Formazione/ Governo pasticcione sulle eccedenze di 718 lavoratori

NON SI PLACANO LE POLEMICHE INTORNO AL RICOLLOCAMENTO DEL PERSONALE DICHIARATO ESUBERANTE. PUBBLICATI DATI PERSONALI DEI LAVORATORI VIOLANDO PROBABILMENTE IL CODICE SUL TRATTAMENTO DATI PERSONALI. NUMERI ALTALENTANTI, NORME E REGOLE INAPPLICATE PER CELARE UN DISEGNO POLITICO? SONO 18 I LAVORATORI ASSUNTI IN VIOLAZIONE DEL BLOCCO CHE POTREBBERO PRENDERE IL POSTO DEI TANTI LEGITTIMAMENTE ISCRITTI ALL’ALBO.

Nella Sicilia dove accade tutto e il contrario di tutto succede anche che possano diventano carta straccia le norme contenute nel Codice in materia di protezione dei dati personali e rivelarsi lo “specchio delle allodole” quell’albo tanto voluto e difeso da alcune organizzazioni sindacali. Un altro scandalo sembra investire la Formazione professionale siciliana, questa volta protagonista non un ente formativo ma l’amministrazione regionale che nel diramare a tutti gli enti operanti in Sicilia con l’Avviso 20/2011 l’elenco regionale del personale eccedentario ha omesso di proteggere alcuni dati personali riservati dei lavoratori.

I dati richiamati nell’elenco del personale eccedentario per la seconda annualità ai sensi del verbale stipulato il 12 novembre 2013 tra il dipartimento Lavoro, le organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali sono:

enti di provenienza, cognome e nome, telefono, indirizzo di posta elettronica, titolo di studio, attestazioni riconosciute, carichi familiari, provincia di lavoro, data di assunzione storica a tempo indeterminato nella Formazione professionale, area funzionale contrattuale, qualifica contrattuale, livello, ore settimanali contrattuali, anni esperienza professionale, anni esperienza didattica, macro aree disciplinari per i formatori.
Il Dipartimento Lavoro si sarebbe reso protagonista, quindi, di un fatto tanto singolare quanto incredibile. Ha reso pubblico l’elenco regionale delle eccedenze munito di dati sensibili e violando, con ogni probabilità, il diritto alla protezione dei dati sensibili, tema delicato e disciplinato dal decreto legislativo n.196 del 30 giugno 2003 (Codice in materia di protezione dei dati personali). Il governo regionale, per mano della dottoressa Corsello avrebbe agito in fretta (cattiva consigliera) senza minimamente chiedersi se servisse una liberatoria dei lavoratori interessati.
Stesi come panni al sole, dunque, dati personali di 712 lavoratori dichiarati in esubero dagli enti di appartenenza. Vi è sconforto e rabbia tra i lavoratori interessati per essersi resi conto che notizie personali sono state messe alla berlina dall’amministrazione regionale senza che l’assessore Scilabra intervenisse o potesse intervenire. Qualcuno racconta di un dissidio tra l’assessore alla Formazione e il suo dirigente generale su questa brutta vicenda. In questo trambusto ovviamente l’assessore al Lavoro, Ester Bonafede sta in silenzio coerentemente disinteressandosi di quanto accade. Almeno questo appare essere il suo atteggiamento contornato da uno scrosciante silenzio. È questa la maniera per rispettare i diritti, le libertà fondamentali, la dignità degli interessati? Qualcuno ha pensato che i lavoratori della Formazione professionale siano carne da macello? È andata a farsi friggere la riservatezza legata all’identità personale e al diritto alla protezione dei dati personali? Diversi interrogativi che gli stessi lavoratori si pongono e che meritano una pronta risposta.

Da indiscrezioni assunte, diversi lavoratori coinvolti avrebbero scritto al Garante della privacy per chiedere lumi sull’accaduto. Altra grana per il Governo della rivoluzione, della legalità, della trasparenza e della giustizia che, al di là dei proclami e degli slogan, sta inanellando un mucchio di “malafiure”. È una continua contraddizione l’esecutivo Crocetta, incartato su se stesso non riesce più a scrollarsi la maschera del “bambino inadempiente e capriccioso”. Trascorso il primo anno di vita, difatti, il bilancio sull’operato dell’esecutivo nel settore della Formazione professionale è quanto mai disastroso. Per restare in tema di mobilità e gestione delle eccedenze è riuscito in pochissimo tempo a creare un gran casino. Prima la nota emanata dalla dottoressa Corsello, che ricordiamo essere il dirigente generale del dipartimento Lavoro con l’interim alla Formazione professionale, sulla validità della circolare n.10/94 che prevede la gestione del personale in mobilità sulla scorta di elenchi provinciali. Poi la direttiva n.35555 che obbliga gli enti formativi ad inserire nell’elenco il personale esclusivamente iscritto nell’albo e che prevede il ricollocamento di unità di personale in eccedenza. Cosa che come vedremo non è accaduta.
Ed infine l’accordo del 12 novembre 2013 che si è rimangiato tutto, sciogliendo le biglie di un settore da tempo allo sbando al punto tale che alcuni enti formativi hanno posto in eccedenza tutto il personale per poche ore, compreso i tanti assunti dopo il 31 dicembre 2008. Altro che blocco delle assunzioni. Uno spezzatino indigesto al lavoratori interessati che troveranno difficilmente collocazione lavorativa. Un dietro front incredibile quello del Governo regionale che ha ingrossato il numero degli eccedentari, stimati in un primo momento in circa 414, che ha portato alla legittimazione dello spezzatino dei lavoratori posti in mobilità per pochissime ore, manovra che celerebbe il contratto difensivo di solidarietà che risponde ad altri criteri applicativi. Una “spalmatura” delle eccedenze su tutto il personale che non rispetta quanto descritto nella citata direttiva n.35555. E’ probabile che tale “spalmatura” di 5,6,7 ore potrebbe condannare il personale interessato ad una riduzione di stipendio. Perché? Appare davvero arduo che altri organismi possano richiedere un impegno professionale per un così residuo impegno settimanale.

E non è tutto. Biglie sciolte significa anche legittimare al collocamento prioritario presso altri enti anche 18 lavoratori assunti tra il primo gennaio 2009 ed il mese di luglio 2013, pregiudicando l’accesso al lavoro di centinaia di dipendenti di enti iscritti all’albo regionale ed in possesso della regolare assunzione entro il 31 dicembre 2008. Chi ha deciso di attribuire alla fantomatica lista regionale rango superiore all’Albo aggiornato dall’assessore Scilabra? Perché sono stati creati due elenchi del personale? Forse serviva un escamotage per salvare gli ultimi assunti? E se il proposito era di danneggiare il personale con maggiore anzianità di servizio, perché il Governo regionale ha sentito il dovere di operare un maquillage aggiornando l’Albo? Serviva forse tenere a bada 8 mila lavoratori con un piatto di lenticchie per poi concretizzare l’ennesima operazione clientelare e affaristica? Ed allora, il taglio del 10 per cento del finanziamento della seconda annualità dell’Avviso 20/2011, in presenza di risorse comunitarie in abbondanza, almeno sulla carta, è servito forse a costruire questo progetto diabolico? Salvare pochi raccomandati per precarizzarne tanti? Tutte domande che pur meritando adeguate e puntuali risposte, siamo convinti che resteranno prive di un cenno. E che dire poi dei dieci lavoratori assunti nell’ultima settimana del mese di dicembre 2008? Davvero strano. Sono tutte assunzioni legittime? Parrebbe di si, ma sono stati incrociati i dati Inps con quelli in possesso degli Uffici provinciali del lavoro? Precisiamo che le domande non mirano a danneggiare questo o quel lavoratore, tutti hanno diritto di trovare una collocazione lavorativa. Quel che preme sottolineare è che se esistono delle regole o meglio ancora norme di legge quelle vanno rispettate.
E se è proprio il Governo della legalità e della giustizia a non rispettarle, allora i numeri non tornano. La verità è che questo esecutivo regionale, fatto di brave persone ma poco tecniche e meno ancora esperte, si è incartato al punto tale da non capirne più nulla, non riuscendo a governare neanche il ricollocamento di 414 lavoratori che per un gioco di prestigio sono lievitati addirittura a 712 con 18 nuovi assunti in violazione del blocco delle assunzioni. È possibile che qualche ente si sia tolto qualche sassolino dalla scarpa danneggiando il proprio personale? Qualche conto in sospeso con dirigenti sindacali rei di aver agito nel tempo a difesa del contratto collettivo di lavoro e delle leggi di riferimento che regolano il settore? Tutto è possibile, lo ripetiamo, se il dipartimento regionale del Lavoro, i sindacati dei lavoratori e le associazioni degli enti sono riusciti nell’intendo di raddoppiare le eccedenze (o non se ne sono resi conto) con il maldestro accordo del 12 novembre scorso, tutto appare veramente possibile. Lo scenario potrebbe diventare apocalittico se fra qualche tempo l’amministrazione regionale volesse provare a cimentarsi nel ricollocamento di circa mille e 500 dipendenti di enti de finanziati.

 

Giuseppe Messina

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