono tutti gli stessi, non convince proprio. Dichiarare che tutti gli esuberi vanno gestiti con contratti a tempo determinato, sia quelli assorbiti dagli enti formativi sia quelli trasferiti al Ciapi di Priolo, non convince proprio e semmai è l’ennesima conferma della volontà politica di precarizzare il settore ed i lavoratori, facendo saltare definitivamente il sistema di tutele previste dalle leggi regionali.
“L’amministrazione regionale ha chiarito che il personale degli enti revocati andrà al Ciapi di Priolo – ha concluso Raimondi – e non essendoci altra alternativa, al momento abbiamo ritenuto dover accettare il tempo determinato in alternativa al posto di lavoro perso, decisione che costituisce di comunque una tutela per il lavoratore rispetto al nulla”.
Il Governo regionale ha imbroccato una direttrice senza uscita che rischia di compromettere l’utilizzo dei 2,5 miliardi di euro che l’Unione europea dovrebbe mettere a disposizione dell’Isola nella programmazione 2014/2020. Il parlamento siciliano dovrebbe svegliarsi e prendere in mano le redini del processo di riforma del settore. Dallo stato di caso la Sicilia ha il dovere di uscire per non pregiudicare definitivamente la condizione di crescita educativa e formativa delle giovani generazioni.
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