Fondi europei spesi dalla Sicilia in modo non appropriato. Ci risiamo. L’Europa non rimborserà alla Regione 265 milioni di euro del Fondo sociale 2000/2006. A deciderlo è stata, qualche settimana fa, la commissione europea che ha riscontrato nelle operazioni di verifica del programma una serie di errori con conseguente decurtazione dello stanziamento originario previsto che sfiorava il milione di euro.
L’ironia del destino ha voluto che fosse uno dei dirigenti più vicini a Cuffaro (al governo proprio nel periodo in cui si inseriscono le contestazioni dell’Europa), Vincenzo Falgares, attuale dirigente generale della Programmazione, a dover provare una lunga trattativa con la commissione europea. Corposo l’elenco delle operazioni ritenute poco chiare e comunque non idonee ad essere finanziate con lo strumento del fondo sociale. Addirittura il rischio era di arrivare a perdere 376 milioni, ma se ne sono recuperati oltre cento in fase di perfezionamento delle verifiche.
Ad essere contestate in particolare sono le modalità con cui in alcuni progetti sono stati selezionati i fornitori, gli esperti e persino i docenti. Non è stato possibile risalire al report completo dei progetti finiti nel mirino della commissione. Quello che è certo, al momento, è che in questa vicenda occupa uno spazio importante l’inchiesta dell’Olaf, l’ufficio europeo che indaga sui casi di frode all’Ue, sul Ciapi: tra i 265 milioni che l’Europa non rimborserà, circa 10 milioni 363mila euro fanno riferimento a progetti realizzati dal discusso ente di formazione.
I controlli sono stati effettuati in diversi momenti. Alcuni di questi tra il 2006 e il 2008. Le cifre sono state pagate dalla Regione e non verranno restituite dall’Europa, come invece prevedeva lo schema iniziale. Nelle casse della Sicilia torneranno dunque solo 610 milioni di euro su 876 milioni. Probabile che da Palermo partirà un ricorso.
In materia di fondi europei per lo sviluppo regionale, qualche passo in avanti è stato fatto nella programmazione 2007-2013, cioè quella successiva alle contestazioni odierne della commissione europee. La Sicilia ha raggiunto il 70 per cento di assorbimento del Fesr, seppur ancora lontana dalle percentuali di Valle d’Aosta (98 per cento) o Liguria (95 per cento).
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