Floridia, l’ultima scommessa di Salvo Burgio «Ho dato tanto, voglio finire servendo la città»

Dopo un decennio in consiglio comunale come assessore al Bilancio e alla Protezione civile e come vicepresidente del Consiglio comunale durante l’amministrazione Arturo Spadaro, Salvo Burgio negli ultimi cinque anni è stato consigliere di opposizione. Dottore commercialista e insegnante di ragioneria, il 53enne si mette in gioco in politica per l’ultima volta. Questa volta corre per la carica di primo cittadino, sostenuto anche dal deputato regionale Enzo Vinciullo e dal coordinatore provinciale di Forza Italia Edy Bandiera.

Perché ha scelto di candidarsi a sindaco?
«Voglio chiudere positivamente un’esperienza decennale che mi ha visto per ben due volte il primo degli eletti nella mia città, tra 2007 e 2012, vicepresidente del consiglio comunale, assessore e anche consigliere di opposizione dell’ultima amministrazione. Soprattutto, penso di poter dare alla città quello che l’amministrazione uscente non ha saputo dare».

Quali sono i punti centrali del suo programma? A che cosa la città non può più rinunciare?
«Opereremo una massiccia campagna di sterilizzazione e microchippatura dei cani randagi e costruiremo un parco canile comunale per poter debellare il problema del randagismo che attanaglia la città e che ci costa 230mila euro l’anno in un momento in cui abbiamo difficoltà ad aiutare le persone meno abbienti. Poi effettueremo manutenzione delle strade che sono diventate una groviera e penseremo ai disabili mettendo gli scivoli per i marciapiedi. Per quanto riguarda le opere pubbliche, finalmente sistemeremo lo slargo di via Carnevale per cui erano già stati investiti dei fondi».

Qual è la figura politica o tecnica (nazionale o internazionale) a cui si ispira?
«Io sono democristiano e figlio di democristiani e, anche se oggi questi ideali sono stati perduti, non posso che rifarmi ad Aldo Moro».

In caso di ballottaggio, con chi si alleerebbe eventualmente nel secondo turno?
«Game over. Perché per me la politica è servizio. Io non sono un uomo per tutte le stagioni, il mio ciclo finisce con queste elezioni. Nella vita faccio tutt’altro, sono un uomo prestato alla politica e mi sto candidando per servire la mia città e non per servirmi della mia città. In ogni caso, spero di vincere a primo turno per evitare accordi alla luce o sottobanco. Il problema del secondo turno, per adesso, non me lo sono nemmeno posto».

Qual è l’avversario che teme di più?
«Sono tutti allo stesso livello, anche se ogni competitor ha i suoi punti di forza e di debolezza. Bisogna vedere chi di loro sarà più bravo a mostrare i primi e nascondere i secondi».

Un pregio e un difetto della precedente amministrazione.
«Il pregio e il difetto, secondo me, sono due facce della stessa medaglia: il pregio è di essere riuscita a stravolgere le modalità di comunicazione, mentre il difetto è aver ecceduto nelle parole, essendo poi solo una politica del dire ma non del fare».

Se dall’opposizione dovesse passare alla maggioranza credo che il suo ruolo sarebbe più facile o più difficile?
«Sono stato uno dei pochi a fare cinque anni all’opposizione con coerenza, con la schiena dritta e a testa alta. Spero solo che il consiglio che sarà eletto non sia un nuovo Vietnam, ovvero fatto di soggetti singoli che non rispondono a nessuno se non a se stessi».

Essere appoggiati da personalità forti, come Enzo Vinciullo ed Edy Bandiera, non può essere un’arma a doppio taglio?
«Assolutamente no, perché la campagna elettorale è stata studiata a Floridia. Gli amici che ci stanno dando una mano non si sono intromessi su nessun aspetto, nemmeno quando abbiamo creato le nostre due liste, su cui nessuno può rivendicare la primogenitura. Questo mi dà la possibilità di essere libero e scevro da ogni condizionamento, in piena autonomia di governo non con le parole ma con i fatti».

Marta Silvestre

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