La formazione professionale rimane un settore immobilizzato e impelagato in decine di contenziosi. Una buona parte nasce dalla vicenda dellintegrazione al finanziamento concessa dalla Regione siciliana negli anni scorsi e che ha toccato lEnte formativo Futura di Trapani. Ente che si vede chiedere la restituzione di una somma di denaro che nulla ha a che fare con lintegrazione per il maggior costo previdenziale e retributivo a seguito degli incrementi contrattuali.
In questo caso lamministrazione ha preso un abbaglio perché lEnte non ha chiesto integrazioni. Chiariremo di seguito la vicenda.
In diverse occasioni abbiamo affrontato la questione dellintegrazione al finanziamento, analizzandone gli aspetti giuridici e procedurali, cercando di sviscerare i lati poco chiari della vicenda che vede 35 Enti formativi chiamati a restituire le maggiori somme ottenute negli anni tra il 2005 e il 2010 (circa 21 milioni di euro). Contestata, infatti, allEnte Futura la somma di 22.500 euro relativa allattività formativa finanziata attraverso il Piano regionale di offerta formativa del 2005.
Andiamo con ordine riepilogando il quadro di riferimento oggetto dellinchiesta che il nostro giornale conduce da alcuni mesi. Ne seguiamo gli sviluppi perché questo filone presenta sfaccettature che potrebbero sortire pesanti effetti sul settore e sul personale dipendente degli Enti interessati.
Un settore, e lo diciamo da un po, già provato dalla desertificazione politico-amministrativa del precedente Governo regionale del famigerato trio delle meraviglie LAC (Lombardo, Albert, Centorrino). Danni ereditati dallattuale Governo regionale che, prescindendo da slogan e buoni propositi, in cinque mesi poco o niente ha prodotto. Non è polemica e non vuole essere posizione di parte, ma solamente la foto realistica di quello che emerge da unattenta analisi di quello che oggi è la filiera formativa in Sicilia.
Quello a guida del trio dei Sogni e dei rinvii, CSC (Crocetta, Scilabra, Corsello), si presenta come un esecutivo caratterizzato, almeno finora, dalla politica dei rinvii sulle attività da programmare per garantire continuità e tutele occupazionali. Unazione di governo a doppia velocità, in buona sostanza. Da una parte continui diktat, ispezioni, controlli e azioni di recupero dei crediti (o presunti tali). Dallaltro lato, lentezza e stallo sul futuro.
Un Governo che ha impoverito (con rimozioni di dirigenti e funzionari) gli uffici preposti alla gestione del flusso dei pagamenti, depotenziando la capacità di avanzamento della spesa. A chi ha giovato? Forse a certa politica attenta a vecchie forme di clientelismo? Un esecutivo, quindi, incapace di leggere e interpretare le carte? Non crediamo proprio. Semmai, Crocetta & Company appaiono simili a squali affamati che mordono ogni cosa per soddisfare lappetito che, nel questo caso si chiama fare cassa ad ogni costo. Anche attraverso procedure illegittime? Può darsi. Anche attraverso diffide e messe in mora senza alcun presupposto? Non è da escludere.
Poi, per salvare chi e che cosa? Interrogativi che meriterebbero risposte adeguate. Ma torniamo alla vicenda molto strana che ha riguardato lEnte di formazione Futura di Trapani. E scandalosamente insostenibile costringere Enti formativi a sostenere spese legali per dimostrare linesistenza di reati o illeciti amministrativi.
Nel caso dellEnte formativo Futura Formazione professionale di Trapani, il paradosso è dobbligo. Sì, perché lamministrazione regionale ha avviato la procedura recupero della somma di 22 mila e cinquecento euro sul presupposto che la maggiore somma sia stata considerata illegittima dalla Regione siciliana. Per citare la motivazione riportata nella sentenza della Procura regionale della Corte dei Conti un supplemento di finanziamento per consentire allEnte di scaricare sullErario regionale propri costi dimpresa, cresciuti nel corso dellespletamento dellattività formativa.
Sappiamo, per averne parlato in nostri diversi precedenti articoli, che sullintegrazione al finanziamento, si incancrenisce il contenzioso tra amministrazione regionale ed enti formativi. Nel caso che interessa Futura Formazione professionale di Trapani, Ente di formazione destinatario dellatto stragiudiziale per la restituzione della somma di 22 mila e cinquecento euro relativa al Prof 2005, vi diciamo dove sta la verità.
Dalla documentazione fattaci pervenire in redazione, emerge che la contestazione non ha a che vedere con la copertura dei maggiori oneri previdenziali e retributivi. Per lEnte citato, la somma oggetto di contenzioso, non fa riferimento al maggiore importo ottenuto per garantire ai propri operatori il trattamento economico stabilito dal contratto collettivo nazionale di categoria ed ulteriori oneri accessori previsti per legge, come recita la lettera di diffida dellassessorato. Proprio no! Dalla lettura della citata documentazione emergerebbe altra verità.
LEnte, a seguito dellapprovazione da parte della Commissione regionale per lImpiego (Cri) del Prof 2005, ha subito la decurtazione di 900 ore oltre che una decurtazione del 25 per cento del finanziamento rispetto allanno precedente. A seguito di richiesta di riesame della graduatoria, Futura ha ottenuto la riammissione del corso oggetto di precedente taglio, ricevendo un maggiore importo per la voce gestione pari a 22 e cinquecento euro, come si può evincere dallesame del decreto assessoriale n.861 del 5 aprile 2006. Ed è proprio su questimporto che lamministrazione regionale ha proceduto alla diffida e messa in mora. Cosa centra?
Incredibile a dirsi ma è così. Lo ripetiamo, dalle carte emerge questa verità. Il Governo si pone fuori strada quanto afferma (nella nota di diffida) che la cifra sia servita per maggiori oneri dovuti allapplicazione degli aumenti desunti dagli adeguamenti previsti dal Ccnl di categoria. In questo caso, non si è di fronte ad integrazione concessa per maggiori costi imputabili al personale, ma la quota di finanziamento assegnata per la voce gestione per via del corso di formazione prima decurtato e poi finanziato. Una svista madornale. Possibile?
Ma i dubbi ci assalgono. Cominciano a diventare troppe le sviste, al punto da far nascere il dubbio che si tratti, invece, di una precisa strategia finalizzata a governare altri processi, altre responsabilità amministrative. Vediamo perché. Con la sentenza n.2947/2012 la Procura regionale presso la Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti ha ritenuto sussistenti i presupposti per la configurabilità della responsabilità amministrativa contabile in capo ai soggetti che hanno erogato le integrazioni. Quindi, la magistratura contabile ha reputato illegittime le stesse perché considerate alla stregua di un supplemento di finanziamento riconosciuto allEnte per coprire il maggior costo dimpresa con risorse pubbliche aggiuntive, provocando un danno allErario regionale. Ed allora, chi pagherà i danni?
Assessori, dirigenti generali, dirigenti di servizio e funzionari? E presto a dirsi. Una cosa è certa: sappiamo chi sta già pagando. Sono proprio i lavoratori che si vedono sottrarre gli stipendi per via del prelievo coatto effettuato, a nostro avviso illegittimamente, nei confronti di alcuni Enti, dallamministrazione regionale sulle quote di finanziamento dellAvviso 20/2011 destinate al pagamento delle retribuzioni maturate dai lavoratori.
Ma torniamo alla vicenda dellEnte trapanese. Riportiamo alcuni momenti al solo scopo di evidenziare le diverse leggerezze compiute dallamministrazione regionale.
Futura Formazione professionale di Trapani con nota n.15510 del 17 aprile 2013 ha prodotto unistanza, indirizzata al dipartimento regionale Istruzione e Formazione professionale, per lannullamento in autotutela della diffida emessa in mora notificata dallamministrazione regionale il 4 aprile scorso con protocollo n.22586. Nellatto stragiudiziale il dipartimento regionale al ramo sottolinea che lintegrazione, concessa allEnte Futura con decreto dirigenziale n.9 del 21 aprile 2006, sarebbe destinata a garantire ai propri operatori il trattamento economico stabilito dal contratto collettivo di lavoro. E questo in risposta allatto di contestazione di responsabilità e invito a dedurre depositato, nei confronti di assessori e dirigenti generali dellepoca, dalla Corte dei Conti il 28 settembre 2011. Assegnato allEnte trapanese il termine di trenta giorni dalla notifica dellatto di diffida e messa in mora, con lavvertenza che lamministrazione regionale provvederà al recupero coatto (ingiunzione fiscale) delle somme illegittimamente erogate.
La dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale del settore che ha firmato latto, e gli uffici di supporto, questa volta hanno preso un abbaglio. Istanza per lannullamento in autotutela presentata entro i termini (17/04/2013) dallEnte Futura. Ancora più balorda è la situazione determinatasi per inerzia degli uffici dellassessorato regionale Formazione professionale. A seguito della conclusione della verifica amministrativo-contabile con la chiusura del rendiconto relativo al progetto formativo del Prof 2005, emerge che lEnte Futura risulta creditore di 7.906,32 euro a saldo gestione.
Non basta. Da oltre sei anni lEnte di formazione trapanese non ha ricevuto alcun pagamento dallassessorato al ramo. Diversi sono stati i solleciti, tutti inevasi. Li ricordiamo: richiesta di saldo n.267 del 30/01/2007, prima nota di sollecito con lettera n.534 del 4/3/2008, seconda nota di sollecito con lettera n.8287 del 29/12/2011, terza nota di sollecito n.10292 del 2/5/2012. Gli uffici non hanno ritenuto di dovere rispondere, lasciando aperte la partita. Con lultima nota, la n.12779 del 29 novembre 2011, Futura ha chiesto ai sensi della legge n.241 del 7 agosto 1990 (in materia di accesso ai documenti amministrativi) di essere informato sulliter attuale del procedimento e di conoscere il nominativo del funzionario responsabile. Ancora attende a distanza di 5 mesi una risposta.
Nel frattempo però la stessa amministrazione intima la restituzione entro 30 giorni di una somma non dovuta. Una disparità di trattamento bella e buona. Una responsabilità amministrativa che non può restare alloscuro ancora.
Nota a margine sulla legittimità dellintegrazione al finanziamento
La vicenda dellintegrazione al finanziamento affonda le ragioni e trova la sua legittimazione giuridica allinterno del quadro normativo regionale. Lintegrazione al finanziamento al Prof 2009, a cui fa riferimento la sentenza della Corte dei Conti, e per cui sono stati condannati lex assessore regionale, Mario Centorrino, e funzionari dellAmministrazione regionale, trova, infatti, il suo fondamento nella legge regionale 24 del 6 marzo 1976 che, da poco meno di quarantanni, regola il rapporto di sovvenzione tra Regione siciliana e gli Enti gestori. A questa legge sono succedute altre norme una più importante dellaltra: come la legge regionale n.12 del 22/04/1987, la n.27 art. 16 comma 4 del 15 maggio 1991, la n.25 art 2 comma 1 del 1 settembre 1993, la n.31 art. 2 del 7 maggio 1996, la n.24 art. 17 comma 2 del 26 novembre 2000, la n. 23 art. 39 del 23 dicembre 2002, la n.21 art.9 dell8 novembre 2007, tutte quante tese a sancire un principio inequivocabile e non diversamente interpretabile: la garanzia della continuità lavorativa e il riconoscimento del trattamento economico e normativo previsto dal CCNL agli operatori della formazione.
Tale principio viene sancito in modo chiaro nella legge regionale n. 25/93 il cui precetto normativo è vincolante per lamministrazione regionale. Per gli Enti gestori tale vincolo era già stato determinato dalla contrattazione e dal Ccnl di categoria, che è legge fra le parti. La norma ha prodotto in capo alla Regione vincoli sotto il profilo economico e non solo programmatori richiamandola ad una precisa responsabilità negli confronti degli Enti gestori.
Lincremento del costo del lavoro generato dallapplicazione dei vari rinnovi dei Contratti collettivi di lavoro, non poteva esimere la Regione dalla predetta responsabilità. Invece è accaduto che nei PROF, susseguitesi negli anni, a fronte di un monte ore corsuale inalterato, decretato allente, il costo ora/corso rimaneva identico o addirittura ridotto.
Ciò si è verificato per circa 35 Enti formativi e per un periodo compreso tra il 2005 e il 2010. Va detto che se lEnte avesse omesso di adeguare i livelli economici ai dipendenti, scaturenti dai rinnovati contratti di lavoro, sarebbe incorso nella revoca dellaccreditamento e, non ultimo, nella sospensione del Documento unico di regolarità contributiva (Durc).
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