Formazione/ Il Governo del fare, tra politica ed eliminazione degli avversari precarizza il settore

Dopo l’annuncio ad effetto dello scorso 2 settembre, del siluramento dello Ial Sicilia, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, si starebbe ritagliando un ruolo da protagonista alla imminenti elezioni del nuovo segretario nazionale del Partito democratico, che si terranno il prossimo novembre? Non è che stia porgendo la guancia a discapito dei siciliani per mettere le mani su un pezzo del partito di maggioranza relativa in Italia? Un progetto ambizioso per la verità, per certi versi anche legittimo dal suo punto di vista, purché l’obiettivo non verga perseguito a danno della collettività.

Dalla chiusura dello Ial circa 850 dipendenti rischiano il posto di lavoro e nella migliore delle ipotesi la trasformazione del titolo contrattuale da tempo indeterminato a precario. Andiamo con ordine nel tentativo di fare chiarezza. Cosa non facile visti gli sforzi profusi sinora dall’Esecutivo per mantenere uno stato di caos nel settore della formazione professionale. Non deve apparire pretestuoso, dicevamo, e neanche un insulto all’azione del Governo il nostro interrogativo che spiegherebbe la scelta politica e non amministrativa del siluramento dello Ial Sicilia.

La stampa di oggi ci riporta i tentativi “maldestri” della Scilabra di difendere la scelta, facendola apparire come dovuta e scevra da condizionamenti politici. La Scilabra non pare avere convinto gli addetti ai lavori e parte della politica siciliana che sembra essersi svegliata su questa vicenda. La stessa reazione nervosa nei riguardi del segretario generale della Cisl siciliana, Maurizio Bernava, oltre a farle perdere l’aplomb, più costruito che naturale, ha perduto l’occasione per mostrarsi sicura nel ruolo. E invece è scivolata sulla fatidica buccia di banana replicando alla polemica accesa dai sindacati preoccupati del futuro dei lavoratori.

La solita storia dei pupi e dei pupari. Quando il pupo non è addestrato per bene dal puparo, prima o poi qualcuna la combina. Non vorremmo che questo atteggiamento sia riconducibile alla famosa opera dei pupi dal sapore tipicamente siculo? Se così dovesse essere, attenzione perché nel caso in specie la sorte riguarda migliaia di famiglie. Senza necessariamente fare calcoli matematici, l’assessore per la Formazione professionale dovrebbe sapere, lo ripetiamo chissà qualcuno ancora volesse dimenticarsene, che lo Ial é ente di formazione vicino, ma molto vicino, al Pd, il partito che regge le stampelle al Governo del presidente Rosario Crocetta.

Prescindendo dalle beghe politiche interne alle diverse correnti politiche del più grande partito italiano, ciò che più preoccupa è l’incertezza che muove l’assessore Scilabra ed i suoi fidati tecnici (ma non è Lei il tecnico della Formazione ?) sul cosa fare. Una mancata chiarezza di idee che alimenta l’ansia di lavoratori, sindacati, enti formativi e di tantissimi operatori ed osservatori sul futuro dopo la chiusura dello Ial. L’assessore regionale per la Formazione professionale che non brilla per competenza e tecnicismo sul settore (e non è una sua colpa ma semmai del dante causa che assomiglierebbe più a un Puparo, chissà?) farebbe bene, ad avviso dei tanti osservatori del settore, a parlare meno e studiare di più, per tirare fuori la migliore soluzione possibile e praticabile. Insomma, i nodi, prima o poi, vengono al pettine.

Tipica caratterizzazione del Governo Crocetta, che non si smentisce mai, la revoca dell’accreditamento allo Ial Sicilia, il maggiore ente di formazione siciliano, è avvenuta con la velocità di un rapace e la spettacolarizzazione della notizia di una vedette, teatrante da palcoscenico , data in pasto all’opinione pubblica, ancor prima di aver aperto un confronto con sindacati e associazioni degli enti formativi e di aver determinato la soluzione praticabile.

Quale la soluzione? Passate tutti al Ciapi di Priolo. Ed il transito del personale degli enti de finanziati transiterebbe all’ente in house della Regione siciliana non già mantenendo la tipologia di rapporto di lavoro a tempo indeterminato ma con modalità flessibili o atipiche. Per essere chiari, licenziamento dagli enti di provenienza e assunzione con contratto a progetto presso il Ciapi per un anno. Bella conquista, e poi? A chiarimento è il caso di aggiungere che qualcuno dovrebbe riferire all’assessore Scilabra che la tipologia contrattuale cosiddetta “atipica” non è applicabile ai lavoratori che svolgono lavori manuali ed esecutivi, oppure a figure professionali come i docenti che hanno il dovere di rispettare tempi luoghi e orari.

Un contratto a progetto non è elevabile per i primi livelli d’inquadramento del Contratto nazionale di lavoro della categoria. Significa questo che almeno il 50 per cento dei dipendenti dello Ial non troverebbero collocazione al Ciapi. Qualcuno ha pensato a questo? Oppure è sufficiente il “gola ad effetto” per dire che la partita è vinta? Prima di cantare vittoria sarebbe bene ricontrollare i numeri e rifare i calcoli, in questa maniera qualcuno potrebbe farsi male. Ed ancora, ma non era astato proprio il presidente Crocetta a dichiarare alla stampa, nel febbraio scorso, che avrebbe chiuso le due sedi del Ciapi, Palermo e Priolo Gargallo, in quanto carrozzoni mangiasoldi e inutili? Nel frattempo cosa sarebbe cambiato? Quali motivi avrebbero spinto ad una retromarcia?

Sembrerebbe proprio che quello che cercava, l’Esecutivo lo avrebbe ottenuto. Cosa? Spostare per l’ennesima volta l’attenzione della Sicilia, dall’azione politico-amministrativa di sgretolamento del sistema formativo, attuato giorno dopo giorno dal governo come dall’amministrazione, alla moralizzazione del sistema formativo regionale. Un progetto politico-mediatico di salvataggio dei lavoratori che rappresenterebbe all’opinione pubblica un ripensamento mistico sulla “via di Damasco”, sull’esempio di San Paolo implacabile avversario, prima del ripensamento, dei seguaci di Cristo fino alla chiamata divina.

Una sorta di pseudo “corridoio umanitario”, questo appare la soluzione, marcatamente precaria, del Ciapi di Priolo. Almeno stante a come verrebbe prospettata dal Govenro regionale che si appresterebbe a far confluire il maggior numero possibile di lavoratori col miraggio del posto sicuro e dello stipendio corrente e corretto ma solo per un anno, e poi?. L’ulteriore spettacolarizzazione di un agire per slogan, proclami e diktat ad effetto che, nel caso specifico, inculcherebbe nell’opinione pubblica l’idea di un Governo regionale efficace, umano, morale che ha pensato alla salvaguardia dei lavoratori, evitando una possibile “macelleria sociale”, epurando il settore dal magna – magna di certi enti formativi.

Altri aspetti ci convincono davvero poco. Ritorniamo sulla vicenda politica che adombrerebbe la scelta del Governo regionale di definanziare lo Ial.

Va precisato come le più grosse inchieste giudiziarie abbiano toccato diversi enti formativi della provincia di Messina, alcuni dei quali, strettamente collegati a Francantonio Genovese e Franco Rinaldi, entrambi esponenti di spicco del Partito democratico. quello stesso ambiente politico dal quale proviene il presidente Crocetta e per il l quale ha ottenuto, in sede di elezioni regionali dello scorso 28 ottobre, il lasciapassare per Palazzo D’Orleans, sede della presidenza della Regione siciliana.

Se la vicenda non è politica, poco ci manca. E ci convince poco la difesa ad oltranza assunta dall’assessore al ramo, Nelli Scilabra, della tesi tecnico-amministrativa e non politica dietro la decisione di de finanziare lo Ial Sicilia. Le modalità e la tempistica farebbero pensare ad una sorta di faida tutta interna al Pd che è già entrato nel clima rovente che porterà all’elezione del nuovo segretario nazionale con possibili effetti sia sul Governo nazionale che su quello regionale. Una partita importante, delicatissima per gli attuali equilibri. Un segnale che partirebbe proprio dall’Isola e diretta alla sede romana del Pd? E per finire, i lavoratori restano fra i pochi con le idee chiare.

Cosa chiedono da oltre nove mesi? Che agli operatori assunti entro il 31 dicembre 2008 e iscritti all’Albo unico regionale, venga garantita la continuità lavorativa, la puntualità degli stipendi, il rispetto delle leggi in vigore, l’applicazione delle norme contenute nel contratto collettivo di lavoro e la corresponsione degli stipendi pregressi. Molti lavoratori e qualche si sigla sindacale si sono affrettati, nelle scorse ore, a congratularsi con l’assessore Scilabra per avere fatto pulizia chiudendo lo Ial.

Per carità, nulla da dire, non entriamo nel merito. Sottolineiamo solamente che dopo nove mesi, il Governo della “rivoluzione copernicana” ha raggiunto l’importante risultato di iniziare seriamente un processo diciamo di moralizzazione del settore (anche se i rischi di annacquamento politico restano in piedi), e poi? Qualcuno tra i lavoratori più esperti ha scritto su un social network che “le cause del mancato pagamento degli stipendi agli operatori degli enti che gestiscono l’attività di formazione vanno ricercate nell’esubero di personale, nel ritardo in cui l’amministrazione regionale eroga i finanziamenti e nella gestione allegra dei finanziamenti da parte di qualche ente”. Il Governo ha fornito esaustive risposte sui temi riportati?

Sull’atavica lentezza nella chiusura dei rendiconti e sulla totale negligenza dell’amministrazione regionale nell’erogare i saldi dei rendiconti chiusi cosa ha fatto il Governo Crocetta? Dove sono i provvedimenti amministrativi di accelerazione della spesa e dei pagamenti? Diverse le lacune e tanti i motivi di critica. Intanto i lavoratori restano all’asciutto e con la certezza che il futuro si fa sempre più cupo.

 

 

Giuseppe Messina

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