Formazione 2/ La ‘caduta’ dello Ial Sicilia. Al Ciapi di Priolo non solo personale degli enti ‘definanziati’, ma anche i licenziati Anfe e Cefop

NUOVE PROSPETTIVE ANCHE PER GLI ADDETTI DEGLI SPORTELLI MULTIFUNZIONALI

Una parte del Piano formativo 2013/2014 sarà gestito dalla Regione siciliana. Una torta da almeno 35 milioni di euro che potrebbe allargarsi fino a raggiungere i 144 milioni di euro. Questo è il ‘bottino’ prodotto dal ‘siluramento’ dello Ial Sicilia. Sullo sfondo si prospettano altre ‘operazioni’. Proviamo a capire qualcosa.

Il nuovo scenario è la risultante della decisione shock assunta oggi dal Governo regionale di revocare l’accreditamento al più grande ente formativo della Sicilia, lo Ial. Il provvedimento dirigenziale, firmato dalla dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale ad interim del dipartimento Formazione professionale della Regione siciliana, oltre alla revoca in via definitiva dell’accreditamento dello stesso Ente prevede anche la ricollocazione dei lavoratori presso il Ciapi di Priolo rimasto in piedi dopo la ‘caduta’ del Ciapi di Palermo. Si tratta di un fatto nuovo, un precedente che apre scenari inimmaginabili fino ad oggi.

La decisione assunta per lo Ial Sicilia è estesa anche agli enti formativi della provincia di Messina, destinatari nelle scorse settimane di uguale provvedimento di revoca dell’accreditamento per i noti fatti giudiziari. Si tratta di Aram, Ancol, Lumen, enti di formazione con sede in provincia di Messina. Ai quali si aggiunge un ente della provincia di Palermo, l‘Aiprig, con sede a Partinico, così come dichiarato al nostro giornale dal dirigente generale.

“Il Ciapi di Priolo – dice la dottoressa Corsello – otterrà il trasferimento delle risorse a condizione che utilizzerà tutto il personale degli enti Ial, Lumen, Aram, Ancol e Airprig. Il provvedimento è reso necessario dall’urgenza di garantire la continuità lavorativa e salvaguardare l’occupazione per i lavoratori interessati”.

La Regione siciliana si assumerebbe così una grossa responsabilità, cioè quella di gestire in house una fetta considerevole della seconda annualità dell’Avviso 20/2011, che, ricordiamo, sarà finanziato con le risorse del Piano di azione e coesione (Pac) attraverso le priorità contenute nel Piano giovani. La scelta del presidente della Regione, Rosario Crocetta, e dell’assessore al ramo, Nelli Scilabra, provoca un vero e proprio terremoto tra gli addetti ai lavori.

Stando così le cose, sarebbero dirottati verso il Ciapi non solo i lavoratori dipendenti dei citati enti formativi ai quali è stato revocato l’accreditamento (sono circa un migliaio di lavoratori), ma anche circa 260 mila ore formative e una quota di finanziamento che si aggirerebbe intorno ai 35 milioni di euro.

Non solo. È lo stesso dirigente generale del dipartimento Formazione a confermarci che l’intendimento del Governo regionale è quello di non fermarsi qui, ma di andare oltre con il fine di tutelare e salvaguardare non solo il personale dipendente degli enti di formazione oggetto del provvedimento dirigenziale di oggi, ma anche i licenziati dell‘Anfe e del Cefop. Si tratterebbe di oltre 450 lavoratori destinatari nei mesi scorsi di lettera di licenziamento dovuto a scelte aziendali che nulla hanno a che fare con l’accreditamento.

Non è finita. Vi sono altre decine di lavoratori licenziati l’anno scorso per effetto della revoca dell’accreditamento che avrebbe colpito il loro ente come il caso dell’Ipf. Altri scenari, poi, si profilerebbero per le prossime settimane.

Intanto, un movimento di denaro pazzesco si appresterebbe a transitare dalla gestione degli enti formativi ‘silurati’ al Ciapi di Priolo e quindi alla Regione siciliana visto che l’ente è di proprietà regionale al 100 per cento.

Proviamo a fare due conti nel marasma che ha provocato la notizia. Oltre ai 35 milioni di euro che transiterebbero verso il Ciapi di Priolo per effetto, lo ripetiamo, della revoca dell’accreditamento degli enti già citati, potrebbero aggiungersi altri 8 milioni di euro per il passaggio degli operatori in atto impegnati nei 28 Sportelli multifunzionali di proprietà dello Ial Sicilia e che avrebbero chiuso i battenti con la revoca di oggi. A questi si potrebbero aggiungere i lavoratori licenziati nei mesi scorsi dal Cefop (320) e dall’Anfe (130) per un importo che si potrebbe aggirare intorno ai 13 milioni di euro.

Poi, potrebbero transitare anche i lavoratori che sarebbero interessati alla decurtazione del 10 per cento del finanziamento della seconda annualità del citato Avviso 20, che potrebbero attestarsi a circa 400, secondo quanto stimato dalle associazioni degli enti formativi. La cifra, in quest’ultimo caso, si aggirerebbe intorno ai 12 milioni di euro.

Complessivamente, il Ciapi di Priolo potrebbe ritrovarsi, nelle prossime settimane, a dover gestire qualcosa come circa 68 milioni di euro in attività formativa da erogare su tutto il territorio siciliano.

Ancora: con l’approssimarsi della scadenza degli Avvisi 1 e 2 del 2010, che hanno finanziato per un triennio l’attività degli Sportelli multifunzionali, potrebbe prospettarsi lo stesso scenario per i circa mille e 800 lavoratori della filiera. Ciò significherebbe chiudere l’esperienza dei 252 Sportelli multifunzionali dislocati nell’Isola e trasferire oltre al personale anche la dotazione finanziaria di circa 76 milioni di euro. In un sol colpo la Regione siciliana, attraverso il Ciapi, di sua proprietà, andrebbe a gestire qualcosa come oltre 144 milioni di euro all’anno.

Numeri, congetture. Ma anche fatti concreti. E’ la stessa dottoressa Corsello che conferma al nostro giornale alcuni scenari possibili per effetto di decisioni politiche e amministrative già assunte. Diversi enti formativi avevano già subito la revoca dell’accreditamento ed i lavoratori dipendenti posti in mobilità o licenziati. Abbiamo chiesto al dirigente generale se il nuovo quadro delineatosi dal provvedimento di oggi possa aprire una speranza anche ai tanti licenziati.

“Il fatto contingente ci ha spinto ad accelerare – sottolinea la dirigente generale Corsello – il provvedimento per la salvaguardia di questi lavoratori, ma tengo a precisare che per il Governo regionale i lavoratori sono tutti uguali. Effettueremo, quindi, le verifiche necessarie a valutare l’emissione di ulteriori provvedimenti di trasferimento di lavoratori, dipendenti presso altri enti definanziati, ai fini della salvaguardia dei posti di lavoro”.

Non potevamo non chiedere quale futuro attende gli oltre 450 licenziati di Cefop e Anfe.

“Per questi lavoratori – precisa la dottoressa Corsello – stiamo studiando un percorso di politiche attive del lavoro in affidamento al Ciapi di Priolo con l’impegno all’utilizzo di tutti i licenziati di Cefop e Anfe”.

Non è che, sotto sotto, una certa politica si voglia riappropriare del settore della formazione professionale?

Giuseppe Messina

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