DI FRONTE ALLA PROSPETTIVA DI MANIFESTAZIONI PERMANENTI IL GOVERNO REGIONALE TIRA FUORI DAL CILINDRO L’ENNESIMO IMPEGNO. CON L’INTENTO DI EVITARE CHE I LAVORATORI TORNINO IN PIAZZA GIA’ DA DOMANI
Davanti alla rivolta dei dipendenti della Formazione professionale siciliana – non più controllata dai sindacati, ma organizzata dagli stessi lavoratori – il Governo di Rosario Crocetta cerca di correre ai ripari alla sua maniera, con nuove, mirabolanti promesse: 130 milioni di euro per pagare gli stipendi.
La storia è nota: ogni volta che c’è uno sciopero il governatore e la fida ‘assessora’ Nelli Scilabra, a fine manifestazione, lanciano una promessa che poi disattendono. Fanno così da un anno e mezzo. Senza stancarsi mai. Anche stasera hanno riproposto il solito copione.
L’obiettivo è chiaro: evitare che le proteste continuino domani e nei prossimi giorni. I lavoratori della Formazione professionale siciliana cadranno nel solito tranello?
“Non dobbiamo cadere nella solita trappola – ci dice un lavoratore -. Dobbiamo continuare a protestare, domani e nei prossimi giorni. Anzi, dobbiamo organizzarci un po’ meglio. Perché se questi si accorgono che la nostra protesta si abbassa di tono torneranno a massacrarci”.
Aggiunge un altro lavoratore: “Sarebbe sbagliato non credere a priori all’ennesimo impegno assunto dal presidente Crocetta e dall’assessore Scilabra. Mettiamoli alla prova senza lasciare la piazza. Appena gli stipendi arretrati saranno sui nostri conti correnti smetteremo di protestare. Ma smettere di protestare senza avere preso prima i nostri soldi che il presidente Crocetta e l’assessore Scilabra ci negano, in alcuni casi, da due anni, sarebbe un suicidio”.
In effetti, il Governo regionale ha già messo le mani avanti: dice di voler ‘cacciare’ questi 130 milioni di euro, ma poi aggiunge che vuole prima avere la certezza che i soldi finiscano ai lavoratori.
Alla fine, è il gioco che va avanti da un anno e mezzo: con la scusa che enti e società non pagherebbero il personale, il Governo regionale si tiene i soldi. Un teatrino già visto.
Come finirà? Ci dice una lavoratrice: “Non dobbiamo mollare la piazza. Oggi eravamo tanti. Nei prossimi giorni dobbiamo essere di più. E dobbiamo organizzarci per il giorno in cui Sala d’Ercole voterà la mozione di censura all’assessore Scilabra. Quel giorno – che peraltro non è lontano – dobbiamo essere tutti a Palermo davanti l’Assemblea regionale siciliana, per sostenere i parlamentari che ci aiuteranno a liberarci della Scilabra”.
“Dico di più – aggiunge – dobbiamo chiedere ai deputati che presentano la mozione di censura di non chiedere il voto segreto. Perché è bene che i siciliani sappiano chi sono i parlamentari regionali che difendono l’operato di questo Governo e chi, invece, vuole mandare a casa un assessore che, in due anni, ha distrutto la Formazione professionale e i Servizi per il lavoro”.
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