Siamo a dieci giorni dall’apertura delle urne. Si avvicina inesorabile il momento della verità. I partiti tradizionali sembrano schiacciati dalla fresca energia di nuove compagini ed aggregati “fuori schema”. Nuovi scenari pare descrivano un diverso modello politico. La solita Sicilia laboratorio politico per Roma? Vedremo.
Intanto un settore che non soffre la smania di cambiamento è la formazione professionale. Un terreno arato dal potente Ludovico Albert, mai reso fertile, almeno per i tanti. Forse per i pochi? Può darsi!
Lui sì che conosce profondamente il gusto della scorribanda, su e giù tra le praterie di carte e carte, piacevolmente dilettandosi. Un settore, non finiremo mai di ripeterlo, che vive il peggiore momento da quando nel lontano 1976 il legislatore regionale anticipò, con una legge innovativa, il resto d’Italia. Una legge, quale la n. 24 del 6 marzo 1976, che avviò l’erogazione dell’offerta formativa e l’addestramento professionale nell’Isola attraverso l’affidamento a privati professionisti.
Oggi di tutto questo non esiste più nulla. Proviamo a ragionare per l’ennesima volta. In una società che muta e che si evolve ci può stare che si innovi un sistema e lo si permei rispetto al modello socio-economico per renderlo al passo coi tempi. Ma quello che ha prodotto il cosiddetto trio delle meraviglie, conosciuto con l’acronimo LAC, è una obbrobrio dalla difficile lettura.
I protagonisti di questo caotico sistema privo di regole e solide fondamenta sono stati Raffaele Lombardo, presidente mai dimesso della Regione siciliana, Mario Centorrino, già assessore regionale allIstruzione e formazione professionale voluto dal Pd e Ludovico Albert, esperto alla guida del dipartimento regionale al ramo, calato dalle Alpi ed imposto da Pier Luigi Bersani, Massimo D’Alema e Piero Fassino. Un vero e proprio gota a sostegno del torinese. Una gestione, dicevamo, che attraverso l’esame dei fatti, non possiamo che giudicare inesorabilmente fallimentare.
Pur di raggiungere precisi obiettivi il trio LAC non ha esitato a trasformare il settore da stabile a precario. Un contro senso rispetto al processo di cambiamento, avviato e mai concluso, dal peggiore Governo regionale che la Sicilia ha avuto fino oggi.
L’Avviso 20/2011 è ancora fermo al palo e le necessità elettorali spingono verso l’assunzione di decisioni alquanto discutibili. E’ il caso degli oltre 200 valutatori selezionati, nelle scorse ore, proprio a 10 giorni dall’elezione regionale. Che bravo che è Albert! Sempre puntuale ad assecondare i piaceri dei pidiessini datati. A chi andava fatto il favore? Non lo sappiamo con certezza. Ma nutriamo forti sospetti che il vantaggio andrebbe tutto ad una precisa componente politica che ha gestito negli ultimi due anni la formazione professionale in Sicilia.
Gestito si fa per dire. Intanto nelle ultime settimane si registrano timidi segnali di sofferenza del sistema verso lo stallo in cui versa l’Avviso 20/2011. Diverse le iniziative di gruppi spontanei di lavoratori.
Un gruppo di oltre 1.100 operatori della formazione professionale ha depositato, per esempio, l’atto di diffida stragiudiziale all’indirizzo del presidente della Regione siciliana, dell’assessore regionale allIstruzione e Formazione professionale e del dirigente generale al ramo per il ripristino delle leggi regionali n.24/76, dell’art. 14 della stessa legge riguardante l’Albo degli operatori della formazione professionale e della legge regionale n.25 del 1° settembre 1993 sulle garanzie occupazionali.
Altri, circa 100 addetti del settore, hanno incaricato unassociazione dei consumatori di depositare all’indirizzo degli stessi soggetti la “class action amministrativa” per il ripristino del quadro normativo regionale.
Inoltre, un altro gruppo di lavoratori ha inviato, a tutti i leader nazionali e regionali dei partiti non solo tradizionali, una lettera che volentieri pubblichiamo.
La Lettera
Caro …
rappresento un nutrito gruppo di lavoratori della formazione professionale siciliana. Stiamo vivendo un momento di grande difficoltà a causa di una speculazione politica da parte di forze governative che, pur di giungere ai loro obiettivi elettorale, non hanno avuto scrupolo alcuno a destabilizzare e mettere sul lastrico 8000 famiglie, attuando una riforma “EPOCALE” . La riforma consiste nel trasferire le risorse dal bilancio regionale ai fondi europei, calpestando tutte le leggi vigenti del settore Formazione professionale della Regione siciliana. Progetto mirante a non garantire il personale sia
dal punto di vista occupazionale che retributivo.
I più fortunati attendono di percepire otto mesi di retribuzione, altri anche venti mesi. Nel frattempo, cosa mangiano i nostri figli? Il settore è gestito da un dirigente generale venuto dal Piemonte, Ludovico Albert, proposto dalla segreteria del PD (Bersani- Fassino- DAlema) e imposto dal governo nazionale per mano di Fabrizio Barca e della “piagnucolona” Elsa Fornero . Essendo, Albert, estraneo alla realtà siciliana e alla gestione della Formazione professionale, complice Lombardo e parte del PD, ha effettuato una “macelleria sociale” senza precedenti.
Non so dove tutto questo ci porterà (siamo disposti a tutto perché disperati e schegge impazzite). Pertanto ammirando, la tua onesta, tua obiettività di giudizio ti chiediamo un intervento che possa ristabilire la legalità in questa depredata Sicilia dando serenità a 8000 famiglie.
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