Al terzo giorno dall’avvio del piano Sigonella, all’aeroporto di Catania arrivano i primi, prevedibili, disagi per i passeggeri. Stamani, infatti, si sono registrate code lumaca e lunghe attese – anche di ore – ai varchi per le partenze. La causa? Carenza del personale addetto all’interno dello scalo etneo, piombato nel caos. A segnalarlo è il Codacons regionale, che denuncia disguidi dovuti all’apertura di un solo varco di sicurezza per l’accesso agli imbarchi. Secondo l’associazione dei consumatori, i ritardi nell’effettuare i controlli, e quindi nei successivi trasferimenti in pullman dei viaggiatori verso la base di Sigonella, comporterebbero un «grave accumulo di tempo che si ripercuote sui voli».
A farne le spese sono i passeggeri in attesa di partire, già demoralizzati dai disguidi dovuti ai lavori di rifacimento della pista dell’aeroporto di Catania, con riduzione delle tratte disponibili e dilatazione dei tempi necessari per decollare dalla base militare americana, compresi quelli per il trasferimento di persone e bagagli a bordo di apposite navette. I quali stamani, stanchi della lunga attesa, hanno chiamato anche le forze dell’ordine. «Una vergogna», denuncia Marco a CTzen. «Check in vuoti e una fila di due ore per arrivare ai controlli», racconta indignato, segnalando l’apertura di sole due postazioni. «Gente esausta e arrabbiata era riuscita a far aprire altri due varchi nella totale indifferenza degli addetti ai lavori e dalla polizia». Anche se solo per poco tempo. «Ora le hanno pure richiuse», lamenta.
Ma la Sac rassicura gli utenti. In una nota diffusa alla stampa, la società di gestione dello scalo etneo fa sapere di aver «potenziato i turni del personale ai varchi di sicurezza che in mattinata hanno registrato delle criticità», riferendo anche di miglioramenti nei tempi di attesa per la riconsegna dei bagagli, che avevano registrato particolari ritardi nei giorni scorsi. Ammettendo però «innegabili disagi per i passeggeri e per tutti gli addetti aeroportuali, impegnati in un contesto operativo eccezionale quale è quello di uno scalo militare, con vincoli e necessarie procedure di sicurezza». Intanto il Codacons chiede di conoscere «i nomi dei responsabili della disorganizzazione di Fontanarossa».
[Foto di gnuckx]
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