Giurano che da Palazzo d’Orleans non se ne andranno. Almeno fino a quando non otterranno risposte. Un’occupazione simbolica del palazzo di Governo, foriera di proteste che nei prossimi giorni potrebbero anche acuirsi. I 24mila forestali siciliani sono di nuovo sul piede di guerra. La norma votata all’Assemblea regionale siciliana a fine ottobre che sbloccava 16 milioni di euro è bastata giusto a tamponare l’emergenza. Una boccata d’ossigeno lunga due settimane, prima della nuova crisi. Così stamani sono scesi di nuovo in piazza. Un esercito agguerrito si è riversato in piazza Indipendenza, davanti la sede della Presidenza della Regione. «Siamo già duemila – spiegava stamani Fabrizio Colonna, segretario regionale della Fai Cisl, a MeridioNews -, ma sono attesi 50 pullman da cinque province. Resteremo qui ad oltranza fino a quando il presidente Crocetta e l’assessore Cracolici non ci incontreranno».
E l’incontro, atteso da ore, ancora non c’è stato. Alle 14 era fissata la riunione di giunta, slittata poi di diverse ore e appena iniziata. Sul tappeto c’è anche la questione dei forestali. In cassa non c’è più un euro e i lavoratori da stamani restano a casa. Almeno in cinque province: Palermo, Catania, Siracusa, Ragusa ed Enna. Nel capoluogo siciliano lo stop riguarda 8mila persone, tra personale dell’antincendio, 101unisti, 151unisti e 78isti, che hanno iniziato le loro giornate il 28 settembre e avrebbero dovuto terminarle il 31 dicembre. «Nelle altre quattro province le giornate lavorative termineranno questa settimana. Poi tutti i 24mila forestali siciliani resteranno senza lavoro e senza un euro. Un dramma che va scongiurato» dice ancora Colonna. A Ragusa, Enna e Catania la sospensione è arrivata lunedì scorso, a Siracusa venerdì e a Palermo ieri. Un effetto domino che presto travolgerà anche il resto della Sicilia.
Un’incertezza che genera rabbia ed esasperazione tra i lavoratori, stanchi di continui rinvii. Nel pomeriggio un gruppo di manifestanti si è staccato dal concentramento di piazza Indipendenza e ha dato vita a un corteo non autorizzato. Dopo aver percorso corso Vittorio Emanuele il serpentone ha raggiunto via Roma, dove è stato bloccato dai poliziotti. Uno stop che ha generato momenti di tensione con una persona fermata dalla Digos e portata in questura per essere identificata. «Ci dissociamo da queste forme di protesta che non fanno altro che aizzare i lavoratori. In questo momento serve unità e responsabilità» dice ancora Colonna. Gli ingressi di Palazzo d’Orleans e Palazzo dei Normanni restano blindati con le forze dell’ordine in tenuta antisommossa e misure di sicurezza rafforzate. Qualche manifestante ha tentato di forzare l’ingresso utilizzato dai turisti di Palazzo dei Normanni, ma è stato bloccato dai commessi.
Nel pomeriggio era attesa la firma della delibera Cipe che assegnava alla Sicilia 88 milioni di euro per il comparto. Una delibera che il governo Crocetta annuncia da settimane ma che ancora non è stata formalizzata, bloccata sui tavoli romani. «Chiediamo al governo – prosegue il leader della Fai Cisl – l’anticipo di una parte dei fondi Cipe che servono per immettere al lavoro tutti». Un’anticipazione delle risorse, attingendo al bilancio regionale, che permetterebbe ai forestali di avere l’ennesima boccata di ossigeno nelle more del via libera del Cipe. Ma la giunta targata Crocetta non sembra intenzionata a seguire questa strada e, nonostante le rassicurazioni del neo assessore all’Agricoltura, Antonello Cracolici, senza la firma romana, per i forestali non c’è soluzione. «In ogni caso – spiega ancora Colonna – dopo il via libera del Cipe l’atto dovrà passare al vaglio della Corte dei Conti». Insomma tempi destinati ad allungarsi e risorse non immediatamente spendibili. La Regione, però, non ha un euro in cassa. Impossibile anticipare il denaro promesso dalla capitale. «Quella che il governo Crocetta promette è una delibera vuota, un atto politico che non dà risposte» tuona Colonna.
Insieme ai sindacati e ai lavoratori in piazza c’è anche qualche sindaco del catanese, del palermitano e del siracusano. «La situazione è diventata insostenibile e drammatica, questi lavoratori non completeranno le loro giornate, i 78ttisti hanno già perso 10 giornate» dice il segretario della Flai Cgil di Palermo, Tonino Russo. Una risposta immediata e una di lungo termine. Le parti sociali, infatti, chiedono anche una «soluzione per il 2016», che passi dal riordino del comparto e delle funzioni. Perché «è impensabile che il prossimo anno per i forestali si ripeta di nuovo una tale via Crucis». «Oggi, per lo sciopero regionale proclamato dai sindacati, ci sono iniziative nei comuni, c’è fibrillazione ovunque, si parla di occupazioni che stanno scattando in varie paesi» spiega Russo.
La tensione è alle stelle e il timore, neppure tanto nascosto, è che possa esplodere da un momento all’altro. «I lavoratori sono esasperati – conclude Colonna -, per molti si tratta dell’unica entrata economica, quella che sostiene intere famiglie. A rischio c’è la tenuta economica e sociale del territorio. Temiamo problemi di ordine pubblico». Perché la protesta potrebbe esplodere da un momento all’altro. In forme difficili da controllare.
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