Formazione, Ignazio Beninati (Acli): “La riforma Centorrino? Sbagliata”

Le Acli partono dal capoluogo siciliano e rilanciano il ruolo e l’importanza del Terzo settore nel più ampio panorama di contrasto alla crisi per ‘ridisegnare’ il proprio impegno nella società. Analizziamo brevemente il contesto critico per raccogliere le testimonianze di un nuovo impegno etico che partono dalla città di Palermo.

L’ attuale crisi economica, che ha investito l’Italia e la fragile economia siciliana, ha avviato un ineluttabile processo di cambiamento e modificazione del modo di vivere e di pensare. La nostra società si è smarrita ed ha perso le coordinate lungo la direttrice della scala valoriale che è cattolica ma laicamente libera. Viviamo in un contesto molto fragile, disunito, che il sociologo Zygmunt Bauman ha definito “società liquida”.

Non ci sono più regole forti, si sono indebolite le Chiese, i partiti, tutti i rapporti, e non solo quelli di lavoro, sono diventati precari, anche nella famiglia, anche nella coppia, mentre l’educazione svanisce e prevale l’ impulso immediato. Ebbene, la crisi economica, insieme alla concorrenza delle nuove potenze economiche come la Cina e l’India, ci hanno costretto a cambiare, a modificare i nostri ritmi di vita nel lavoro come nella famiglia o nel tempo libero.

Le società che ci sfidano non sono ‘liquide’, sono solide, solidissime. Hanno smisurate ambizioni e ferrea disciplina. Francesco Alberoni, in un articolo di qualche tempo addietro, pubblicato sul Corriere della Sera, ha anticipato la ricetta per reagire. “Resisteremo e conserveremo la nostra prosperità solo se sapremo diventare anche noi solidi. E come? Non certo rinunciando alla nostra libertà, ma con una razionalizzazione su cui tutti sono d’ accordo, che consideriamo ovvia ma non facciamo. Ci servono amministrazioni pubbliche snelle, un sistema giudiziario rapido, un sistema fiscale equo, un’informazione seria, un’educazione rigorosa, una scuola e una università che producano altissime competenze. Occorre dare opportunità ai capaci, incominciando dalle donne oggi ancora discriminate. Dobbiamo creare una mobilitazione come se fossimo in guerra, per cui tutti fanno meglio, lavorano di più, studiano di più, inventano di più. Non ci sono più margini per i chiacchieroni, i fannulloni, i ritardatari, i cinici”.

In questo contesto sociologico, drammaticamente descritto da Alberoni, rivendicano un ruolo-guida il mondo delle Acli. A Palermo, nei giorni scorsi sono state rinnovate le cariche ed è stato eletto presidente provinciale Ignazio Beninati. Abbiano scambiato con lui qualche idea per conoscerne propositi e progetti.

“Le Associazioni cristiane lavoratori italiani – ci dice Beninati – sono organizzazioni no profit ed appartengono al terzo settore, si interessano, attraverso le proprie strutture (Caf, patronato, Enaip, etc), delle problematiche sociali e mirano alla salvaguardia e tutela della dignità dell’uomo. Caratterizzerò la mia presidenza – prosegue Beninati – verso un’azione del fare, incentrata nella creazione di opportunità di lavoro attraverso la creazione di occasioni di sviluppo reale per le imprese. La classe politica ha garantito finora solo posti clientelari e precari con servizi inefficienti ed inefficaci (un esempio per tutti: la gestione dei rifiuti a Palermo). Palermo è una delle grandi città a non avere una metropolitana, così come non è dotata di collegamento ad alta velocità con Catania. Mi spenderò per contribuire ad invertire la tendenza tipica dei politici ed amministratori locali di amministrare con leggerezza anziché puntare ad occasioni di sviluppo reale per le imprese, guardando per esempio ai Paesi del Magreb (Nord-Africa)”.

Sulla formazione professionale il neo presidente provinciale delle Acli della provincia di Palermo è altrettanto chiaro: “Operiamo nel settore da decenni – precisa – e vogliamo che si faccia subito chiarezza sul settore della formazione professionale. Noi siamo per la riforma radicale del settore e della legge 24 del 6 marzo 1976 partendo da un punto fermo: la salvaguardia del personale in servizio, anche attraverso processi di riqualificazione. L’idea che porterò avanti è quella di una formazione qualificata e finalizzata alla reale occupazione. Ma per far questo occorre innescare un reale processo di sviluppo produttivo con incentivi al sistema delle piccole e medie imprese. Serve un approccio etico per ripristinare i presupposti e le condizioni di competitività delle imprese siciliane. La formazione professionale di qualità può essere erogata a condizione che vi sia un tessuto produttivo pronto ad accogliere le professionalità qualificate. Centorrino ha sbagliato, ha tenuto fermo il settore immaginando una riforma solo amministrativa. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti ed a pagare sono i lavoratori”.

“In questo – aggiunge – i sindacati hanno una dose di responsabilità nel non aver saputo intercettare le conseguenze derivanti dal passaggio dal regime di sovvenzione a quello di convenzione”.

Gli appalti sono altra cosa. Al presidente nazionale Unione sportiva (Us) Acli, Marco Galdiolo, abbiamo chiesto quale ruolo può ritagliarsi il mondo dello sport e del tempo libero in una società che muta radicalmente e che cerca una nuova identità.

“Il settore dello sport e più ampiamente del tempo libero – precisa Gladiolo – è fondamentalmente strategico per le Acli e per la società. Sport di base, attività motoria e ludico-motoria sono fenomeni trascinanti per l’inclusione e l’integrazione sociale. Si tratta di un ambito tra i più importanti. Lo sviluppo di pratiche sportive è uno straordinario traino per la socializzazione e la tenuta della società, fortemente a rischio degli ultimi anni. Il settore sportivo gode di vasta popolarità, ma necessità di autorevolezza e giusto riconoscimento proprio perché l’impresa no profit può apportare circuiti virtuosi volti a tracciare le basi per un’economia civile fondata sulla flessibilità sostenibile”.

“Il mondo dello sport – conclude Galdiolo – deve acquisire quella trasparenza e serietà necessari al superamento degli steccati autoreferenziali per affermarsi, dentro i principi-guida delle Acli, come strumento di coesione, inclusione e tenuta sociale”.

 

Giuseppe Messina

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