Foggia è alle spalle, manita rosanero alla Turris Baldini: «Le risposte che tutti si aspettavano»

Dopo la brutta sconfitta di Foggia il Palermo doveva dare un certo tipo di risposte e queste risposte sono arrivate. La vittoria è la migliore medicina per curarsi dopo un pesante ko? In attesa di conferme, la guarigione dei rosanero è supportata dal netto 5-0 con cui è stata battuta la Turris allo stadio Renzo Barbera nel match valido per la ventottesima giornata del girone C. Un’affermazione larga nel punteggio – dopo l’autogol di un disastroso Sbraga che all’11’ ha sbloccato il risultato sono andati a segno Floriano al tramonto del primo tempo oltre a Brunori (settima rete in cinque gare per l’attaccante di proprietà della Juventus) e Luperini nella ripresa prima del sigillo del subentrato Soleri allo scadere – e ‘figlia’ della rabbia accumulata in seguito al passo falso rimediato martedì in Puglia. Sul piatto della bilancia ovviamente va messa anche la fragilità di un avversario in crisi di risultati (quinta sconfitta consecutiva) e condizionato oggi da pesanti assenze in difesa ma, pur non avendo la controprova, è molto probabile che anche la Turris brillante del girone d’andata questo pomeriggio avrebbe fatto grande fatica contro una squadra come quella rosanero. Affamata di punti e scesa in campo con l’obiettivo di riprendere subito il proprio cammino dopo la battuta d’arresto di quattro giorni fa.

«C’è ancora rammarico per il modo in cui abbiamo perso a Foggia e per l’epilogo di una partita nella quale, a mio avviso, non c’era una differenza di tre gol tra noi e loro – ha spiegato il tecnico Silvio Baldini – il ko di Foggia comunque è stato archiviato e la squadra ha dato le risposte che tutti si aspettavano. Segnali importanti da parte di ragazzi per bene e di persone che ci tengono a fare bene il proprio lavoro». Se la Turris (rimasta in dieci al 72′ per l’espulsione di Longo per una manata al volto di Lancini) ha perso molto presto coordinate e punti di riferimento la ‘colpa’ è soprattutto di un Palermo abile a sfruttare nel migliore dei modi l’inerzia favorevole della partita. «Vedendola giocare dal vivo – ha dichiarato il tecnico rosanero a proposito della formazione guidata da Bruno Caneo, giocatore del Palermo all’inizio degli anni Ottanta – ho capito perché la Turris ha una buona classifica. Si esprimono bene, hanno idee e sono un avversario davvero ostico. Se non giochi con la giusta intensità, contro squadre del genere difficilmente riesci a vincere e invece, con una pressione costante sul portatore di palla avversario, abbiamo avuto il merito di non farli respirare sapendo che avrebbero potuto crearci dei problemi se avessero acceso la lampadina».
In casa, dove è imbattuto da 21 partite contando anche le gare ufficiali della scorsa stagione, il Palermo difficilmente stecca i suoi esami. Adesso, però, la parola d’ordine deve essere continuità: «A Francavilla ci aspetta una battaglia e una partita con grandi contenuti agonistici. In trasferta io vorrei vedere il Palermo che ho ammirato a Catanzaro. Un Palermo cortissimo e che ha fatto molto bene anche in fase di non possesso».

Anche Roberto Floriano, autore oggi del momentaneo 2-0 poco prima dell’intervallo con un tap-in a porta vuota da posizione defilata al culmine di un’azione alimentata dallo stesso numero 7 e protagonista di una prova maiuscola, sa bene che per legittimare le proprie ambizioni la squadra deve invertire il trend fuori casa: «Dobbiamo dare continuità ai nostri risultati partendo dal presupposto che finora al Barbera abbiamo offerto quasi sempre grandi prestazioni. Per quanto riguarda il mio gol, ci tenevo tanto. Ci voleva e sono contento anche perché dopo la pesante sconfitta rimediata a Foggia dovevamo dare dei segnali e far vedere che ci siamo. Rivincita a titolo personale? Io sono sempre rimasto me stesso e sono andato avanti per la mia strada dando il massimo in ogni circostanza. Sono rimasto tranquillo sapendo di essere comunque utile al gruppo anche in relazione a certe dinamiche che magari non vedete o non volete vedere. All’inizio della stagione ho giocato, poi ad un certo punto sono rimasto fuori ma, ripeto, io sono rimasto sempre me stesso e sono uno vero. Cosa che magari a qualcuno può dare fastidio. In ogni caso, ho la fiducia del mister. Che cerco sempre di ripagare nel migliore dei modi». Da giocatore esperto, l’esterno offensivo rosanero ha i titoli per indicare delle valide linee guida in ottica playoff: «Dobbiamo dare priorità alla prestazione e pensare innanzitutto a vincere i duelli individuali come ci chiede il nostro allenatore. Sono questi gli strumenti per arrivare al risultato e potere puntare in alto».

Antonio La Rosa

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