Si ripete incredibilmente la stessa storia a distanza di pochi mesi. Ci riprova Ludovico Albert a dire bugie e ci riesce. E’ l’ ex dirigente generale del dipartimento regionale per l’Istruzione e la Formazione professionale a rilanciare certezze e sicurezze sulla gestione dell’Avviso 20/2011. Un Avviso che, invece, è sottoposto ad una pioggia di ricorsi ancora pendenti, di controlli massicci da parte delle forze dell’ordine e di carenze normative e amministrative. Tutte caratteristiche che hanno rallentato l’avvio e la realizzazione, nel suo complesso, delle attività formativa sul territorio.
L’Avviso 20/2011 è visto sempre più come il frutto della discordia. Non ci convincono proprio le esternazioni di Albert. Ricostruiamo i fatti. L’occasione questa volta è fornita da una Ordinanza del Tribunale amministrativo regionale (Tar) per la Regione Sicilia di rigetto dell’istanza di sospensione promossa da un Ente formativo.
Albert ha sottolineato come l’Avviso 20/2011 sia stato legittimato dalla ventiquattresima sentenza emessa positivamente per il dipartimento al ramo da parte della magistratura amministrativa. Il tecnico super pagato dal precedente Governo regionale guidato dall’ex presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, non ha perso tempo per sciorinare, non è una novità, per l’ennesima volta “assoluta certezza in merito alla legittimità dell’iter adottato”.
Segue una sorta di autocelebrazione “per le sagge scelte amministrative che molti dei migliori studi professionali di diritto amministrativo della Sicilia hanno tentato, senza successo, di mettere in discussione”. Dalle pagine del quotidiano onlinewww.livesicilia.it, Albert ha ripetuto argomentazioni che continuano a lasciarci perplessi. Infatti, in un articolo pubblicato dalla nostra testata giornalistica, la scorsa estate, proprio Albert, punzecchiato dalla nostra redazione, aveva rassicurato gli operatori della formazione professionale e l’opinione pubblica che nessun ricorso fosse stato depositato.
Noi dicevamo bugie e lui affermava la verità. I fatti dimostrano che i ricorsi ci sono,.. e come! Solamente 24 sono quelli che Albert ha ritenuto di ricordare all’opinione pubblica.
Pensare che l’Avviso 20/2011 possa rispecchiare il corretto operato degli uffici del Dipartimento, ci pone distanti dalla realtà. Almeno questo è il nostro pensiero. Intanto, perché è anomalo che l’Olaf, l’Ufficio anti-frode della Commissione europea (Ue) abbia comunicato la visita di propri funzionari per trovare le risposte ad un esposto contro l’Avviso 20/2011. Ma come: si è appena allinizio e già si rischia la sospensione delle previste attività formative?
La cosa appare veramente strana. E ancora: se vi è un esposto in essere come può affermarsi che l’Avviso 20/2011 è posto in salvo? Senza dimenticare la scadenza del prossimo 12 dicembre che vedrà di fronte ai giudici l’Ecap di Caltanissetta.
E poi quante incongruenze contiene l’Avviso 20/2011? E quante norme sono state disattese con conseguenze giuridiche rilevanti? Questi ed altri elementi sono al vaglio delle autorità inquirenti. Continuiamo a non comprendere il perché di un simile atteggiamento.
Peraltro, pende una diffida presentata con circa 1.100 firme raccolte all’assessorato regionale per l’Istruzione e la Formazione professionale sul mancato aggiornamento dell’Albo regionale degli operatori della formazione professionale, previsto dall’art. 14 della legge regionale 24 del 6 marzo 1976 e successive modifiche ed integrazioni. Argomento che entra “a gamba tesa” sullAvviso 20/2011 e sulle procedure, non sempre corrette, di reclutamento del personale in esubero.
Diversi Enti formativi hanno assunto a piacimento fregandosene di norme di legge e decreti dirigenziali. Controlli? Nessuno, almeno dalla Regione siciliana. Albert ha perso una grande occasione per starsene al suo posto. Chissà a chi e cosa fossero indirizzate le dichiarazioni sull’Avviso 20/2011. Vedremo. (sopra a sinistra e a destra: metafora di Ludovico Albert: foto tratta da ilsileno.it)
Intanto ci piace concludere citando un passo del romanzo dal titolo: “I cento cavalieri” scritto da Valerio Massimo Manfredi. Eccovi il contenuto: “Non bisogna mai lasciarsi vincere dalla presunzione di saperne abbastanza, neanche quando si è spesa una vita intera a studiare, a coltivare la propria mente e ad ampliare le proprie esperienze. Viene sempre un momento in cui uno deve chinare la testa e ammettere di essere stato uno sciocco o quanto meno uno sconsiderato, e questo accade quasi sempre proprio al punto in cui uno è più sicuro di sé”.
Pare calcare fedelmente con certi atteggiamenti che poco lustro hanno dato alla nostra Sicilia.
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