Formazione in rima: il valzer dei trasferimenti blocca i pagamenti dell’Avviso 20

Non c’è pace per il mondo della formazione professionale. Dopo il massiccio trasferimento di dirigenti e funzionari, la dirigente generale di questo dipartimento regionale, Anna Rosa Corsello, è corsa ai ripari. Come? Pare che voglia assegnare una ventina di dipendenti al Servizio gestione (la branca dell’amministrazione di questo settore che si occupa dei mandati di pagamento in favore degli Enti formativi). Altra ipotesi: l’eventuale spostamento del Servizio gestione presso gli uffici del dipartimento Lavoro. Proviamo a capire qualcosa di più.

Nella prima ipotesi, una domanda: da dove arriverebbe il personale? Cominciamo con il dire che si tratta di dipendenti che hanno un regolare contratto al dipartimento Lavoro e che verrebbero spostati al dipartimento Formazione professionale. Non sappiamo se ciò sia avvenuto: ma sappiamo che non ci sono ordini di servizio impartiti dal dipartimento regionale Funzione pubblica per giustificare l’eventuale utilizzo di questo personale.

Nel caso in cui il personale del dipartimento Lavoro (anche in assenza di un ordine di servizio della Funzione pubblica) venisse utilizzato dal dipartimento Formazione, sorgerebbe spontanea una seconda domanda: come verrebbe utilizzato? Da indiscrezioni si apprende che tale personale verrebbe utilizzato attraverso l’istituto del permesso esterno. Una prassi che assomiglia ad una sorta di precariato del pubblico impiego. Il servizio esterno, infatti, è utilizzato allorquando un dipendente si sposta da un dipartimento all’altro per svolgere attività che rientrano nelle mansioni del proprio ufficio. Ci chiediamo allora: come può un dipendente spostarsi continuamente – a mezzo di permesso esterno – per emettere mandati di pagamento, pur appartenendo al dipartimento Lavoro ed avendo assegnato, per contratto, un diverso carico di lavoro?

Nella seconda ipotesi (spostare le ‘carte’ da un dipartimento all’altro) saremmo in presenza di una somma confusione. Anzi, di un papocchio. Perché si affiderebbe un servizio delicato (il pagamento agli Enti formativi, nel caso di questi giorni, i pagamenti relativi all’Avviso 20/2011) a personale di un dipartimento diverso da quello della Formazione.

In questa seconda ipotesi saremmo davanti a dipendenti che operano senza un preciso ordine di servizio. Come si può autorizzare un dipendente a emettere i mandati di pagamento senza un ordine di servizio che ne stabilisca diritti e doveri? E, quindi, di fronte a un eventuale interesse leso, il cittadino a chi dovrebbe rivolgersi? Di norma chi sbaglia paga. E in questo caso chi pagherebbe? Non pagherebbe il personale che avrebbe lavorato senza un ordine di servizio.

La cosa strana è che il Governo regionale ha motivato il trasferimento di 60 – tra dirigenti e funzionari del dipartimento Formazione – specificando, per iscritto, che nel citato dipartimento c’è personale in esubero.

Domanda al Governo (cioè alla politica) e alla dirigente generale dottoressa Corsello: se c’è esubero come mai, ad oggi, non c’è il personale nel Servizio gestione? E’ vero o no che, sempre ad oggi, nessun mandato di pagamento in favore degli Enti è stato emesso, con gravi conseguenze per i lavoratori del settore della formazione?

Si tratta di scelte amministrative (o politiche?) che lasciano perplessi. Un modo di agire che alimenta un pesante contenzioso tutto interno all’amministrazione regionale che non giova alla formazione professionale, agli allievi, ai lavoratori e, in generale, alla Sicilia. Questo, in lingua italiana, il presidente Rosario Crocetta, l’assessore al ramo, Nelli Scilabra e la dottoressa Corsello ne converranno, si chiama confusione (in siciliano ‘casino’).

Come dubbi emergono da un altro fatto. Sono stati trasferiti, nei giorni scorsi, 5 dei sette dirigenti dall’assessorato Istruzione e Formazione professionale all’assessorato Funzione Pubblica. Due si sono persi per strada? Macché! Uno è dirigente sindacale e non può essere spostato, se non previa concertazione sindacale, mentre l’altro usufruisce della legge 104/’92.

Dove sta il dubbio? Ve lo diciamo subito. I cinque dirigenti trasferiti sono ancora oggi senza carico di lavoro. Quindi non utilizzati. Ci chiediamo: perché? Forse qualcuno ha stabilito che devono espiare chissà quali “peccati”? Chi lo sa!

Il rischio che avvistiamo è che – perdurando questo stato di cose (il già citato ‘casino’) – potrebbe profilarsi al trentunesimo giorno di inutilizzo il reato di danno erariale (a carico dell’amministrazione regionale che non li ha fatti lavorare). E intanto il tempo passa e la continuità dell’azione amministrativa va a farsi friggere.

 

Giuseppe Messina

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