Formazione 2/ Scoppia la ‘parentopoli’?

Parentopoli sbarca in via Ausonia, la sede di Palermo dell’assessorato regionale alla Formazione professionale? In questa branca dell’amministrazione regionale sono stati avviati i controlli a tappeto su dirigenti e dipendenti. Come? Attraverso la distribuzione di un modello di autocertificazione con quattro opzioni e uno spazio per dichiarazioni aggiuntive.

Tutto è cominciato con una nota diramata nei giorni scorsi a firma del dirigente generale del dipartimento al ramo, Anna Rosa Corsello. Oggetto del documento, trasmesso lo scorso 3 gennaio con protocollo n.355 a tutti i dirigenti di aree, servizi, e unità operative di base, è il richiamo ai doveri di fedeltà e di esclusività del dipendente nei confronti dell’amministrazione di appartenenza.

Dove sta la novità? Nell’inoltrarlo, la Corsello ha richiamato l’articolo 5 del Codice di comportamento dei dirigenti della Regione siciliana e degli Enti di cui all’articolo 1 del Contratto collettivo regionale di lavoro (Ccrl) del personale con qualifica dirigenziale della Regione. Disciplina richiamata dall’articolo 1 della legge regionale 18 maggio 2000, n.10. Stesso richiamo nei confronti del personale dipendente del comparto non dirigenziale del Ccrl.

L’articolo 5 del Codice di comportamento fa riferimento alla “trasparenza negli interessi finanziari” e richiama l’Allegato A con riferimento ai dirigenti e l’Allegato D per i dipendenti del comparto non dirigenziale. Perentoria la richiesta di informazioni attraverso la compilazione di una dichiarazione sostitutiva da rendere ai sensi degli articoli 38, 47 e 48 del Decreto del Presidente della Repubblica n.445 del 28 dicembre 2000.

Ad essere richieste sono state, nello specifico, informazioni su incarichi di collaborazione e compensi eventualmente percepiti da enti privati esterni all’amministrazione regionale. Così come è stata richiesta, la precisazione interessa il coinvolgimento di parenti o affini entro il quarto grado o conviventi destinatari di incarichi o impieghi con compensi da enti privati, di qualunque forma giuridica, beneficiari di risorse economiche da parte dell’amministrazione regionale.

Un elemento strano, che forse meriterebbe un approfondimento, è che l’amministrazione regionale non ha chiesto ‘lumi’ sull’eventuale presenza di coniugi. Ovvero – per essere chiari – non viene chiesto se un coniuge, che magari lavora presso il dipartimento regionale della Formazione professionale, possa avere aiutato la propria moglie titolare di un Ente formativo o società (o viceversa).

La cosa, lo ribadiamo, è strana, perché questi controlli sono stati avviati proprio per verificare l’eventuale presenza di ‘commistioni’: cosa questa che dovrebbe riguardare anche i coniugi.

C’è, poi, un’altra richiesta: la dichiarazione, nella qualità di dipendente dell’amministrazione regionale, di eventuali decisioni adottate con coinvolgimento di interessi personali, o dei propri parenti, entro il quarto grado o conviventi. Stessa dichiarazione è stata chiesta anche ai dirigenti regionali.

Intanto ci chiediamo perché, un così rigido provvedimento, possa interessare solamente dirigenti e dipendenti del dipartimento della Formazione professionale. Ad essere coinvolta dovrebbe essere tutta la filiera dell’amministrazione regionale. Perché la parentopoli, se c’è, è anche in altri settori della Regione.

Se l’obiettivo è quello di restituire trasparenza e credibilità alla formazione professionale, la decisione non andrebbe estesa anche agli Uffici provinciali del lavoro, agli Ispettorati provinciali del Lavoro, ai Centri per l’Impiego, al dipartimento regionale Lavoro ove operano dipendenti a contatto con il mondo della formazione professionale?

Non si comprende il perché di una evidente disparità di trattamento.

Secondo molti dipendenti del settore, il provvedimento potrebbe essere riconducibile all’inchiesta che ha riempito pagine intere di giornali negli ultimi mesi. Il riferimento è all’azione della Procura della Corte dei Conti. Inchiesta che ha visto coinvolti diversi dipendenti accusati di distrazione di somme, alcuni dei quali già raggiunti lo scorso 9 dicembre da citazioni in giudizio. Di mezzo ci potrebbe essere anche l’inchiesta su quest delicato settore della vita pubblica siciliana avviata dalla Procura della repubblica di Palermo.

Dal canto loro dirigenti di servizio, funzionari e impiegati hanno consegnato, nelle scorse ore l’autocertificazione al dirigente generale del dipartimento.

Si respira aria pesante, anzi pesantissima. Il clima è di sfiducia e scoramento. In tanti sono pronti a lasciare per trasferirsi.

 

Giuseppe Messina

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