CI SONO ANCORA 2,5 MILIARDI DA SPENDERE E RENDICONTARE DAL PIANO FESR 2007/2013
“Per la nuova programmazione europea dei fondi strutturali 2014/2020 il Governo della Regione Siciliana avrà a disposizione fra i 4 e i 6 miliardi di euro, a fronte dei 29,6 miliardi di euro affidati dall’UE all’Italia che dovranno essere spesi per interventi di prioritario interesse regionale. In un contesto europeo dove i fondi totali per la coesione territoriale sono stati ridotti, il Governo siciliano ha la straordinaria opportunità dopo l’esperienza negativa della programmazione 2007/2013 di rompere con il recente passato promuovendo un’idea di sviluppo innovativa che metta al centro i servizi alla persona, l’imprenditoria e l’occupazione giovanile”.
Lo ha affermato l’europarlamentare Salvatore Iacolino (PPE), nel corso del Seminario di Studi dal titolo “Fondi Strutturali 2014-2020: prospettive e opportunità per la crescita della Sicilia” svoltosi ieri ad Agrigento alla presenza del Rettore dell’Università degli Studi di Palermo Roberto La Galla, del DG Programmazione Regione Siciliana, Vincenzo Falgares, del Vice Presidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro e di amministratori locali e rappresentanti dell’imprenditoria e delle Istituzionali regionali e nazionali.
Per l’eurodeputato serve “un percorso condiviso tra Amministrazione regionale, Governo nazionale, Università, partenariato economico e sociale ed Enti locali deve orientare- all’interno di una strategia nazionale concordata con la Commissione Europea – azioni e priorità verso risultati concreti e misurabili superando inefficienze e criticità che continuano a rallentare la realizzazione di infrastrutture strategiche, lo sviluppo economico, la competitività delle Pmi e l’occupazione giovanile.
Basti pensare che dei 4,3 miliardi di euro che la Sicilia aveva a disposizione per la programmazione Fesr 2007/2013 restano da spendere e rendicontare ?(entro giugno 2015) 2,5 miliardi di euro: la spesa certificata del Fesr al 30 giugno 2013 ammonta a 1,2 miliardi di euro .
Accanto alla necessità di superare ostacoli e ritardi burocratici che impediscono il completamento di infrastrutture strategiche già avviate, come la SS 640 Agrigento Caltanissetta, l’anello ferroviario di Palermo, l’acquedotto Gela-Aragona, occorre indirizzare le risorse destinate allo sviluppo turistico del territorio migliorandone l’attrattività e diversificando l’offerta turistica, tenuto conto che rimangono da spendere altri 2,1 miliardi di euro della precedente programmazione (scadenza 2016) che sono stati rimodulati nell’ambito del PAC (Piano di Azione e Coesione)”.
Per fare della Sicilia un modello da seguire sul piano nazionale, Comuni e aziende conclude Iacolino – devono impegnarsi a creare o potenziare competenze e capacità progettuali. La realizzazione di grandi opere infrastrutturali, il rafforzamento dei servizi ai cittadini e alle imprese, ed una maggiore governance sulle progettualità da esprimere nei settori del turismo sostenibile, dei trasporti, dell’efficientamento energetico e dell’offerta culturale richiedono maggiore intraprendenza e una ritrovata cultura progettuale da parte degli Enti locali per guidare interventi e priorità da adattare alle esigenze dei territori”.
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